giovedì 12 febbraio 2009

Tagore

Il giorno è venuto
in cui la visione
di questo mondo per me è perduta
e la mia vita in silenzio
prende commiato,
stendendo sui miei occhi
l’ultimo velo.

Eppure le stelle veglieranno a notte,
e il mattino sorgerà come sempre,
e le ore si gonfieranno
come le onde del mare
contando i piaceri e le pene.

Vedo, alla luce della morte,
il mondo con i suoi tesori.
Prezioso è anche il più umile posto,
anche la vita più umile è preziosa.

Ho ricevuto il mio congedo.
Ditemi addio, fratelli miei!
Mi inchino a voi tutti
e prendo commiato.

Ecco, rendo le chiavi
della mia porta –
rinuncio a ogni diritto
sulla mia casa.
Vi chiedo soltanto
ultime parole gentili.

Per molto tempo fummo vicini
di casa, ma ho ricevuto
più di quello che potevo dare.
Ora si fa giorno,
e la lampada che rischiarava
il mio buio cantuccio s’è spenta.
E’ giunto un richiamo
e sono pronta al mio viaggio.

E’ giunta l’ora della mia partenza;
amici, auguratemi buona fortuna!
L’aurora ha tinto il cielo di rosa,
e bello si stende il mio sentiero.

Non chiedetemi cosa porto con me.
Parto per il mio viaggio a mani vuote
e col cuore pieno di speranza.

3 commenti:

  1. Tagore cattura con la sua poesia delicata eppure intensamente appassionata.
    I suoi versi sono di una bellezza e di un'espressivtà che incantano nella semplicità di immagini meravigliose e universali.

    Pia, passa da me a leggere una delle mie poesie...

    A presto.
    ananrita

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  2. Bellissima...
    Vi chiedo soltanto
    ultime parole gentili

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  3. Incredibile che solo tre persone abbiano espresso un pensiero su questa poesia che andrebbe letta come una parabola del vangelo ad ogni funzione...

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