Georgette (1924)
Dal nome si capisce che Georgette è francese, ma si sposò con un Vallebonese e per tutta la vita svolsero l'attività di cuochi in importanti ristoranti della Costa Azzurra.
Hanno dedicato la loro vita a cucinare e la loro particolarità è stata quella di aver mantenuto quell'arte con passione anche durante l'età della pensione: al mattino partivano, andavano a fare una consistente spesa e poi, nel loro casùn (casolare) di campagna si preparavano gustosissimi pranzetti esalando profumi di cibo da far contorcere le budella.
Hanno dedicato la loro vita a cucinare e la loro particolarità è stata quella di aver mantenuto quell'arte con passione anche durante l'età della pensione: al mattino partivano, andavano a fare una consistente spesa e poi, nel loro casùn (casolare) di campagna si preparavano gustosissimi pranzetti esalando profumi di cibo da far contorcere le budella.
Adesso Camillo non c'è più, a 87 anni ha lasciato sola Georgette, dopo una vita trascorsa in assoluta simbiosi.
Georgette è una persona meravigliosa, benevola, presente. Acconsente agli altri, dimostrando una capacità abbastanza rara di accettazione senza giudizio .
Georgette mi fa pensare a quanto i vecchi siano liberi di essere quel che sono, trasmettendo senza difese e senza maschere se stessi: "sentirli" è straordinario, per questo li considero dei maestri di vita.
Ovviamente non tutti.
mi piace pensare che georgete adesso possa parlare un po' anche con noi e darci.
RispondiEliminai paesi(io Badalucco) devono recuperare memoria e anima vivendo queste persone
grande pia
complimenti per questi ultimi tre post, pieni di sguardi velati, ma ricchi di saggezza. da Lidia e Pippo (che conosco personalmente), fino a Georgette...belle persone...
RispondiEliminatenere e indifese come bambini...
ciao e...buona serata.
che belli davvero questi ultimi post.
RispondiEliminaSono sguardi su di un mondo che la gente spesso non vuole vedere, che la gente ha dimenticato.
Per quanto il nostro mondo invecchi e si innalzi l'età media (destinata a scendere, dico io), ci scordiamo del valore delle vite passate, ci scordiamo di essere anelli di una catena, ci scordiamo che per essere adesso noi qui, ci devono essere state delle premesse.
E quanto è bello stare ad ascoltarle, quelle premesse...
non aggiungo altro a quello che è stato detto dai commenti che mi hanno preceduto e che condivido in pieno.
RispondiEliminaUn abbraccio
Belli questi post che tengono memoria di un mondo che sta scomparendo.
RispondiEliminaCiao
Sileno
Bravissima Pia.
RispondiEliminaDa un episodio del film "Sogni" di Kurosawa
Il Villaggio dei Mulini
Il protagonista si ritrova in un idilliaco villaggio ai margini di una foresta, attraversato da un fiume che aziona molti mulini ad acqua che irrigano i campi. Presso uno di questi, incontra un vecchio centenario per nulla infiacchito dall'età, anzi decisamente vitale, che gli spiega come si debba condurre la propria esistenza se si vuole essere felici, gli abitanti del villaggio avevano infatti deciso di allontanarsi dal progresso e dalla modernità ritirandosi in quel villaggio proprio per cercare la felicità terrena nella semplicità della natura; dopodiché, si accomiata per seguire il corteo funebre (con tanto di banda musicale) del suo primo amore, che però aveva sposato un altro. Il protagonista, soddisfatto, s'allontana, mentre il fiume scorre sereno...