mercoledì 28 settembre 2011

Ridere per non piangere


La satira è linfa vitale, menomale che esiste.
Credo possiate convenire tutti sulla genialità di questa vignetta di Vauro.
Tuttavia si ride per non piangere.


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lunedì 26 settembre 2011

Mendatica, la transumanza


Questa me la sono persa, ma l'amico Gian Paolo mi ha fornito le fotografie affinché dedicassi un post a questo evento, vista anche l'assenza di Alberto Cane che solitamente è partecipe alla transumanza di Mendatica, nell'entroterra di Imperia. Ho scelto molte foto, perché erano belle e significative. Magari mi limiterò nelle descrizioni, anche perché le immagini parlano da sole.

"Arrivano!"

I ragazzi hanno delle grosse conchiglie di mare in mano; soffiandovi dentro emettono un suono attinente all'arrivo delle mandrie. Se così non è, mi aspetto precisazioni tramite i commenti.

Il passo di questo pastore mi ha colmato.

Ecco che arriva il fiume di capre e pecore...

...splendide...

...e belle anche le mucche!
Si torna a casa dall'alpeggio.

U ciapuné (il maniscalco)

Da contorno all'evento si incontrano figure che rievocano l'indotto della pastorizia. U ciapuné c'era in tutti i paesi; era, per così dire, il "gommista", dato che provvedeva a rinnovare i ciapùi, ovvero i ferri, agli zoccoli dei cavalli, dei muli e degli asini, autentici mezzi di trasporto del tempo che fu.

Forgia a caldo del ciapùn...

...vistosa fumata per l'apposizione allo zoccolo...

...ed infine inchiodatura per fissarlo.

Contrada della coscia

Gian Paolo ha la mania delle foto strane e non ha perso l'occasione per procacciarsi anche questa: che fosse un quartiere-bordello? La prossima volta che si va a Mendatica, penso sia doveroso chiedere chiarimenti...

Donne che cardano e filano la lana: meravigliose.

Pasta molle di pane

Con questo impasto si ottiene il pane fritto. E' sicuramente un alimento povero che, visto i tempi che corrono, è opportuno sapere che esiste: anche in tempi di magra ci sono accettabili e possibili soluzioni. La lievitazione avviene grazie alla pasta madre.

Preparazione dei pezzetti...

...cottura in abbondante olio...

...risultato finale.

A proposito di olio: era considerato un medicinale ed era usato con assoluta parsimonia, prelevandolo dalla bottiglia con u truncu (pezzetto di ramo di legno) e quindi fatto gocciolare.

Questa meravigliosa contadina mostra gli attrezzi per fare il formaggio:

ecco la prima lavorazione...

...poi viene mostrata la rajòra (tela di canapa)...

...con la quale si strizza la massa cacina...

...per poi mostrarla con umile fierezza.


Nulla di meglio poteva concludere il post che questa toccante frase di Cesare Pavese.
Un bel grazie a Gian Paolo e a Mendatica.



sabato 24 settembre 2011

Gabbiani


Non so dove i gabbiani abbiano il nido,

ove trovino pace.

Io son come loro

in perpetuo volo.

La vita la sfioro

com'essi l'acqua ad acciuffare il cibo.

E come forse anch'essi amo la quiete,

la gran quiete marina,

ma il mio destino è vivere

balenando in burrasca.


Vincenzo Cardarelli (Corneto Tarquinia 1887 - Roma 1959)


venerdì 23 settembre 2011

Del cervello e della mente


Giuseppe Corradino: "Anima prigioniera"

(...) La coscienza-mente, infatti, sarebbe qualcosa di esistente e funzionante anche a prescindere dal cervello e, quindi, dal corpo. Certo, questo non può essere considerato l'atto di fondazione scientifica dell'esistenza dell'anima, ma se ben inteso e ben considerato nelle sue conseguenze, dovrebbe portarci a guardare con molto più scetticismo le ferme convinzioni di tutti quegli uomini di scienza che ci riducono a corpo-macchina, a mere funzioni cerebrali.
(...) Dire che la coscienza non coincide con il cervello significa, in definitiva, dare ragione a Cartesio, il quale, con il suo celeberrimo cogito ergo sum, sosteneva che identificarsi con il pensiero vuol dire non sentirsi più semplicemente un corpo che pensa, bensì entrare nella prospettiva di essere un soggetto, una "sostanza pensante" (res cogitans), che, in quanto tale, esiste in maniera del tutto indipendente dall'essere corpo. Anzi, non potremmo neppure, senza far ricorso a garanzie di carattere trascendentale (dio), avere alcuna certezza in merito all'esistenza del nostro corpo, nonchè di tutta la realtà corporea.


Roberto Fantini, La morte spiegata ai miei figli, Quando la scienza si affaccia sulla morte, Ed. Sensibili alle foglie, Dogliani 2010, pag. 65



martedì 20 settembre 2011

Al "Terrazzo ristoro"

Vitigno di uva Rossese

E' tempo di vendemmia. Anche noi Liguri, come in tutte le regioni italiane, condividiamo questo evento e ne siamo partecipi con entusiasmo perché è una delle poche occasioni rimaste di lavoro in compagnia. La fatica diventa relativa, lo stare insieme ha la meglio.


