mercoledì 23 febbraio 2011

Piccole gioie

Violette

Piccole gioie era il titolo di un libro di Hermann Hesse che lessi molti anni fa e che mi rimase impresso. In effetti ci sono momenti, elementi, percezioni che rendono bella la vita di ogni giorno, dato che... mala tempora currunt.
In campagna si va per lavorare, ma per fortuna ci si possono concedere attimi di piacevole contemplazione. Ecco le violette: sono profumatissime e mi chiedo come sia possibile sprigionare tanta fragranza da una consistenza così lieve e fragile.

Narcisi (Trumbéte)

E trumbéte, ovvero i narcisi, invece rimandano immediatamente ad una bellezza più fredda, quella correlata alla vanità, di cui questo fiore è simbolo. La presenza di queste spontanee meraviglie è davvero fonte di gioia: lo loro umile, discreta e spesso inaspettata comparsa ha la capacità di catturare l'attenzione e fermare la corsa cui siamo costretti.

Insieme

Li ho raccolti: qualcuno può pensare che fosse più giusto lasciarli al loro posto, ma avevo un debito da saldare. Infatti, quando ero molto più giovane, mia madre li raccoglieva per me ed io li mettevo nella mia cameretta dove studiavo. Adesso contraccambio il gesto!
Sono appoggiati su di un telo proveniente dalle ferrovie di stato francesi: nella nostra zona siamo in molti ad aver adottato quei tessuti quali contenitori dei fiori recisi...

Mimosa Gaulois

Siamo nuovamente in pista per la raccolta della mimosa: l'8 marzo è alle porte. E' proprio nei siti in cui si coltiva la mimosa che il floricoltore dispone di una natura meno contaminata rispetto ad altre tipologie di coltivazioni.
Come già avevo scritto qui e qui tutta la mimosa che vedrete girare per l'Italia per la Giornata della donna arriva dal Mercato dei fiori di Sanremo.
E' faticosa, ma regala nell'insieme, piccole gioie che sollevano l'anima.


sabato 19 febbraio 2011

Iniezioni di vita


Roberto Benigni, l'altra sera, nell'ambito del Festival di Sanremo, ci ha fatto un bel regalo con il suo monologo e l'esegesi dell'Inno di Mameli. Ci ha resi consapevoli della storia in maniera tonda e accessibile, combinando tutti quei "pezzi" che abbiamo acquisito a scuola, ma che non ci è facile armonizzare e di conseguenza comprendere.
Benigni ci trasporta nella visione d'insieme, spaziando sui secoli e sugli eventi, ci aiuta a capire, ci emoziona, ci commuove, insomma ci dona tutta la sua bravura e genialità.
Ciò che vorrei aggiungere è il fatto di come riesca a infonderci delle vere e proprie iniezioni di vita, ovvero come ci trasporti, nei giorni seguenti alla sua performance, alla nostra centratura, al meglio di noi stessi, al nostro "essere". Questo è, secondo me, il suo grande pregio. Egli, con la sua enfasi, il suo entusiasmo e le cose intelligenti che dice, favorisce l'accesso al nostro "sentire", quel qualcosa che sta al di là del "pensare" o del "capire" razionalmente. Ecco perché può permettersi di affermare che la "la felicità può dimenticarsi di noi, ma noi possiamo non dimenticarci di lei", ecco perchè può sostenere che "l'amore e la morte sono la stessa cosa": se ognuno di noi accede a quel nucleo fondamentale dell'essere, a quella congiunzione cuore-mente, ritrova al tempo stesso la felicità e la propria saggezza.
Riescono a trasmettere tutto ciò soltanto i Maestri e non c'è libro eccelso che possa più di quanto può un essere umano nei confronti dei suoi simili.
Questa è la sua vera grandezza.
Grazie, Maestro.


giovedì 17 febbraio 2011

Il ferro del mestiere

Forbice Felco 2

Esistono molti oggetti insostituibili e nonostante il continuo progresso tecnologico non c'è modo di individuare un'alternativa che dovrebbe essere migliorativa.
In agricoltura, o meglio, in floricoltura, tale posto spetta alla forbice Felco 2, che già esisteva prima che io nascessi e che ancora oggi vanta questo primato tra l'attrezzatura floricola.


