Quest'oggi, a Fontane, frazione di Frabosa Soprana in provincia di Cuneo, si è svolta una manifestazione organizzata dalla sezione A.N.P.I. di Ventimiglia per ricordare un importante avvenimento accaduto durante la Resistenza
In un cornice tipicamente autunnale, Fontane ci ha accolto nel migliore dei modi, curando nei minimi particolari un evento che forse aspettava di celebrare da quasi settant'anni...
Ritrovo di alcuni partigiani liguri
La storia è toccante: il 17 ottobre del 1944 più di 1000 partigiani liguri in fuga raggiunsero questo paesino di 700 anime risalendo le montagne per sfuggire ai nazifascisti, e vi arrivarono in condizioni disperate. Alcuni avevano i pantaloni corti, alcuni erano scalzi o con le scarpe distrutte; avevano armi pesanti da trasportare, avevano perso nel tragitto alcuni loro compagni feriti a morte, avevano fame e freddo perché sui valichi era già scesa la neve. E questa piccola comunità aprì loro le porte delle case, delle stalle, dei fienili, insomma di ogni luogo possibile per dar loro accoglienza.
La piazza principale è dedicata a Giò Bersezio: egli fu parroco di Fontane dal 1907 al 1947 e, oltre ad essere testimone di quell'episodio, lasciò un diario in cui raccontò quanto accadde.
Fontane è un paese alle cui spalle ci sono le montagne: la strada carrozzabile si ferma, ma la montagna ha i suoi sentieri, i suoi valichi, quelli che permisero ai partigiani liguri di raggiungere la salvezza. Rimasero lì per 20 giorni, durante i quali poterono riorganizzarsi: ricevettero vitto e alloggio, abiti e le donne confezionarono per loro calze di lana spessa affinché non patissero il freddo.
Fontane è un paese alle cui spalle ci sono le montagne: la strada carrozzabile si ferma, ma la montagna ha i suoi sentieri, i suoi valichi, quelli che permisero ai partigiani liguri di raggiungere la salvezza. Rimasero lì per 20 giorni, durante i quali poterono riorganizzarsi: ricevettero vitto e alloggio, abiti e le donne confezionarono per loro calze di lana spessa affinché non patissero il freddo.
Alcuni partigiani che raggiunsero Fontane nel 1944
"Garibaldi e Fernandel"
al secolo Gaminera e Genari
Dantilio
Dantilio Bruno ha fermamente voluto questa giornata: era doveroso celebrare il gesto che la comunità di Fontane ha compiuto durante la Resistenza. Alcuni partigiani, finita la guerra, avevano mantenuto i rapporti con le famiglie presso le quali erano stati ospitati, ma ad un gesto significativo come quello odierno nessuno aveva ancora provveduto: meglio tardi che mai. La sua relazione dettagliata ed esaustiva ci ha consentito di conoscere un pezzo di grande umanità della storia della Resistenza, perché l'accoglienza poteva essere anche innata tra quella gente, ma il rischio a cui si sono esposti era altissimo.
Di seguito gli interventi che si sono susseguiti:
Mario Genari (1921)
e la senatrice Donatella Albano
Anna Siccardi figlia del partigiano Nino Siccardi
La pergamena consegnata al sindaco
di Frabosa Soprana, Iole Caramello
ed il vice-sindaco Aldo Peirano,
che ha curato con molta dovizia l'iniziativa
I gagliardetti dell'A.N.P.I di Mondovì
e del Comune di Frabosa Soprana
I sindaci di tutti i comuni della Val Corsaglia
e le Crocerossine in alta uniforme
Delegazioni degli Alpini della zona
Le rappresentanze della Liguria
I presenti venuti dalla Liguria...
...insieme ad alcuni dei pochi abitanti rimasti a Fontane.
A fine manifestazione si canta Bella ciao...
...e naturalmente Fischia il vento.
(A sinistra Carlo Gallinella,
colonna dell'A.N.P.I di Ventimiglia)
Mi colpisce questa scritta in occitano: è il bar del paese, entro e chiedo aiuto per la traduzione. "Questo è il luogo per fare gruppo" mi dicono, "Bellissimo" rispondo io...
Poi il mio sguardo si posa sulla bandiera italiana che sventola nella nebbia e penso: "Speriamo che in quel luogo in cui si fa gruppo ci siano ideali degni della storia dei loro antenati per salvare quel tricolore".
E' stata una bellissima giornata, ricca di valori e molto toccante. Ringrazio tutti coloro che hanno partecipato e soprattutto Gianpaolo e Dantilio che mi hanno coinvolto sin dall'inizio affinché anch'io fossi presente.
Sì, Pia, è stata una bellissima giornata, e la nebbia d'intorno ha focalizzato ancor più l'attenzione sull'evento in sé, in una magica atmosfera fatta di presnte,passato e futuro.
RispondiEliminaè
le tue parole si uniscono alle mie, come le emozioni che ieri abbiamo vissuto e ci hanno fatto sentire uniti e "resistenti", accanto ai protagonisti di quelle vicende, immersi nei luoghi dove si svolsero: abbiamo percepito con loro il freddo e l'angoscia, la forza e la generosità che riscaldò i loro animi e i loro corpi stremati. Grazie a Fontane e grazie ancora a quei giovani partigiani che scelsero la resistenza!
RispondiEliminaun evento importante, alcuni partigiani pignaschi furono coinvolti, Lodi Sivio, Janò di Evaristo, Mario u Brocu.. Lodi purtroppo oggi immobilizzato a letto mi raccontava la terribile scelta imposta dal volume di fuoco ed uomini dispiegato dai nazisti, ad Upega caddero le medaglie d'oro Libero Briganti e Cion, suicida, una ventina furono fucilati.. "ci lasciammo cadere nella neve e ruzzolammo giù in basso..grazie Pia!
RispondiElimina@Roberto: sono citati i pignaschi nell'opuscolo estratto dal libro: c'era anche Emilio Arizzi.
RispondiEliminaUn tributo dovuto per tutti coloro che sono stati i protagonisti di queste vicende, così come per l' intera popolazione che a rischio della propria vita ha voluto sostenere, condividendo le scarne risorse, la resistenza armata. La speranza che la nebbia di questi monti non sia l'ovatta che cela i ricordi bensì il magico palcoscenico delle gesta degli umili eroi che si immolarono per un grande ideale.
RispondiEliminaUn bel reportage di una giornata che deve essere stata a tratti anche commovente nei ricordi. Grazie Pia.
RispondiEliminaGrazie per questa testimonianza che è anche un invito a non dimenticare il sacrificio di tanti partigiani. Ciao Pia.
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