Discarica
Nell'era del "produci, consuma e crepa" ci sono giorni in cui si vivono dei momenti di vera e propria asfissia del materialismo a cui ci condanna il sistema.
La società del benessere ci sommerge di oggetti al fine di "migliorare" qualitativamente la nostra vita, ma ciò comporta dipendenza, ovvero incapacità a svolgere determinati lavori se non si fa ricorso alle macchine. Tuttavia queste ultime, in seguito all'usura o semplicemente per senescenza, a volte non funzionano o fanno girare le scatole in modo inverosimile. Ecco, quando ciò accade ci si innervosisce a tal punto che si vorrebbe riappropriarsi dei tempi e dei modi in cui tutto era possibile fosse eseguito senza il loro aiuto. Quando impediscono di lavorare, andrebbero sostituite, ma non ci sono i soldi per nuovi investimenti; andrebbero riparate adeguatamente, ma gli addetti operano velocemente e senza le dovute attenzioni... Insomma, sentirsi prigionieri e impotenti di fronte a certi meccanismi fa imbestialire.
E tutto questo materialismo che ci travolge ingrassa il mucchio delle discariche e contribuisce sempre più a rendere il mondo una mega-pattumiera.
Siamo proprio degli imbecilli.
Sì, cara Pia, lo siamo imbecilli.
RispondiEliminaAltrimenti non saremmo caduti nella trappola dell'usa e getta o quantomeno ci saremmo svegliati prima.
Un abbraccio,
Lara
Semplice , sintetico, vero . Sto coltivando la trombetta di Albenga, ti dirò i risultati (è la seconda volta che lo faccio) .
RispondiEliminaD'accordo, cara Pia.
RispondiEliminaEh, però se non si fa così il Pil non aumenta, l'economia ristagna, il paese va in recessione, i mercati ci sfiduciano...
RispondiEliminae ad arrrichire le mafie.....
RispondiEliminasiamo anche dementi
ciao
in materia nulla si crea e nulla si distrugge...
RispondiEliminail consumismo sfrenato è un male, ma quello che oggi è rifiuto un giorno servirà nuovamente a produrre qualcosa