giovedì 13 gennaio 2011

La vera Liguria

Ulivo e muro a secco (foto Marlor)

L'ultimo articolo, in "Il Secolo XIX", 18 ottobre 2001
di Francesco Biamonti

"La Liguria, la vera Liguria, quella che va dai cento ai mille metri sul mare, resiste ancora, o almeno si può ancora immaginare come era. Basta superare con la mente alcune orrende costruzioni, ci si può ancora imbattere in lampi improvvisi d'ulivi aggrappati alle rocce come farfalle dalle ali polverose. Sorgono, questi lampi, da terrazze strette con muri a secco, e si perdono contro il cielo di un azzurro che corrode i crinali.
I fondovalle e le rive marine sono da dimenticare.
Non ci sono più gli orti, i fichi, gli agrumeti, gli oleandri, le tamerici; dappertutto stabilimenti di cartone, serre avvelenate, baracche, lamiere, costruzioni senza stile ma, in compenso, enormi e alla rinfusa. E poi perché? Per niente. Ormai ci si accorge che, chi lavora contro l'ambiente, alla fine perde. Ci sono stati sindaci che miravano solo ad ingrandire il numero delle case e degli abitanti. Non avevano nessun metro, nessun senso del mondo. (...) Di un paese di mille anime e di poche casette hanno fatto un coacervo di palazzi da prigione senza verde.
Ora è tempo di dire basta, di salvare il salvabile. Certo i cementieri sono forti, e in più alleati in tutti i modi con i costruttori e collegati con i politici. E' tempo di dire basta: sembra che stia sorgendo una speranza di rinascita nell'olivicoltura, una scoperta o una riscoperta dell'olio di oliva nel mondo.
Speriamo che la civiltà dell'ulivo torni. Tutto il mediterraneo ne ha bisogno. In Provenza si sono mossi. Anche da noi in questi ultimissimi tempi qualcosa serpeggia. La gente delle terrazze comincia a crederci. Si vede di nuovo qualche ulivo potato a regola d'arte, a quel modo che sembra che preghi, con le fronde che scendono e implorano nella brezza.
'Apprendi l'arte e mettila da parte'. Di gente anche giovane che sa potare gli ulivi, abbacchiare e dissodare senza rompere le radici ce n'è ancora. Se i tempi che dico tornano, non avranno bisogno, questi giovani, di viaggiare per le Cine, le Cube e le Afriche immaginarie. (...) Perché i Liguri hanno sempre avuto la religione delle opere. Erano cosmopoliti, andavano a lavorare in Francia, ma poi si costruivano il loro rifugio, il loro piccolo regno, il solo regno che non fosse opera di brigantaggio. E così hanno scavato e terrazzato e ulivato da zero fino a ottocento metri sul livello del mare. L'ulivo l'avevano portato i Fenici e avevano insegnato a innestarlo sull'olivastro e sul leccio.
Si sa, la sera è bella dappertutto, ma qui diventa indicibile, una lenta, lentissima replica all'aurora, forse perché il cielo sull'aspra cadenza e morfologia delle colline si mantiene a lungo chiaro, mentre scendono le ombre delle montagne e un'altra massa d'ombre sale dal mare e si compone in blu genziana già solcato dai dirupi e dall'ombra dei valloni. Una luce arcaica erra tra gli ulivi, entra nei paesi, nei resti dei paesi che sembrano ancora intatti".


Francesco Biamonti, Scritti e parlati, Einaudi, Torino 2008, p. 153-154

E domani ci ritroviamo in tanti al Laboratorio Internazionale sul Paesaggio a San Biagio della Cima.


7 commenti:

  1. Un'analisi cruda, moralmente violenta perchè il disastro è colpa nostra, di noi liguri. Ci siamo fatti fare di tutto ammaliati, o, meglio, indifferenti, alle sirene padane, risolute, prosperose (sic!) ed altrettanto indifferenti al rispetto di quello che hanno trovato. Ecco che non esiste più un metro di costa così come il Signore (la Natura) l'ha fatto, ecco la babele dei mattoni e delle strade, che offusca adirittura il caldo del sole.

    RispondiElimina
  2. sai che gli ho fatto un intervista per la tesina che ho portato alla maturità (2001) e mi ha detto le stesse cose!alla fine gli unici spazi ancora vergini sono gli spazi verticali gli unici ad essere rimasti uguali nei secoli...qui mi allaccio con Battiato "la linea orizzontale spinge verso la materia quella verticale verso lo spirito...."

    RispondiElimina
  3. innanzitutto dobbiamo liberarci da tutte quelle immonde costruzioni di ondolux ...

    RispondiElimina
  4. Molto bello e interessante questo testo di Francesco Biamonti... Grazie Pia per averlo condiviso con noi!

    RispondiElimina
  5. Era da tempo che cercavo il testo di questo articolo! Grazie per averlo trascritto sul tuo blog :-)

    RispondiElimina
  6. Bello ! Molto ben espresso un sentire comune anche ad altri luoghi .Lorenza

    RispondiElimina
  7. Peccato che la Liguria sia bellissima, ma i Liguri sono sempre stati poco ospitali ... ( SE NON LE VA BENE COSI' ... SE NE VADA PURE ... ) questo non fa bene all'economia ed alla valorizzazione del territorio.

    Sempre peggio e sempre più dura ...

    RispondiElimina