Al tempo che fu ogni floricoltore ne possedeva rigorosamente un solo paio, che utilizzava fino all'inverosimile. Le lame, quando erano consumate, venivano sostituite; le guaine rosse dei manici, invece, piano piano si rompevano fino ad essere eliminate completamente: anche "nude" le Felco 2 continuavano ad essere usate, pur lasciando le mani sporche di metallo...
Nel caso della ginestra, si usano per tagliare i rami grossi al momento della potatura, per il taglio di quelli medi al momento della raccolta e per i baffi, ovvero la fine vegetazione priva di fiori nella fase che precede il confezionamento.
Insomma, si andava ancora con la Lambretta, con la Topolino Giardiniera, con le prime Ape Piaggio e le Felco 2 c'erano già. Sono passati cinquanta'anni di grandissime trasformazioni e le Felco 2 sono ancora lì, al loro posto.
Tutto ciò è rassicurante, perché rafforza la consapevolezza dell'inutilità di moltissime cose.


giovedì 10 febbraio 2011

Un forte esempio

Vecchi sardi

E' un racconto di vita che è stato pubblicato su facebook e valeva la pena proporlo.

"Una mattina, in infermeria, un vecchietto di un'ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una ferita al pollice.
Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00.
Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo.
Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io della ferita. Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita.
Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro appuntamento medico dato che aveva tanta fretta.
L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per far colazione con sua moglie.
Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da tempo dall'Alzheimer.
Gli chiesi se per caso la moglie si preoccupasse nel caso facesse un po' tardi.
Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni.
Ne fui sorpreso, e gli chiesi "e va ancora ogni mattina a trovarla anche se non sa chi è lei?"
L'uomo sorrise e mi battè la mano sulla spalla dicendo: "Lei non sa chi sono, ma io so ancora perfettamente chi è lei."
Dovetti trattenere le lacrime... Avevo la pelle d'oca e pensai:
"Questo è il genere di amore che voglio nella mia vita."
Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà. Le persone più felici non sono necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che traggono il meglio da ciò che hanno.
La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta, ma di come danzare nella pioggia.
Sii più gentile del necessario, perché ciascuna delle persone che incontri sta combattendo qualche sorta di battaglia."



martedì 8 febbraio 2011

Nudità

Il ciliegio

Con i tempi che corrono è chiaro che il titolo vi avrà fatto pensare a tutt'altro. E invece è riferito agli alberi a foglia caduca, che nel cuore dell'inverno si presentano in tutta la loro nudità.

Il caco

La campagna ligure è prevalentemente "abitata" da piante sempreverdi: l'ulivo è sempre stata la pianta dominante e anche le coltivazioni floricole insediate negli ultimi cento anni hanno anch'esse questa caratteristica.

Il fico

Le piante ritratte sullo sfondo sono le sempreverdi mimose, che si stanno avviando alla loro maturazione. Mentre alcune piante "dormono", altre stanno per compiere il loro grande sforzo di donarci il loro frutto... La Natura è proprio meravigliosa.

Il salice piangente

Il salice piangente è una pianta stupenda. Il nome vorrebbe indurre a qualcosa di triste, ma la mia percezione non è affatto tale. In questo periodo gioca un po' d'anticipo, rispetto alle piante da frutto, per germogliare: infatti un leggero e tenero verde sta iniziando a rivestire le sue fronde.

Il salice ridente

Così come il salice piangente non mi mette tristezza, così quello ridente non mi provoca ilarità: indubbiamente i termini adottati stanno solo ad indicare le tendenza dei rami verso il basso e verso l'alto. E il paesaggio di contorno conferma la dominante dei sempreverdi...

Mimose in via di fioritura

Tra un mese è l'8 marzo, Giornata della donna nonché Carnevale. Servirà molta mimosa, servirà per dire più che mai che cosa significhi essere donne. Servirà per ripulire un po' l'atmosfera e il pantano in cui siamo immersi. Servirà per riportare molte coscienze oppresse a quell'attimo di condivisione e di respiro a fronte di lunghi momenti di isolamento e di asfissia.
Servirà a ridare alla nudità il suo significato più nobile.



lunedì 7 febbraio 2011

La 2 giorni tra Milano e Arcore

Per il piacere di sentirsi serenamente e senza vergogna Italiani, vi invito a visitare i due post di Alberto Cane su "La 2 giorni tra Milano e Arcore":



Una condivisione che è partecipazione. Grazie Al.


sabato 5 febbraio 2011

La cinciallegra

A spanissòra - La cinciallegra

Per me non c'è migliore preludio alla primavera del canto della spanissòra, ovvero della cinciallegra. Più forte ancora dei primi mandorli in fiore, che spesso non ho occasione di vedere sui miei percorsi abituali, ecco che questo canto mi arriva come un annuncio. Generalmente sto potando le prime piante di ginestra che ormai hanno concluso il loro ciclo e devo ammettere che il lavoro della potatura è quello che prediligo. La buona disposizione d'animo, quindi, favorisce ogni percezione, primo tra tutte il canto degli uccelli.
Sentire la cinciallegra apre il cuore: tornerà la bella stagione!

