sabato 28 febbraio 2009

La grande abbuffata


Qualcuno di voi avrà notato che in questi giorni sono sparita dalla circolazione.
E' la settimana clou della raccolta e della lavorazione della mimosa per l'8 marzo e vi posso garantire che è un periodo davvero massacrante, che non lascia spazio per nessun altra cosa.
Nello specifico, devo anche ammettere che non amo questo lavoro, mi stanca molto e ciò complica di conseguenza le cose, rendendomi nervosa e irascibile.
In tutta Italia, per quel giorno, giunge la mimosa prodotta nell'arco di venti giorni nella Riviera dei Fiori e l'appellativo ricorrente è mimosa di Sanremo.
Spesso si sono sentite polemiche sulle speculazioni legate a questo fiore e non ecludo che, a livello commerciale, si possa confermare il sospetto. Per noi produttori, invece, è una fonte di sopravvivenza con oscillazioni di prezzo notevoli a seconda della stagione e siamo consapevoli che al consumatore finale il prodotto ha un prezzo da dieci a venti volte superiore a quanto da noi percepito.
Nella catena distributiva, si sa, ognuno trae il suo profitto e la grande fatica ricade naturalmente su Pantalone.
Non è vittimismo, credetemi, ma mera verità.

martedì 24 febbraio 2009

E intanto hanno firmato...

...e non è certo uno scherzo di Carnevale.
Avremo 4 centrali nucleari, grazie a Sarkò e Berluscò.
Bella trovata, in un'era in cui si cercano le energie alternative.

lunedì 23 febbraio 2009

Genova

Mia vita
sempre cruda e in salita
io ti assomiglio a Genova
città di fili a piombo
dove le case in bilico
crescono sulle case
e i muri sopra i muri
incastrandosi ciechi
tracciano come un carcere
da cui sai che non esci
se non voli nel cielo
o se non prendi il mare.
Che esistere è fatica
qui impari con più antica
sapienza. Che esistere è
restare in ginocchio
sopra grani di sale.
Salire amare scale.
O Genova
sempre per me straniera
sempre come stasera
che mi fingo protetto
nel tepore di un caffè
di piazza Corvetto.
O vita
sempre sin troppo amata
sempre a me sconosciuta.

Giuseppe Conte (Imperia 1945)

Oggi sono andata a Genova. Era splendida.
E' bello tornarvi ogni tanto, anche solo per un'assemblea regionale degli agricoltori.
Speriamo che ciò che è stato detto porti qualche frutto.
Come tutti, noi del primario vorremmo farcela e vorremmo anche che qualcun altro tornasse alla terra che rappresenta, secondo me, una fonte ancora capace di produrre ricchezza.
Ogni territorio ha il suo potenziale.

domenica 22 febbraio 2009

Lo schiaffo

Come al solito, il festival di Sanremo scopre le sue carte e decreta il suo imbroglio al momento della classifica dei vincitori.
Hanno vinto la falsa morale con Povia, la sceneggiata con Sal da Vinci (prima ti elimino, poi ti ripesco e arrivi nei primi tre), ma soprattutto ha vinto la canzone banale, frutto di un prodotto di Mediaset il cui potere è rafforzato dalla presenza della madrina, che definirei senza mezzi termini "serva del regime".
Ancora una volta presi per il culo alla grande, l'Italia continua a mostrare il suo volto peggiore dando l'illusione che forse quest'edizione poteva essere diversa dagli altri anni.
E intanto la stampa europea si stupisce di come sia possibile che sia stato condannato un corrotto (Mills) e NON il suo corruttore...
Questa è proprio tutta merda.

giovedì 19 febbraio 2009

Sanremo

Ci sono soltanto 18 chilometri tra il mio paese e Sanremo, ma è come se fosse su di un altro pianeta.
Soltanto in gioventù si era galvanizzati dalla presenza nella vicina città di famosi cantanti da inseguire per strappare loro un autografo o poter dire agli amici di aver visto qualcuno in carne ed ossa...
Poi subentra la necessità di prendere le distanze: già Sanremo è abitualmente una città impossibile per via del traffico, per cui nel periodo del Festival è addirittura precluso andarvi.
Ma la distanza vera e propria è quella di volersene stare al di fuori e tuttalpiù essere spettatore come qualunque altra persona che, inevitabilmente, segue qualche serata, qualche frammento oppure tutte le puntate al completo.
Per noi periferici la vita scorre come sempre, anche se lanciamo sempre un occhio allo spettacolo, sperando che qualcosa di veramente bello possa arrivare.
Benigni ha onorato questa aspettativa; il resto è il solito altalenarsi di pensieri che tendenzialmente disapprovano molte cose.
D'altronde il Festival di Sanremo è uno specchio di questa Italia carnevalesca.

martedì 17 febbraio 2009

Il vincente, l'imperatore, il dux...

