martedì 10 gennaio 2017

Il tutto che diventa il nulla


A volte il passato ci spaventa, anche se non riusciamo, per istinto, ad andare indietro oltre al secolo. Abbiamo conosciuto bene chi è nato circa cento anni fa: erano i nostri padri, i nostri nonni, i veci che, alla luce della nostra infanzia, ci rappresentavano il volgere al tramonto della vita.
Poi ci siamo dimenticati di loro.
Ed ora, quando un attimo di riflessione ce li fa ricordare, sentiamo dentro di noi un disagio: tutto è cambiato, loro non appartengono a questo presente, sarebbero una nota stonata.
E pensare che il mondo non ha cento anni soltanto, ma secoli e secoli, e noi ne siamo la continuità, benché questo pensiero ci dia fastidio. Siamo "obbligati" ad un presente compresso, stancante, stressante, per certi versi, "disumano". Un presente che non lascia posto al passato e nemmeno al futuro perché, tutto sommato, stiamo andando verso il domani senza sapere bene perché e per che cosa. Andiamo e basta.
Strati di cemento, di asfalto, di plastica, di vetro, di ferro, di alluminio e quant'altro hanno sepolto ogni traccia di chi ci ha preceduto. Il mondo continua a seppellire altri mondi, spesso migliori di quelli attuali, cancellando con fulminea velocità anche sentimenti ed emozioni oltre alle cose.
Il tutto che diventa il nulla.


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