Come ogni anno ho partecipato alla Festa della Liberazione al mio paese. Quest'anno ho letto quanto sotto riportato: trattasi di un comunicato ANPI, su cui merita riflettere per l'importanza e il valore dei contenuti. Da alcuni anni il 25 aprile è stato, a mio avviso, un po' troppo "istituzionalizzato": per me era e rimane "festa di popolo e del popolo".
Il
25 aprile cade quest'anno in un complesso di vicende europee che riporta
l'orologio della storia in un tempo dove la civiltà e le pratiche democratiche
erano pesantemente oscurate. Una profonda crisi economica da cui si riesce con
difficoltà a vedere una via d'uscita, il proliferare di movimenti di chiara
marca neonazista e neofascista che arrivano fin dentro i governi, e il panorama
drammatico di decine di migliaia di immigrati in fuga da guerre e disperazione
che ricevono come risposta dalla politica e dalle istituzioni quasi
esclusivamente muri e abbandono, devono far riflettere tutti sull'inquietante e
gravissima china che sta prendendo il vivere civile. Non è questa la società
che sognavano i combattenti per la libertà. Non è questo il futuro cui
aspiravano, deprivato di coscienza, senso di responsabilità, solidarietà.
Mai
come oggi la pace, bene prezioso conquistato dalla Resistenza italiana ed
europea è in serio pericolo. La guerra è – di per sé – il contrario dei diritti
umani, perché ogni guerra, necessariamente, li calpesta e non di rado li
annulla. Ma i diritti umani sono il fondamento della nostra convivenza, messa
seriamente in discussione dallo stragismo jihadista che ha provocato centinaia
di vittime innocenti a Parigi e a Bruxelles. Dalle guerre e dalla fame stanno
fuggendo centinaia di migliaia di esseri umani che cercano accoglienza e
rifugio nel nostro continente. Ma l'Europa, nella quale si sta pericolosamente
ripresentando il virus del nazionalismo e della xenofobia, sembra soltanto
capace di erigere muri, reticolati e barriere di filo spinato.
È
urgente ripristinare quella sensibilità civile, quell'attenzione ai più deboli,
cardini di un mondo giusto e vivibile per tutti. Siamo di fronte nel nostro
Paese, travagliato da una gravissima crisi economica, ad una pesantissima
caduta dell'etica pubblica, al manifestarsi quasi quotidiano di fenomeni di
corruzione. La conseguenza inevitabile di questa deriva è costituita dalla
perdita di fiducia e dal diffondersi di un acuto disinteresse da parte dei
cittadini nei confronti delle istituzioni e della politica.
Il
distacco dei cittadini dalla cosa pubblica va superato con una forte e profonda
rigenerazione della politica che,
richiamandosi ai valori della Resistenza, riconduca gli amministratori pubblici
al dovere costituzionale di servire la collettività e il bene comune. Al lavoro, valore fondante della
Repubblica, deve essere restituito il suo ruolo e la sua dignità, eliminando il
contrasto stridente tra i principi costituzionali e la durissima realtà del
nostro Paese. I giovani, in particolare, avvertono drammaticamente il disagio
di non poter accedere al mondo delle professioni, di dare dunque degno e
fattivo sviluppo alle proprie capacità e seguito ai sacrifici messi in campo per
studiare e ottenere competenze. È indispensabile ribadire ancora una volta che
i valori a cui ispirarsi sono solo e sempre quelli costituzionali, di una
democrazia fondata sulla rappresentanza, la partecipazione, sulla divisione e
l'equilibrio dei poteri, sul rispetto della persona umana, delle istituzioni,
delle regole da parte di tutti.
Auspichiamo
un 25 aprile di piena e robusta memoria.
Una
Festa che rimetta al centro dei ragionamenti e dei comportamenti politici e
sociali preziosi e decisivi “comandamenti”: antifascismo, Resistenza e
Costituzione. Una Festa che ricordi con forza i 70 anni della Repubblica e del
voto alle donne, i primi importantissimi passi della rinascita democratica del
Paese.
Auspichiamo
iniziative larghe, che coinvolgano tante italiane e italiani, Comuni, partiti,
sindacati, associazioni. Una giornata come una stagione di impegno e profonda,
viva Liberazione.
Una
giornata che dal giorno successivo inneschi un cammino collettivo, sguardi e
azioni solidali e responsabili. Un mondo migliore si costruisce insieme.
W la Resistenza, w i partigiani, w la libertà
Parole di attualità per un 25 Aprile non troppo 'istituzionalizzato'. Complimenti.
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