In occasione del quinto anniversario della scomparsa dello scrittore Nico Orengo, riporto un articolo scritto in allora del suo amico Roberto Rovelli, originario de La Mortola, ma da molti anni residente in Florida. Questo articolo fu pubblicato su La Stampa il 4 luglio del 2009, nella Web Notes a cura di Anna Masera.
Nico Orengo (1944 - 2009)
"Ah... se solo si potesse tornare indietro nel tempo! Sono cresciuto con
Nico alla Mortola. Da ragazzi abbiamo passato anni fantastici: sognando, facendo
progetti, imparando a fare i primi passi sul sentiero del nostro avvenire.
Ricordi; quanti cari ricordi. Giornate fredde d'inverno passate nella cucina di
Dante "u scarpa'" mangiando castagne, bevendo vino ed ascoltando, a bocca
aperta, storie di guerra e di viaggi in terre lontane. Ore passate sdraiati
sulle tegole del tetto guardando l'orizzonte come a cercare un segno profetico
del nostro futuro o, nelle serate piovose, nascosti nel nostro "club", un fondo
polveroso di casa sua (soci 3), fumando e leggendo -Nico aveva un debole per le
poesie di Garcia Lorca-. Oppure eravamo occupati a mettere insieme l'ultima
edizione de "La Campanella", il nostro giornalino settimanale parrocchiale
ciclostilato; i primi "articoli pubblicati" da Nico! Poi la vita ha cambiato ed
abbiamo preso strade diverse, separate da oceani e continenti ed eventualmente
ci siamo persi di vista. Molte volte mi sono promesso di cercare di mettermi in
contatto, specialmente durante una delle mie sporadiche visite in Italia o
tramite l'Internet ma, per una ragione o l'altra, non e' mai successo. E poi un
giorno la terribile notizia... ed ora e' troppo tardi. Con Nico ho perso una
parte della mia giovinezza, ma mi rimane il conforto che forse, anche se
brevemente, l'ho conosciuto più a fondo di molti e sono stato una piccola parte
di quella terra e di quella vita che lo ha modellato e che e' cosi'
brillantemente infusa nei suoi scritti tanto amati dai suoi lettori. Riposa in
pace, vecchio amico".
Roberto
:(((
RispondiEliminaLa morte prematura di questi straordinari scrittori (ci metto anche Biamonti) ha provocato dolore e rimpianto in tutti coloro che hanno avuto il privilegio di frequentarli, e che continuano a sentire la loro assenza.
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