lunedì 30 gennaio 2017

Bianca

Adelma, Bianca e Eraldo Guglielmi

Due sorelle ed un fratello: Bianca nasce nel 1920, Eraldo nel 1925 e Adelma nel 1930. Cinque anni separano le loro nascite, così come tra i nipoti di Bianca saranno sempre cinque gli anni che tra fratelli faranno la differenza.

Quando una persona ci lascia si schiude del tutto la sua essenza ed è solo in quel momento che si ha una comprensione completa di chi era veramente. Raramente dedico un post a qualcuno del paese quando ci lascia per sempre, ma Bianca merita una riflessione. 

Eraldo, Bianca e Adelma

Vive fino a 96 anni e mezzo. Un'età veneranda, ma ciò che mi colpisce nel ripensarla è il fatto di rivederla nel corso del tempo sempre disposta a dare senza mai chiedere nulla. Amatissima dai quattro nipoti di sangue, cui si sono aggiunti i consorti e i discendenti, Bianca ha saputo conquistarli tutti proprio per quella sua presenza amorevole ed umile, che nulla mai chiedeva in cambio.

Giampiero e Pia

Il mio primo mare... mi affidarono a lei, ci portava Giampiero e ci potevo stare anch'io... eravamo due bambini vivaci, ma lei, paziente, acconsentiva. E così partivo, con la borsetta di velluto verde, il panino, i soldi per il gelato e la corriera ed anch'io beneficiavo della sua bontà. 

Bianca. 
Sì, una riflessione se la merita: non possiamo dimenticarla, ci ha lasciato un grande insegnamento: quello dell'altruismo, della pazienza, dell'amorevolezza, della disponibilità, della laboriosità. A volte andiamo cercando maestri e profeti nei libri o nelle sedi più disparate senza renderci conto che alcuni silenziosamente vivono da sempre attorno a noi. 

Adelma e Bianca nel 2014  

Era la zia di Susy, Giampiero, Lucio e Andrea, ma simbolicamente un po' la zia di tutti noi o, per lo meno, quella zia che tutti avremmo voluto avere.

Bianca, sì, di nome e di fatto: buon viaggio tra gli angeli.


martedì 10 gennaio 2017

Il tutto che diventa il nulla


A volte il passato ci spaventa, anche se non riusciamo, per istinto, ad andare indietro oltre al secolo. Abbiamo conosciuto bene chi è nato circa cento anni fa: erano i nostri padri, i nostri nonni, i veci che, alla luce della nostra infanzia, ci rappresentavano il volgere al tramonto della vita.
Poi ci siamo dimenticati di loro.
Ed ora, quando un attimo di riflessione ce li fa ricordare, sentiamo dentro di noi un disagio: tutto è cambiato, loro non appartengono a questo presente, sarebbero una nota stonata.
E pensare che il mondo non ha cento anni soltanto, ma secoli e secoli, e noi ne siamo la continuità, benché questo pensiero ci dia fastidio. Siamo "obbligati" ad un presente compresso, stancante, stressante, per certi versi, "disumano". Un presente che non lascia posto al passato e nemmeno al futuro perché, tutto sommato, stiamo andando verso il domani senza sapere bene perché e per che cosa. Andiamo e basta.
Strati di cemento, di asfalto, di plastica, di vetro, di ferro, di alluminio e quant'altro hanno sepolto ogni traccia di chi ci ha preceduto. Il mondo continua a seppellire altri mondi, spesso migliori di quelli attuali, cancellando con fulminea velocità anche sentimenti ed emozioni oltre alle cose.
Il tutto che diventa il nulla.