domenica 28 dicembre 2008

Questione di termini

Su La Stampa di oggi, in prima pagina si legge: "Bolzano, lo sciatore killer si costituisce: ha sedici anni."
Fabio invece ne ha tredici, è in macchina con suo padre, ha il giornale in mano e gli chiede: "Papà, cosa vuol dire killer?" e questi risponde: "Persona pagata per uccidere".
"Ma allora non si è trattato di un incidente, quel ragazzo voleva uccidere per denaro..."
L'equivoco, quando il padre ha visto l'articolo, è stato presto chiarito, ma il cattivo uso della lingua, oltre che devastare le risapute e ripetute coniugazioni dei verbi, si manifesta anche in altri modi, danneggiando coloro che non possono ancora sapere e quindi acquisiscono i significati in maniera distorta.
Il giornalista è una professione di tutto rispetto, ma altrettanto rispetto lo esige la lingua italiana.
La reazione del papà di Fabio è stata: "Lo radierei dall'ordine!"
E voi che cosa fareste?

5 commenti:

  1. I giornalisti si possono permettere anche questo!!!

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  2. Radiarlo vuol dire licenziarlo e di questi tempi sarebbe un crimine più grave di un errore linguistico. Tuttavia io non digerisco queste 'licenze' linguistiche (che in realtà sono espressioni di ignoranza). Propendo per un sano ritorno sui banchi di scuola per questo e per altri giornalisti.
    Ciao :-)

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  3. Approvo quanto scritto da coscienza critica, però al bimbo bisognerebbe anche spiegare come mai il ragazzo ora è a casa, libero dopo aver ucciso....ciao ciao giò

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  4. Come in ogni settore alligna la gramigna, ed anche nel giornalismo, impera la leggerezza.

    Peccato, perché i giovani vi si accostano con fiducia.

    Un bel post che fa riflettere. Complimenti.

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  5. ottima osservazione..anche se andrebbero fatte migliaia di osservazioni su strafalcioni del genere...
    radiarlo mi sembra eccessivo:mandiamolo al tg4

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