Ci sono soltanto 18 chilometri tra il mio paese e Sanremo, ma è come se fosse su di un altro pianeta.
Soltanto in gioventù si era galvanizzati dalla presenza nella vicina città di famosi cantanti da inseguire per strappare loro un autografo o poter dire agli amici di aver visto qualcuno in carne ed ossa...
Poi subentra la necessità di prendere le distanze: già Sanremo è abitualmente una città impossibile per via del traffico, per cui nel periodo del Festival è addirittura precluso andarvi.
Ma la distanza vera e propria è quella di volersene stare al di fuori e tuttalpiù essere spettatore come qualunque altra persona che, inevitabilmente, segue qualche serata, qualche frammento oppure tutte le puntate al completo.
Per noi periferici la vita scorre come sempre, anche se lanciamo sempre un occhio allo spettacolo, sperando che qualcosa di veramente bello possa arrivare.
Benigni ha onorato questa aspettativa; il resto è il solito altalenarsi di pensieri che tendenzialmente disapprovano molte cose.
D'altronde il Festival di Sanremo è uno specchio di questa Italia carnevalesca.
Non seguo, in genere, il festival. Ne guardo qualche spizzico, ma Benigni non me lo sono perso...
RispondiEliminaCome sempre, non ha deluso le aspettative.
Ciao. Pia
ps: ti ringrazio di avere inserito il mio blog tra i tuoi link. Domani ricambierò volentieri.
ahi, ahi,
RispondiEliminaSanremo... note dolenti...
Quando ero ragazzo, la domenica dopo il sabato che aveva visto la finale eravamo tutti attorno al jukebox per ascoltare le canzoni. Allora il Festival era ancora musica, e per questo era nato. Adesso la musica è marginale, contano di più i pettegolezzi, le polemiche e qualche scandaluccio che ci gira attorno.
RispondiEliminaE' un avvenimento, lo caricano di aspettative per mesi, lo spettacolo innanzi tutto. Quest'anno non l'ho visto. In compenso ho visto, sugli altri canali dei film molto belli primo fra tutti "Quinto potere".
RispondiElimina...il Festival di Sanremo è uno specchio di questa Italia carnevalesca.
RispondiEliminaAppunto!