Presentazione del libro a Bordighera:
Paolo Veziano, Mario Genari, io e Gian Paolo Lanteri
Pubblico la postfazione al libro "Le radici di un percorso" per salutare Mario Genari. In quelle poche righe è racchiuso il significato dell'esperienza condivisa con lui e così pure il suo ritratto. A dicembre avrebbe compiuto 94 anni, ma un uomo "senza tempo" non ha età e il dispiacere è grande.
“Il 13 giugno 2008 ho compiuto
cinquant’anni e ho organizzato un aperitivo per brindare insieme ai miei più
cari amici.
Franco Ardissone, annoverato tra
questi, mi ha regalato per l’occasione una bellissima penna, ma il regalo vero
e proprio è stata la proposta di scrivere un libro raccogliendo le memorie di
Mario Genari, per tracciare il percorso compiuto dall’associazionismo e dal
cooperativismo nella provincia di Imperia tramite il suo diretto protagonista.
Ho accettato di buon grado, colma
di riconoscenza e consapevole di andare incontro ad un’esperienza che
senz’altro mi avrebbe arricchita.
E così è stato. Ed è con una
certa e viva emozione che dedico queste righe a Mario.
Nei nostri assidui incontri
pomeridiani, durati da luglio a dicembre del 2008, ogni giovedì, nella sede Cia
di via Parini ad Imperia, ho avuto modo di conoscere una persona della cui
straordinarietà sapevo per ciò che mi avevano raccontato, ma che non avevo mai
potuto constatare di persona prima di allora.
Seguendo una debita traccia temporale
che ci ha accompagnati nel nostro lavoro, vedevo davanti a me un uomo che nel
giro di pochi minuti era in grado di ricordare, con assoluta naturalezza, la
storia che eravamo chiamati a scrivere: come aprire un «file» e trovare
nitidamente, al suo interno, tutto scritto e conservato.
Al di là della capacità di
memoria e della sua pacata ricostruzione, ho avuto modo di percorrere un
viaggio umano dentro di me di cui, mi auguro, rimanga sempre traccia. Mario mi
ha riportato alla vita, alla gente, ai valori, ai territori, ai confronti; mi
ha risvegliato da un torpore in cui è facile cadere al giorno d’oggi; mi ha
fatto capire quanta forza può avere un essere umano pur rimanendo nella sua
modestia e spesso mettendosi in contrasto con tutti coloro che possono anche
ostacolargli il percorso.
Ho visto molti uomini, in Mario;
ho avuto la possibilità di riconoscere le ragioni di tutti gli oppressi, il
bisogno e il diritto di giustizia, l’importanza della semplicità e dell’umiltà,
la vanità delle illusioni cui siamo continuamente sollecitati, la sua
profondità di uomo.
Non era sicuro che ce l’avremmo
fatta, ma come al solito ce l’ha messa tutta: ha tirato fuori la sua vecchia
macchina da scrivere e mi ha preparato parecchie parti nei momenti in cui gli
riaffioravano alla mente, riuscendo a stupirmi, di volta in volta, per la sua
tenacia e operosità.
Sento per lui riconoscenza,
gratitudine, rispetto, amore.
Un uomo che mi ha collegato la
mente e il cuore”.
Un particolare ringraziamento a Marco Lorenzi,
autore delle fotografie.
Il dolore per una perdita, la bellezza di una vita piena, vissuta a costruire lasciando cose e valori che sono dentro ognuno di noi.Grazie Mario,
RispondiEliminaNel momento del dolore per la perdita del caro Mario, mi viene spontaneo dire, oltre che grazie a Mario per tutto quello che ci ha dato, grazie a Franco Ardissone per l'idea di scrivere le sue memorie e a te che con assiduità l'hai portata a compimento. Ora possiamo rileggere quelle pagine con un altro sapore.
RispondiEliminaCiao Mario.
Un sentito ringraziamento per l' affettuoso ricordo di Mario Genari conosciuto (col fratello ), apprezzato e molto stimato sin dai tempi dell' Alleanza Contadini, quando la politica anche locale era 'a tutto campo' ( non solo 'agricolo', e Pia era una bimbina ).
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