C'era una volta un ragazzo dal carattere molto difficile.
Si accendeva facilmente, era rissoso e attaccabrighe. Un giorno, suo padre gli consegnò un sacchetto di chiodi, invitandolo a piantare un chiodo nella palizzata che recintava il loro cortile tutte le volte che si arrabbiava con qualcuno.
Il primo giorno, il ragazzo piantò trentotto chiodi. Con il passare del tempo, comprese che era più facile controllare la sua ira che piantare chiodi e, parecchie settimane dopo, una sera disse a suo padre che quel giorno non si era arrabbiato con nessuno. Il padre gli disse: "È molto bello. Adesso togli dalla palizzata un chiodo per ogni giorno in cui non ti arrabbi con nessuno". Dopo un po' di tempo, il ragazzo potè dire a suo padre che aveva tolto tutti i chiodi. Il padre allora lo prese per mano, lo condusse alla palizzata e gli disse: "Figlio mio, questo è molto bello, però guarda: la palizzata è piena di buchi. Il legno non sarà mai più come prima. Quando dici qualcosa mentre sei in preda all'ira, provochi nelle persone a cui vuoi bene ferite simili a questi buchi. E per quante volte tu chieda scusa, le ferite rimangono".
Gli esseri umani sono fragili e vulnerabili. Tutti portano un'etichetta che dice: "Trattare con cura, maneggiare con cautela, merce delicata".
Bruno Ferrero, Ma noi abbiamo le ali - Piccole storie per l'anima, Edizioni Elle Di Ci, Torino, 2005
"...le ferite rimangono" nella memoria dei sopravvissuti
RispondiEliminaE' propio vero bisogna rius cire a mantenere il propio autocontrollo per non commettere errori di cui ci si pente.
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