I fatti dimostrano ciò: populismo o no, lui è il vincente.
L'amarezza che mi assale è massima, non per la sconfitta in sè, non per la confusa identità dell'opposizione, ma per i consensi che questo personaggio e seguaci riescono ad incontrare.
Ciò mi demolisce anche il mito dei grandi della storia, se mi devo ridurre a pensare che fossero personaggi come lui: in altre epoche non c'ero e la storia ha sempre proposto i grandi personaggi in modo tale che suscitassero ammirazione e apprezzamento, ben sapendo che i popoli ne hanno sempre pagato le conseguenze.
Ma se solo per un attimo devo pensare che fossero personaggi come lui, rinnego la storia immediatamente.

domenica 15 febbraio 2009

La propaganda

Su "tuttolibri" di ieri, il prezioso inserto del sabato pubblicato dal quotidiano "La Stampa", c'è un interessante articolo di Lelio Demichelis a pag. IX, che parla di Edward Bernays, nipote di Freud e padre della scienza delle pubbliche relazioni.
Tradotto per la prima volta, il suo libro intitolato Propaganda o "Della manipolazione dell'opinione pubblica in democrazia" afferma che, per dare senso alla società, per dare forma al caos, coloro che padroneggiano questo dispositivo sociale costituiscono il "potere invisibile" che dirige veramente un paese.
Noi crediamo (illusi!) di avere le nostre idee, in realtà accettiamo che una guida morale, un pastore, uno studioso o, semplicemente, un'opinione diffusa, ci prescrivano un codice di comportamento sociale standardizzato al quale ci conformiamo per la maggior parte del tempo, cosa tanto più necessaria in società complesse. Quindi la minoranza, ovvero il potere, ha scoperto di poter influenzare la maggioranza in funzione dei suoi interessi, plasmando l'opinione delle masse per convincerle ad orientare nella direzione voluta.
Dunque propaganda sulle emozioni e sui desideri sia in politica, che nello spettacolo e nel marketing, per produrre determinati comportamenti.
Per Bernays questa è l'unica democrazia possibile, e non è certo una bella democrazia, ma proprio il suo modello è quello che ha vinto.
Niente di nuovo, direte voi, ma quale miraggio diventa allora la libertà?




sabato 14 febbraio 2009

14 febbraio

I DUE

I due
sono
uno,
quando
sono.
Anime
inanellate,
sentono
e ascoltano
senza
parlare.
Vedono
tutto ciò
che
non si vede,
vivono
nel loro
essere
attimi
d’oro
e di veleno.
E viaggiano
verso
l’infinito.


Se si è perdutamente innamorati, San Valentino è consacrato pienamente alla sua funzione. Diversamente, questa festa mette di fronte alla qualità dei sentimenti che nutriamo e all'imbarazzo di ammetterli, sia a se stessi che alle persone cui sono diretti: scoprirsi emotivamente non è, il più delle volte, un comportamento disinvolto.
A noi floricoltori, la ricorrenza ci aiuta a sopravvivere economicamente: forse qualcuno penserà che è una bieca motivazione utilitaristica, ed è vero, ma tutte le feste hanno questo risvolto e nel sistema in cui viviamo servono a far girare la ruota.
Beh, comunque sia, una festa dedicata all'Amore ci sta anche bene!
P. S.: la poesia è stata scritta da me anni or sono...

venerdì 13 febbraio 2009

Acqua in bocca

Pubblico questa mail che mi ha inviato il mio amico Sergio da Roma:
ACQUA IN BOCCA: VI ABBIAMO VENDUTO L'ACQUA di Rosaria Ruffini
"Mentre nel paese imperversano discussioni sul grembiulino a scuola, sul guinzaglio al cane e sul flagello dei graffiti, il governo Berlusconi senza dire niente a nessuno ha dato il via alla privatizzazione dell'acqua pubblica.
Il Parlamento ha votato l'articolo 23bis del decreto legge 112 del ministro Tremonti, che afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica.
Così il governo Berlusconi ha sancito che in Italia l'acqua non sarà più un bene pubblico ma una merce, e quindi sarà gestita da multinazionali (le stesse che possiedono l'acqua minerale).
Già a Latina la Veolia (multinazionale che gestisce l'acqua locale) ha deciso di aumentare le bollette del 300%. Ai consumatori che protestano, Veolia manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori.
La privatizzazione dell'acqua che sta avvenendo a livello mondiale provocherà, nei prossimi anni, milioni di morti per sete nei paesi più poveri.
L'uomo è fatto per il 65% di acqua, ed è questo che il governo italiano sta mettendo in vendita.
L'acqua che sgorga dalla terra non è una merce, è un diritto fondamentale umano e nessuno puo' appropriarsene per trarne illecito profitto.
L'acqua è l'oro bianco per cui si combatteranno le prossime guerre. Guerre che saranno dirette dalle multinazionali alle quali oggi il governo, preoccupato per i grembiulini, sta vendendo il 65% del nostro corpo.
Acqua in bocca.
FATE GIRARE : METTETENE A CONOSCENZA PIU' GENTE CHE POTETE.
Anche se qualcuno ha già ricevuto questa mail non importa, essere consapevole di quel che accade nel nostro paese non è mai abbastanza".

