Un autunno morto, sofferto, spento. La siccità dei mesi precedenti ha impedito che le foglie si colorassero di rosso, di arancione, di giallo digradanti: sì, alcune sono diventate gialle, ma la maggior parte sono seccate direttamente, senza trascolorire.
C'è nell'aria un sentore di squilibrio a tutti i livelli. Si va da un eccesso all'altro e tutto ciò che sta in mezzo, ciò che è virtuoso come dicevano i Latini, sta perdendo la partita.
Così i colori dell'autunno, così le mezze stagioni, così il ceto medio, così le possibilità di mediare. Non è un bel vivere.
Scialbo, come questi periodi. E speriamo che lo scialbore non si trasformi in qualcosa di peggiore (ops, m'è scappata la rima).
RispondiEliminaCiao Pia, hai ragione, sta cambiando tutto e senza seguire alcuna logica.
RispondiEliminaMi ricordo che da piccolo quando succedeva qualche cosa di strano diceva sempre.....aahhhh, da candu l'omu u l'he andau in scia luna......l'è scangiau tutu.
Scusa non l'ho scritto: lo diceva sempre mia nonna. Ciao.
RispondiEliminaA "Gran Nivura" ha perso molte foglie di quelle più in alto, come dici tu: seccate direttamente senza trascolorire e, aggiungo, con largo anticipo; invece ieri, salendo verso Realdo, non è mancata la fantasmagoria di colori.
RispondiEliminaQualche raro sparso colore mi é parso di vedere qua e là in questi giorni. Solo una timida speranza?
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