Per quanto poco conosciuto, il vitigno dell'estremo ponente ligure dà un vino di ottima qualità, il Rossese, e sorprende sempre, quando si va in altre regioni, scoprire che è pochissimo conosciuto. Il vitigno si adatta molto bene al clima e al territorio ligure e ogni anno partecipo alla vendemmia dei miei amici Tino e Danila per rivivere momenti sempre piacevoli e di cui conservo bellissimi ricordi di quando ero bambina.

Scaletta in pietra murata a secco

Nelle vecchie vigne resistono nel tempo i muri e le scalette a secco che terrazzano l'impervio territorio ed acquisiscono quel fascino di opere che appartengono al tempo che fu: inevitabilemente, al giorno d'oggi, si utilizzerebbe comunque del cemento per legare le pietre ed accelerare i lavori...

Le vigne di Soldano, località Pin

Il paesaggio è molto bello. Vigne vecchie e nuove convivono grazie al Doc Rossese di Dolceacqua, che ha dato un'identità al prodotto delimitando le zone migliori di produzione. E quella di Soldano se lo merita senza ombra di dubbio.


Giungere alla pergola per il pranzo e trovare la tabella "terrazzo ristoro" è stata una bella sorpresa. Quel cartello, recuperato nello smantellamento di uno stabilimento balneare, aveva il fascino delle cose create negli anni Cinquanta-Sessanta, periodo in cui l'Italia rinasceva, cresceva e nella semplicità degli elementi rispecchiava una bellezza ancora innegabile al giorno d'oggi.


Al fresco del glicine, del fico e del caco, ogni elemento assume la sua funzione estetica ed utile, spesso proveniente dai recuperi più impensati. La diversità dei piatti, del colore delle lampadine, delle posate e di ogni oggetto presente creano una molteplicità che perderebbe importanza se invece quelle stesse cose fossero tutte omologate e di serie...

U cundigliùn

Non poteva mancare u cundigliùn (il condiglione), la tipica insalata ligure preparata con pomodori, cetrioli, peperoni verdi, basilico e olive. I tempi sono cambiati: una volta si trovava solo quel piatto, oggi, invece c'era ogni ben di Dio, dai salamini al capocollo alla brace, ma la cucina ligure è stata tuttavia rispettata, dato che la pastasciutta era condita con un ottimo sugo di pomodoro e basilico detto au magru (al magro) e una frittata di zucchine trombette di Albenga.

La tavolata

Un pranzo ed un rossese ottimo, compagnia splendida: cosa volere di più dalla vita? Giovani e meno giovani piacevolmente uniti per libare e scherzare al terrazzo ristoro... Ci si accorge proprio in questi momenti quanto il sistema di vita dei tempi attuali ci abbia isolato e quanta bellezza si può invece ancora condividere stando insieme.

Colline italiane e francesi

Tornando a casa, nella luce adamantina di settembre, il paesaggio aveva sprazzi e contorni più belli del solito. Salivano gli odori della macchia mediterranea, tornavano alla memoria passi di Biamonti e sembrava di attraversare una sua pagina di letteratura. Pensavo alla fortuna di vivere in questi posti e a quanto mi è caro questo ermo colle...

Il mare e la civiltà

Grazie alla luce che rendeva il mare brillante, potevo by-passare quegli orrori che hanno nel tempo cementificato la costa ligure. La vendemmia, il pranzo, la compagnia mi hanno regalato un profondo attimo di poesia tanto prezioso per vivere.
Devo ammettere che anche il buon rossese di Tino ha contribuito al tutto!


lunedì 19 settembre 2011

Siccità


Sarà anche tutta colpa della luna, però quando la mancanza di pioggia si fa sentire troppo a lungo si entra nella fase della siccità. Ieri ci avevano promesso pioggia e temporali, ma la perturbazione ci ha surclassato e nonostante le nuvole nere e i tuoni, di fatto la pioggia non è scesa. Durante la funzione serale della Messa vespertina, il parroco del mio paese ha sollecitato i fedeli alla preghiera affinché i cieli ci facciano dono del bene tanto prezioso, ma oggi è tornata addirittura l'estate e la questione comincia ad assumere toni inquietanti.
Anche mia madre ha partecipato al rito religioso, contravvenendo un antico detto che sempre le ripeteva mia nonna: "Piovere e cagare non bisogna mai pregare..."
I consumi d'acqua stanno raggiungendo i minimi contrattuali e a superarli son dolori. Inoltre vale ben poco irrigare a fronte di una sete così totale.
Problemi da agricoltori, di cui i cittadini non si accorgono neppure. Infatti, il più delle volte, per loro la pioggia è solo un disagio ai loro spostamenti e non sanno quanto invece sia così desiderata dalla Natura.
Altri mondi.