giovedì 12 febbraio 2009

Tagore

Il giorno è venuto
in cui la visione
di questo mondo per me è perduta
e la mia vita in silenzio
prende commiato,
stendendo sui miei occhi
l’ultimo velo.

Eppure le stelle veglieranno a notte,
e il mattino sorgerà come sempre,
e le ore si gonfieranno
come le onde del mare
contando i piaceri e le pene.

Vedo, alla luce della morte,
il mondo con i suoi tesori.
Prezioso è anche il più umile posto,
anche la vita più umile è preziosa.

Ho ricevuto il mio congedo.
Ditemi addio, fratelli miei!
Mi inchino a voi tutti
e prendo commiato.

Ecco, rendo le chiavi
della mia porta –
rinuncio a ogni diritto
sulla mia casa.
Vi chiedo soltanto
ultime parole gentili.

Per molto tempo fummo vicini
di casa, ma ho ricevuto
più di quello che potevo dare.
Ora si fa giorno,
e la lampada che rischiarava
il mio buio cantuccio s’è spenta.
E’ giunto un richiamo
e sono pronta al mio viaggio.

E’ giunta l’ora della mia partenza;
amici, auguratemi buona fortuna!
L’aurora ha tinto il cielo di rosa,
e bello si stende il mio sentiero.

Non chiedetemi cosa porto con me.
Parto per il mio viaggio a mani vuote
e col cuore pieno di speranza.

mercoledì 11 febbraio 2009

Tra meno di un mese...


La vallata in cui vivo e lavoro, situata nell'entroterra e a metà strada tra il confine con la Francia e la città di Sanremo, è una delle maggiori produttrici di mimosa, il fiore-simbolo della Giornata della Donna che ricorre l'8 marzo di ogni anno.
Poter far giungere in tutta Italia un rametto di mimosa ad ogni donna, per noi del posto comporta un mese di duro lavoro, che si accompagna alla raccolta di altri fiori, come ad es. la ginestra (raffigurata nel mio profilo!), di cui il nostro generoso clima permette la maturazione proprio nei mesi più freddi dell'anno.
Al di là dell'aspetto lavorativo, va detto che, proprio in questo periodo, le nostre zone offrono il meglio della loro bellezza.
Sotto un cielo azzurrissimo, le colle (colline) sono variopinte a chiazze di diversi colori: bianco, giallo, argento, rosa, verde e rimandano un quadro che, inevitabilmente, anche gli abitanti del posto non possono esimersi dal guardare ed apprezzare.
E' senz'altro bello lavorare nei fiori, ma sapeste quanto è faticoso...

lunedì 9 febbraio 2009

domenica 8 febbraio 2009

Il volto di un maestro


Sono stanca di vedere ripetutamente i volti artificiali, falsi e rifatti del premier o dei suoi seguaci sempre così arroganti o di un papa con quelle occhiaie diaboliche o le espressioni torve dei suoi emissari.
Così pubblico il volto di S.S. Drukpa, emerito maestro di una delle 4 linee fondamentali del Buddhismo tibetano, che restituisce tutto ciò che i nostri abituali "capi" tolgono al nostro bisogno di fiducia e serenità nella vita in tutte le sue forme.
Ha 45 anni e ad ogni latitudine gira con le infradito: questo, a mio avviso, è già un elemento di grandezza.
Perchè si sa, l'umile è grande e il grande è umile.

sabato 7 febbraio 2009

L'evoluzione del pensiero

Franco Battiato, già negli anni Settanta, in una sua canzone diceva che "l'evoluzione sociale non serve al popolo se non è preceduta da un evoluzione di pensiero."
Considerando il termine "popolo" in senso lato, ossia comprensivo di tutti gli individui, direi che c'è molta attinenza tra quell'affermazione e lo stato delle cose.
La questione, poi, assume una certa gravità quando proprio coloro che detengono i vari poteri ne sono un'indiscussa testimonianza: stiamo vivendo situazioni che ci fanno pensare a ciò che è accaduto tragicamente nella storia più recente e anche retrocedendo ulteriormente le cose non cambiano.
E' fuori discussione il fatto che la modernità, dotata di tutte le sue conquiste, sia da approvare , ma che la concezione del modo di pensare sia così retrogada è davvero inquietante.
Credo che questa consapevolezza sia causa di disagio per coloro che la detengono, perchè avvertono un'impotenza nel farla valere e vivono la preoccupazione di dove l'ignoranza possa portare.
Ci siamo dentro fino al collo, non vi pare?


venerdì 6 febbraio 2009

Disgusting

Sarò breve.
Su La Stampa di ieri c'è una foto del primario della clinica La Quiete di Udine, titolata e descritta così:
"Il primario che aiuterà Eluana a morire.
Amato De Monte, primario anestesista alla clinica La Quiete. Ha un aspetto da hippy: capelli lunghi e spesso porta l'orecchino."

