La treccia di Suzanne Valadon - 1884
Pierre Auguste Renoir
Sii benedetto, corpo, mio corpo
sfiorito, incontrollabile, infelice.
Io ti benedico così come sei, nato
da ventre di donna e dal mare
delle origini, così simile al cervo
e al lupo, all'albero, all'erba.
Hai conosciuto la fatica torbida
di crescere, primavere dopo primavere
di febbri e mal di gola, la vertigine
di espanderti come il sole, di cercare
un altro corpo secondo il misterioso
terreno calamitarsi delle cose
e il ruotare tagliente dei satelliti
intorno ai loro lontani pianeti.
Sii benedetto, corpo-sogno, corpo-anima
fatto d'acqua e di fuoco, terra e cenere.
Li conoscerò un giorno i tuoi segreti.
E perché in cielo brilla ogni giorno Venere.
Giuseppe Conte - Imperia Porto Maurizio, 1945
Molto bella.
RispondiEliminaIl corpo: fonte di gioia e di tormento, abito che porta tutti i segni del tempo.
Di uno splendore arcano, quel ritratto!
RispondiEliminaNei commenti dell'uno e dell'altro ho trovato la conferma al mio pensiero: "molto bella" la poesia e "splendido" il ritratto!
RispondiEliminaGrazie...
A volte ruotare intorno agli altri può essere tagliente. Ciao Pia.
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