Gioachino Belli
Mentre ch'er ber paese se sprofonna
tra frane, teremoti, innondazzioni
mentre che so' finiti li mijioni
pe turà un deficì de la Madonna
Mentre scole e musei cadeno a pezzi
e l'atenei nun c'hanno più quadrini
pe' la ricerca, e i cervelli ppiù fini
vanno in artre nazzioni a cercà i mezzi
Mentre li fessi pagheno le tasse
e se rubba e se imbrojia a tutto spiano
e le pensioni so' sempre ppiù basse
Una luce s'è accesa nella notte.
Dormi tranquillo popolo itajiano
A noi ce sarveranno le mignotte
Giuseppe Gioachino Belli (Roma, 1791 – Roma, 1863)
"Prelavata" da Facebook
I grandi sono sempre attuali, ma questi versi lo sono più che mai.
RispondiEliminaUna pignoleria, ma non del tutto. Visto che il componimento è un sonetto, dividiamolo nelle strofe giuste: due quartine e due terzine.
la conferma che la storia si ripete sempre!
RispondiEliminama visto che ci siamo già passati, magari potremo averne un suggerimento su come rimediare, no?
E' proprio bella.
RispondiEliminaAnche se non credo sia del belli e' bella.
Precisa ,reale,drammatica verità
Tutto come sempre. Povera Italia!
RispondiEliminaCiao Pia,
Lara
attualissima!!!!
RispondiEliminasicuramente non è una poesia del Belli (le pensioni di anzianità le ha introdotte Bismarck nel 1889 e non credo che la fuga dei cervelli nelle università straniere fosse un problema molto attuale nell'italia del buon Gioacchino)però complimenti a chi ha realizzato questo simpatico falso. Lo stile senz'altro è adeguato al clima generale in cui viviamo...
RispondiEliminaandrea