Ciù in là de lì gh'è nòte... ("oltre questo livello, c'è il buio" e io aggiungo: TOTALE)

giovedì 5 febbraio 2009

La politica

Mi sto ponendo seriamente il problema di come venir fuori da questa situazione di grande confusione e, se vogliamo, di disfatta in cui stiamo vivendo.
Cavalcare l'onda della critica feroce sta diventando l'unica chance che ci rimane, ma non basta, anzi, forse è anche troppo comodo.
Si sono frantumate molte ideologie che ci hanno accompagnato dal dopoguerra ad oggi e da questo terremoto siamo rimasti in molti "senza casa".
Non va bene. Abbiamo attorno a noi situazioni gravi, che peggioreranno ulteriormente; la crisi economica incalza e presto potremmo vederne delle belle.
Penso che sarebbe il caso di farci su una profonda riflessione, percorrendo strade non troppo lontane da noi stessi, ovvero cercando di capire che cosa si può recuperare, soprattutto a livelli locali, o cosa si può "inventare" per provare a ripristinare qualcosa, onde evitare il peggio.
"Tagliare", "dare a chi ha bisogno", "incentivare a destra e manca" sono soluzioni estremamente effimere, come l'ossigeno per un agonizzante.
La domanda che io mi pongo e propongo anche a voi è: Come si può creare nuova ricchezza? Come generare nuove risorse?
Forse bisogna partire dalla soluzione invece che dal problema, forse ogni realtà locale è molto diversa da un'altra e va affrontata nello specifico, forse bisogna avere il coraggio di incontrarsi tra più persone per discuterne.
Penso, tuttavia, che qualcosa vada fatto.

martedì 3 febbraio 2009

Pietre e mattoni

In Italia, oltre che in Liguria, ci sono molti territori "terrazzati", dove i muri di pietra "a secco" sorreggono piccole o grandi porzioni di terra per consentirne la coltivazione.
Questi muri sono costruiti ponendo le pietre in maniera ordinata, non hanno leganti e svolgono la loro "sana" funzione, lasciando traspirare il terreno, per evitare soprattutto i ristagni d'acqua.
A ciò si accompagna la bellezza e l'armonia esteriore, che valorizza il paesaggio e dona equilibrio tra forma e sostanza.
Un muro di mattoni, invece, è senz'altro utile, ma se non viene ricoperto da un intonaco, non ha nulla di piacevole: quei mattoni, tutti uguali e tenuti a forza l'uno con l'altro dal cemento, offendono addirirttura lo sguardo.
Questi ultimi mi fanno pensare alla omologazione degli individui, a cominciare dai giovani, che puntualmente rispondono alle indicazioni del sistema con zainetti, scooters, abbigliamenti e quant'altro, unifomandosi come soldati di un esercito, per poi estendere il concetto a tutti.
I muri di pietra "a secco", invece, rendono giustizia alla bio-diversità umana, dimostrando che è possibile stare assieme senza legami di forza e con naturalezza: pietre grandi, piccole, dalle forme più svariate e nessuna uguale all'altra svolgono tranquillamente la loro funzione in completa armonia e bellezza.
Ecco, vorrei che gli xenofobi cominciassero a parlare con i muri, perchè anche da loro avrebbero molto da imparare.

lunedì 2 febbraio 2009

L'abbandono


Vicino ad una mia campagna ho fotografato questo ulivo secco, che per tanti anni ho guardato con benevolenza.
Mi ha insegnato ad averne rispetto e compiacenza, come per uno florido e ben coltivato, perchè l'impermanenza è nella natura delle cose e l'uomo "può" soltanto fino ad un certo punto.
Ciò si collega all'integrazione della legge degli opposti, che ci esonera dal discernimento di "bello o brutto" e che ci svela l'accettazione incondizionata.
Come quando un vecchio ci palesa la sua impotenza, la vicinanza della sua fine e anche la sua fine stessa, ma che al contempo ci dichiara di "esserci" per aggrapparsi a lui per potersi sostenere: così fanno i rovi, l'edera o la vitalba con l'ulivo rinsecchito.
Anche nell'abbandono, quindi, giace la continuità.
Siete d'accordo?