"Ebbero molto più senso del passato i popoli ai primordi della storia che non i successivi. Quando un popolo non ha più un senso vitale del suo passato si spegne. La vitalità creatrice è fatta di una riserva di passato. Si diventa creatori - anche noi - quando si ha un passato. La giovinezza dei popoli è una ricca vecchiaia.
La creazione nasce dalla innumerevole ripetizione di un atto, che a forza di di routine diventa stucchevole. Poi viene un periodo di smarrimento, di tedio. Allora l'atto dimenticato per la sua banalità, risorge come miracolo, come rivelazione, ed ecco lo slancio creatore."
Cesare Pavese (1908 - 1950)
E difatti viviamo un periodo di memoria sempre più corta. Direi nulla. C'è chi sbraita, per motivi puramente demagogici e di parte, delle radici cristiane dell'Europa e non sa nemmeno di casa parla. Lo vediamo anche nei nostri piccoli paesi che il ricordo del passato è quanto mai aleatorio. La memoria non è un libro scritto, per quanto meritorio, delle cose che furono, ma carne e sangue nostri, vita nostra presente alimentata dalla spinta delle azioni e dei pensieri dei nostri avi, azioni e pensieri che dovremmo arricchire anche noi per le generazioni future.
RispondiEliminaHo parlato altre volte in altri posti del nostro tempo malato. Una delle malattie del nostro tempo è l'iato non ricomponibile fra passato e futuro in un presente assente.
Speriamo di essere "solo" nel periodo di smarrimento e che l'atto dimenticato risorga presto.
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