Il 2 luglio di ogni anno si svolge a Vessalico, piccolo comune dell'entroterra di Albenga, la settecentesca Fiera dell'Aglio. E' un aglio antico, che sopravvive grazie a pochi e cocciuti agricoltori che lo coltivano in minuscoli appezzamenti abbarbicati in montagna, tramandandosi i bulbi da generazioni, così come la tecnica di coltivazione e quella di confezionamento.
Le teste di aglio non sono recise dalla piante, nè mondate dal ciuffo, ma confezionate in lunghe reste (trecce), operazione che si può svolgere solo la sera o la mattina quando le teste d'aglio sono più umide e le foglie non si spezzano.
E reste, e teste, e dòuse (le trecce, le teste, gli spicchi) sono i termini dialettali pertinenti all'aglio.
L'aglio di Vessalico ha un aroma delicato, un sapore intenso e leggermente piccante e, soprattutto, un'estrema conservabilità e digeribilità.
E' un prodotto tutelato dallo Slow Food.
E "tra i pochi e cocciuti nonchè vecchi" agricoltori, ne ho fotografato alcuni:
E reste, e teste, e dòuse (le trecce, le teste, gli spicchi) sono i termini dialettali pertinenti all'aglio.
L'aglio di Vessalico ha un aroma delicato, un sapore intenso e leggermente piccante e, soprattutto, un'estrema conservabilità e digeribilità.
E' un prodotto tutelato dallo Slow Food.
E "tra i pochi e cocciuti nonchè vecchi" agricoltori, ne ho fotografato alcuni:
Marì (1937) e Paolo (1921)
Nella splendida cornice che sempre offre una fiera, ho riassaporato il piacere di tornare, dopo più di 25 anni, a Vessalico, luogo d'incontro tra tantissime persone della provincia di Imperia e di Savona.
Proprio un bel regalo, per il quale ringrazio Gian Paolo e Fiorella, miei compagni di viaggio.
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RispondiEliminaho sbagliato riscrivo:
RispondiEliminafunziona contro i "vampiri" vestiti di verde?
@SignorainrossoMAGARI! Certi eventi hanno la capacità di rinfrancare, concedendosi semplicità, calma e percorsi nella natura. Nella vita italiana stiamo ingoiando di tutto e di più e l'aglio si rivela essere molto più digeribile di tutto il resto...
RispondiEliminaSPERAMU DE NU....
RispondiEliminaNon son mai stato a Vessalico, ma il loro aglio lo conosco. Io del resto sono un aglio.
RispondiEliminaCapisco perché i liguri vivono cent'anni! :-)
RispondiEliminaRiesci a farmi sentire i profumi del mare ligure; belle le immagini degli anziani.
RispondiEliminaCiao
sileno
Mitica fèira de l’aju!
RispondiEliminaL’unica, forse, in provincia che mantenga le caratteristiche di commercio di un prodotto tipico dell’agricoltura locale e di bestiame, a cui si associano ovviamente, le merci varie.
Sicuramente unica per il suo fascino!
Ricordo, da bambino, quando il 2 luglio, gli uomini partivano all’alba (allora non c’era l’autostrada e, nella Valle Impero, bisognava salire e scendere il Colle San Bartolomeo) dai paesi delle Valli Nervia e Crosia (da me frequentate) per andare a fèira de l’aju. Un avvenimento.
Da qualche tempo, oltre a caratteristici personaggi maschili, a guardare con occhio attento, s’incontrano anche Bàsure (streghe). Avevo profondi dubbi sulla loro esistenza, ma quest’anno, in particolare, ho avuto prova che sono tra noi.
Anche il fatto di essere lì per l’aglio, non è casuale… ma di questo magico bulbo parleremo un’altra volta.
Saluti.
P.s. Secondo Wikipedia l’origine della fiera non è settecentesca, ma data dal 1400.
Sono stato anch'io alla fiera di Vessalico negli anni passati. Una volta abbiamo partecipato con uno stand delle streghe di Triora, proprio per abbinare l'aglio alle bàgiue.
RispondiEliminaIl consorzio di Vessalico partecipa anche alla fiera di Strigòra a Triora (quest'anno il 23 agosto).
L'aglio poi è veramente portentoso, basta non abusarne...
E' un avvenimento imperdibile.
Interessanti queste notizie sull'aglio ma vale ancora "Aglio, fravaglio, fattura cà nun quaglia" contro le streghe e i vampiri? O si sono immunizzati ?
RispondiEliminaUn'amica è stata alla Fiera dell'aglio e me ne ha portato una treccia con sei teste. ( 5 euro, un po' caro direi!, ma sicuramente li vale )
RispondiEliminaCiao Pia.
Anche in Abruzzo, nella regione dove vivo, c’è un ottimo aglio. E’ quello di Sulmona, l’aglio rosso. Questo perché ogni singolo spicchio è rivestito da una pellicina rosso porpora. Il profumo è intenso e l’ho imparato ad apprezzare proprio qui in Abruzzo. L’aglio rosso lo si trova nei mercati portato direttamente dai contadini. E questa è la grande fortuna di queste terre dove un po’ di tradizione (non so per quanto, spero per molto) resta. Come in Liguria a quanto leggo nel tuo interessante blog. Ciao
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