Cachi
In questo autunno 2009 non si può certo dire che la natura abbia fatto economie: l'abbondanza di alcune tipologie di frutti testimonia, infatti, esattamente il contrario.
Il caco ha prodotto qualcosa di inverosimile: cachi grossi, sani e buonissimi.
Il caco ha prodotto qualcosa di inverosimile: cachi grossi, sani e buonissimi.
Olive varietà Taggiasca
Anche gli ulivi sono stracarichi di drupe e producono un olio eccellente: colpite molto poco dalla mosca, si sono praticamente evitati i trattamenti di fitofarmaci nelle zone più a rischio, ovvero quelle più vicino al mare, per cui alla bontà si aggiunge anche la totale assenza di residui chimici.
D'altronde ve lo avevo già anticipato qui
D'altronde ve lo avevo già anticipato qui
Limone varietà Bigné de Menton o Quattrostagioni
Anche questa piccola pianta di limoni ha dato il massimo di sè: presenta addirittura un ramo spezzato per il peso dei frutti!
Profumatissimi e belli da esporre oltre che da consumare, i limoni del ponente ligure subiscono di anno in anno grossi cali di produzione, viste le importazioni da ogni dove.
Gli Inglesi ne valorizzarono l'uso per combattere lo scorbuto, per cui a fine Ottocento ingenti quantitativi raggiungevano il Regno Unito.
Profumatissimi e belli da esporre oltre che da consumare, i limoni del ponente ligure subiscono di anno in anno grossi cali di produzione, viste le importazioni da ogni dove.
Gli Inglesi ne valorizzarono l'uso per combattere lo scorbuto, per cui a fine Ottocento ingenti quantitativi raggiungevano il Regno Unito.
Sono sempre stati un'interessante fonte di reddito per gli agricoltori liguri, anzi, erano la produzione estiva per eccellenza, visto che i fiori erano una prerogativa invernale.
Purtroppo ora non è più così: ognuno coltiva alcune piante per il proprio fabbisogno, ma il mercato ha perso importanza.
L'abbondanza di frutti riesce sempre a stupire gli agricoltori: sembra sempre un miracolo, non si riesce a capacitarsi!
In quest'era di perenne e perenni "deficit", meno male che ci pensa la natura a colmare i vuoti.
Speriamo comunque che la natura riesca anche a colmare i "vuoti" del portafoglio....sai pia a cosa mi riferisco!
RispondiEliminaLa speranza è l'ultima a morire;))
un caro saluto, roberta.
Complimenti ai bravi agricoltori: prodotti che dovrebbero 'valere' molto più dell' oro ( che non fa 'campare' nessuno anzi ...)
RispondiEliminavedere questi prodotti sugli alberi mette allegria, quando li compro al supermercato perdono tutta la poesia, naturalmente parlo da consumatore, credo che un produttore ci metta l'anima e tanta competenza per avere raccolti così. Fatica non ricompensata dai ricavi.
RispondiEliminaDei frutti così belli e sani richiedono una concimazione particolare e rara, si chiama sudore, lavoro e fatica.
RispondiEliminaComplimenti
Ma sono tutte tue queste piante? Se sì sei fortunata...anche se, come dice Sileno giustamente, costa fatica. Ciao ciao
RispondiEliminaAnnamaria Chi lavora in camapagna ha necessariamente una discreta varietà e, per certi generi, una discreta quantità di piante di ogni tipo di coltivazioni tipiche della zona. Quelle delle foto, sì, sono le mie.
RispondiEliminafoto davvero belle... piante straordinarie per la quantità dei frutti e la bellezza dei colori... davanti a queste realtà, mi fermo, non solo a guardare, ma anche a ringraziare...
RispondiEliminaciao Pia, il mio tempo libero lo passo nell'uliveto, con giornate piene di sole e di... lavoro, ma quando "ugnemu u pan" abbiamo già dimenticato tutta la fatica...