Il corbezzolo (l'arbùssìn)
foto Marlor (solo questa, e si vede!)
Nei territori dei paesi di mezzacosta l'estensione del bosco è assai limitata rispetto a quelli più interni. Trattasi della tipica macchia mediterranea, con molti arbusti e poche piante di alto fusto. Una sorta di boscaglia, con la quale si vive un rapporto diverso dal bosco vero e proprio, quasi un mordi e fuggi, e dove è pressoché impossibile perdervisi dentro.
C'è chi lo vive per la caccia, chi per i pochi funghi che vi nascono, chi per raccogliere arbusti destinati ai mercati floricoli, chi per approvvigionarsi di aromatiche e chi per assaporarne i frutti.
La parte del leone, in questi boschi assai vicini al mare, la fa il corbezzolo. Ad autunno inoltrato inizia la maturazione di questo particolare frutto "spigoloso" che, degustato ben maturo, ha il pregio di non essere troppo dolce e regala quella netta sensazione di relazione col bosco. Ci sono frutti in abbondanza e grappoli di fiori bianchi che preannunciano quanto sarà copiosa la produzione del prossimo anno.
Mi ritrovo a mangiar corbezzoli sempre senza premeditazione. Un tempo andavo nel bosco in questo periodo per provvedere alla chiusura di una linea idrica, ma da alcuni anni non è più compito mio. Ieri sono andata a fare un giro spassionato in regione Pace degli occhi, toponimo da cui si deduce quale splendido panorama si possa godere, ed ecco che trovo gli ultimi corbezzoli della stagione, giusto in tempo per assolvere al rito.
Con i frutti (antidiarroici) si possono fare marmellate e liquori; i fiori sono molto ambiti dalle api per dar vita ad un pregiato miele; il legno è un ottimo combustibile; le foglie sono usate per decotti diuretici e, un tempo, per la concia delle pelli, visto il loro alto tasso di tannino; le piante hanno ottime caratteristiche ornamentali.
Il corbezzolo è diffusissimo nelle Marche, ma anche noi Liguri, che non ci facciamo mancare niente, fino ad 800 metri di altezza ne disponiamo a sufficienza. E gratis.
Proprio non riesco a farmelo piacere! In alcune proprietà di famiglia, ci sono alberi centenari, immensi, ogni volta che ci capito quando ci sono i frutti maturi riprovo ad assaggiarne uno con la speranza che possano piacermi...speranza vana!
RispondiEliminaLa pianta del corbezzolo è il simbolo del tricolore nazionale, bianco-fiore- rosso-frutto-verde-foglie- tutti insieme!
Ciao Pia, Roberta.
Da bambino la frutta era costituita da corbezzoli, nazarole, giuggiole, melograni, sorbe, nespole.
RispondiEliminaE del legno di giuggiolo si diceva che fosse molto buono per fare sculture, tanto che una volta un tale inginocchiato davanti ad un Cristo ligneo aveva esclamato: e pensare che ti ho conosciuto quando eri ancora zizura !
Pace degli occhi.... mai sentito un nome così bello per luoghi nostrani, solo: valùì, sciorba, sansuane, persagu.
RispondiEliminaPer correttezza questa, la foto dell'arburussin, non è mia, da libera diffusione sito foto. Ciao.
Ad Isola li chiamiamo mereli darbusu, a Buggio amaudui. Cinque anni fa mi regalò una piantina Severina di Ceriana, ma dopo un anno morì. Così ripeté il regalo, e adesso l'alberello ha quattro anni ma stenta a crescere. Ma perché certe esclamazioni in italiano, che vanno andando in disuso, nespole! corbezzoli!
RispondiElimina