E' un vitigno tipico di questa zona in quanto si rivelò essere l'unico ad adattarsi bene al territorio e al clima.
Il vino è di color rubino, un pò "difficile" al palato dei più, non molto conosciuto, ma apprezzatissimo dalla gente del posto.
Ha una D.O.C., ovvero "Rossese di Dolceacqua" ed è coltivato in un comprensorio non molto vasto, che abbraccia due vallate, la val Nervia e la val Verbone: Camporosso, Dolceacqua, Soldano e San Biagio della Cima sono i comuni di maggior produzione.
San Biagio è il paese natale dello scrittore Francesco Biamonti, che cito perchè amava particolarmente questo vino.
Il Rossese si adatta a tutte le pietanze liguri locali ed è meraviglioso berlo nelle poche cantine rimaste, quelle dei centri storici, in cui l'atmosfera è davvero al di là del tempo.
Sì, perchè in tu fundu (in cantina), la dimensione è decisamente umana: se si entra, bisogna lasciare la fretta fuori dalla porta ed il Rossese aiuta ad arrivare fino in fondo in tutti i sensi...
A parte i blogger locali, qualcuno di voi lo conosce?
E voi, blogger locali, che lo conoscete, siete d'accordo?
La mia quotidianità ha a che fare con il vino. Lo conosco e mi piace il Rossese, ma ancor di più la meravigliosa Dolceacqua.
RispondiEliminaMi hau già fatto venire l'acquolina ... ^__^
RispondiEliminaCerto che sono d'accordo
RispondiEliminaFasse un pà de goti in tu fundu
ti illumina la vita.
Salù
"In Vino Veritas", ma anche allegria, amicizia e sana disinibizione!
RispondiEliminaMi hai fatto ricordare il migliore da me mai bevuto (più di vent'anni fa) a San Biagio dall'ex collega non più tra noi Francesco Maccario.
Cin cin a tutti e ..... allegro 2009!
Ho lavorato molti anni a Dolceacqua, nel periodo della vendemmia e in quello del travaso era un piacere passeggiare nei carugi, soprattutto in via Barberis prima della chiesa, dove c'è un fondo appartenente a un produttore molto conosciuto, il profumo era inebriante il rossese ancor di più!
RispondiEliminaCiao Pia
non lo conosco, ma colmerò questa lacuna
RispondiEliminaBuono anche con le rostelle. Fa sempre buon sangue.
RispondiEliminaAmo il vino in compagnia, ma solo durante i pasti. Amo il Nero d'Avola in tutte le sue magnificenze aromatiche. Questo tuo Rossese però mi manca al palato.
RispondiEliminamai assaggiato, la prossima volta che vado all'iper do un'un'occhiata...
RispondiEliminanon lo conosco ma rimedio eh?
RispondiEliminaIo lo conosco, lo conosco eccome. Eccome non potrei conoscerlo che sono nato e cresciuto in queste terre. Avevamo anche delle vigne in Veonixi che è meglio non ci pensi se no mi viene il magone. Vino di grandi fatiche su terre aride e avare, su fasce strette strappate alle pendenze appese. Ogni famiglia una volta aveva la sua vignetta, e la cantina e il torchio. A me la cantina, quella a volta è rimasta, e anche il torchio che più o meno ha cent'anni e una storia lunga alle spalle.
RispondiEliminaNella mia cantina ho qualche decina di bottiglie di Rossese di produttori diversi ma non le bevo perchè preferisco la Coca Cola.
RispondiElimina@ Pietro
Il buon Rossese non si compra all'Iper ma si beve nelle nostre cantine possibilmente dopo mezzanotte.