giovedì 15 settembre 2011

Chiudere sopprimere tagliare


Ogni giorno aumentano le chiusure di negozi e la cessazione di attività d'impresa; i treni soppressi creano innegabili disservizi; i tagli alla spesa pubblica depauperano principalmente la scuola e gli ospedali.
Lo stato sociale, frutto di più di cinquant'anni di lotte, è in via di smantellamento. Mal governi e capitalismo saturo ci stanno riducendo veramente male.
E' tempo di tornare alla terra, non come imprenditori, ma come contadini.
Qualcuno diceva che il progresso è regresso e forse aveva ragione.


lunedì 12 settembre 2011

Feria di settembre


La diga Les Mesces a Casterino, Francia

Anche se dura un solo giorno, ormai per tradizione la si chiama "feria." Quest'anno è capitata a settembre anziché ad agosto, con persone diverse, ma con lo stesso spirito delle precedenti: lo scopo è quello di andare a trovare una persona ben precisa, da raggiungersi nel luogo dove essa abitualmente o temporaneamente vive.

Casterino, Francia

In Liguria andare al mare o in montagna è un testa o croce: in un lasso di tempo relativamente breve si possono raggiungere entrambi. La meta di oggi è stata Casterino, in Francia, nella Valle delle Meraviglie, incastonata nella Val Roja che in parte è italiana, in parte francese.


Il paesaggio è di assoluta pace e bellezza, i larici sono la presenza dominante in tutte le varianti, tipo quella della quadrupla divisione di una stessa pianta.


Anche gli abeti catturano l'attenzione, soprattutto se hanno la ramificazione perfettamente orizzontale... Camminare, pranzare sui prati e partire infine alla ricerca di Jean-Marie, il pastore, o meglio le berger amico di Gian Paolo e Fiorella, è lo scopo del nostro viaggio, dato che ci aspettava per l'ora del caffè.


Un'appendice al pranzo al sacco era doverosa, assaggiando il suo formaggio, sorseggiando un buon bicchiere di vino Rossese, curiosando sul vocabolario di Francese-Tendasco, opera di un volenteroso abitante di Tenda, redatta con una precisione di tutto rispetto.


E finalmente ecco giunto il momento del caffè: Jean-Marie ce lo ha preparato nella caffettiera napoletana, che elogia come infallibile e sempre funzionante!

Jean-Marie Lanteri, le berger

Non conoscevo questo personaggio, ma in men che non si dica ho subito individuato in lui una persona semplice e cristallina, riflesso di una vita incontaminata da ritmi e brutture. E' chiaro che il paesaggio entra a far parte dell'esistenza di una persona ed i suoi modi, i suoi tempi e la sua serenità sono in sintonia con ciò che gli sta attorno.
Volevamo vedere le sue mucche, ma erano all'alpeggio a più di mezz'ora di strada a piedi, quindi non rimaneva che mettersi in marcia per raggiungerle.


Percorrendo la strada militare, ci siamo goduti via via il paesaggio, conversando con Jean-Marie sulla vita che conduce un pastore e rendendoci conto che la fatica e la durezza di quella vita sono compensate dalla grande passione e dall'ambiente.


Finalmente (almeno per me!) abbiamo raggiunto la mandria delle splendide mucche RPV (rosse-pezzate-valdostane) che egli stesso aveva accompagnato all'alpeggio al mattino e che andava a riprendere alla sera, dopo averle lasciate pascolare tutto il giorno da sole.

Jean-Marie e Dumbo

Al momento opportuno, Jean-Marie ha dato il via al suo cane, Dumbo, di radunare le mucche e così è stato: girando loro attorno come per segnare un perimetro e abbaiando, si sono radunate tutte assieme per la strada per iniziare il cammino del rientro.

Luca Lanteri, il figlio

Modernità e vita di montagna possono darsi la mano: nonostante la passione per la meccanica, Luca è molto presente alla realtà familiare e spesso si occupa lui stesso della transumanza delle mucche, con trasferte anche di 4 ore di cammino. Ci ha colpito, oggi, il fatto che si sia recato al fiume debitamente attrezzato per prelevare delle trote in laghetti che stavano per prosciugarsi e portarle più a monte in zone del torrente in cui l'acqua abbonda... Un gesto decisamente nobile.


Tornati alla malga, Jean-Marie si prepara per una consegna di formaggio. Ci ha dedicato un pomeriggio intero e la sua è stata un'ottima compagnia. Si ha bisogno di incontrare persone così, trasmettono pace e serenità e dimostrano che è possibile vivere senza tante elucubrazioni. Anche lui ha i suoi problemi e le sue difficoltà, ma è limpido e perseverante.

La "sola"

Con l'ottimo latte delle mucche RPV, le berger produce un unico tipo di formaggio, la sola, nome che deriva dal dialetto piemontese e che corrisponde all'italiano "suola". In effetti, queste tome, pur essendo abbastanza grandi, non sono particolarmente alte (circa 5-6 cm.), ma essendo fatte con il latte intero sono gustosissime.
La feria, anche quest'anno, oltre ad una splendida giornata, ci ha regalato un'importante insegnamento. Adesso sta a noi metterlo in pratica.