Potete ascoltarla qui, cliccando sull'altoparlante in alto a destra...


giovedì 3 febbraio 2011

Crisi di sistema

Sapone artigianale realizzato
da Goran Guglielmi

Non è solo la politica ad essere in crisi per le più svariate motivazioni, ma il problema più grosso è senz'altro la crisi economica, conclamata ormai in crisi di sistema. Chi in questo sistema non ci ha mai creduto e non vi ha riposto fiducia alcuna è meno sorpreso di molti altri, fatto sta che siamo ad una bella resa dei conti.
Latouche parla di decrescita felice; le economie non sanno più come creare ricchezza perché le lobbies dettano condizioni inviolabili; mancano i soldi, manca la liquidità, quella che unge e fa girare l'ingranaggio dentro al quale ci siamo tutti.
Allora si comincia a ragionare in termini di taglio alle spese: togli Sky, togli il telefono fisso, smetti di fumare, riempi una brocca d'acqua dal rubinetto invece della bottiglia di minerale piena di "buone proprietà chimicamente accertate", fai la marmellata e la baratti coll'amico che produce il miele o altre conserve, pianti un pezzo d'orto della serie "meglio quello invernale perché va avanti da solo", ti lavi le mani col sapone di Marsiglia che ha fatto il tuo amico Goran, utilizzando gli scarti dell'olio di oliva di cui sei produttore.
Càspita, che meraviglia: non fa schiuma, sgrassa e pulisce benissimo, dura un casino e quando ti asciughi le mani è come se ti fossi dato una crema ammorbidente!
Lo sapevamo che era una presa per il sedere quando ci hanno spinto alla modernità e al consumismo; lo sapevamo che tutta quella chimica avrebbe inquinato e prodotto montagne di rumenta; lo sapevamo e non volevamo starci a quel gioco, a quel giro vizioso, che ci ha resi pelandroni e dipendenti dal sistema e dal nostro egoismo...
E adesso quel mondo di lustrini si sta spegnendo. Speriamo di essere ancora in grado di decrescere felicemente, almeno noi che siamo rimasti legati alla terra.


martedì 1 febbraio 2011

Il bollo

Ricevuta di una Tassa di proprietà di un autoveicolo

Il discorso sarebbe lungo, ma meglio evitare. Sul tema delle imposte e tasse, in Italia, siamo così malmessi e così devastati dalla propaganda fatta in questi anni da B. che è difficile dare un senso alle cose. Certo che chi, come, me, ha affrontato piccole ricerche storiche sulla mutualità e sulla cooperazione, non può che disprezzare il capo del governo e il suo demonizzare l'argomento. D'altronde, da grande esempio di evasore quale egli è, non potrebbe altrimenti.
Dirò semplicemente che il piccolo contributo di tutti permette di poter affrontare problemi che da soli non si riuscirebbe; dirò che le imposte e le tasse sono le entrate per eccellenza dello Stato e che "toglierle" sarebbe come non erogare il salario ad un operaio o lo stipendio ad un impiegato; dirò che le aliquote non sono eque perchè la cultura errata della "tassa" ha favorito, alla grande, l'evasione, per cui i non evasori pagano salato.
La cosa che trovo assurda, invece, è l'esosità della "tassa di proprietà" sull'automobile o altro mezzo di circolazione: un tempo si chiamava "tassa di circolazione" e gli introiti erano destinati alla miglioria e alla manutenzione della viabilità. Oggi invece si chiama "tassa di proprietà": è stata demonizzata l'ICI, l'entrata per eccellenza dell'ente Comune, che riguardava i proprietari di abitazioni e per cifre sopportabili (una tassa già federalista, se vogliamo) e nessuno solleva questioni sulla "tassa di proprietà" del proprio mezzo di circolazione, il cosiddetto bollo? Mediamente centocinquanta-duecento euro di tassa annua sull'auto, tutti i parcheggi a pagamento e le strade che sembrano mulattiere: noi italiani siamo proprio degli emeriti imbecilli.
Ah, dimenticavo: prima, pagandola all'ACI si risparmiava la commissione, che nei tabacchini o altre ricevitorie è di € 1,55. Adesso si paga anche all'ACI, esattamente € 1,87.