Jean de Pascà u barlétu
al secolo Giovanni Guglielmi
Vado raramente a camminare in passeggiata a mare a causa di quell'innata pigrizia all'attività fisica "opzionale", ma l'altra mattina, nell'attesa dell'ora del dentista, non ho trovato di meglio che fare quattro passi. Mentre tornavo ecco che vedo arrivare Jean, personaggio sempre gradevole da incontrare.
Jean u sartu - Jean il sarto
Un vecchio arzillo come molti in buona salute, penserete, ma per Jean va sottolineata una particolarità: il prossimo 2 aprile compirà 100 anni. Ho mezz'oretta di tempo e la voglio sfruttare per chiacchierare con lui. Inizia a raccontarmi un pò della sua vita, durante la quale ha sempre svolto il mestiere di sarto, anche nei 7 anni di vita militare: quando era a 5 km dal fiume Don confezionò anche gli abiti per i tre figli di Vasilij, un calzolaio russo "nemico"...
La giacca che indossa è l'ultima di una serie di tre che si era confezionato per sé: la vita gli ha dato l'opportunità di consumarle tutte! E' di Vallebona, ma ha sempre vissuto a Vallecrosia dopo essersi sposato: la sua mente, lucidissima, parla del paese e della sua gente come se non se ne fosse mai andato. So che è il terzo di tre fratelli: gli chiedo se ha una foto in cui sono tutti assieme per il calendario storico de A Cria e mi risponde di sì, scattata alla festa di San Bernardo di circa 80 anni fa. Nel pomeriggio vado a prenderla. Gli chiedo di sua mamma e mi dice che morì 5 ore dopo la sua nascita; gli ricordo che mia zia Marì era nata nel 1912 come lui e mi risponde che è stata la sua prima fidanzata, prima che i bordigotti che venivano a ballare ai festini gliela portassero via...
Va due volte al giorno a Bordighera a piedi: al mattino passeggia, al pomeriggio va alla bocciofila a giocare a scopa. Percorre circa 6-8 chilometri al giorno a piedi e non usa più la bici perché sua figlia noterebbe troppo se lui è a casa o in giro. Gli ho anche chiesto che cosa si pensa a cent'anni e lui mi ha risposto: "Il passato me lo sono buttato dietro alle spalle, io ci sono ancora e questi anni che pare io abbia non li sento affatto. Mi sa che il tempo non esiste!"
Riprende la sua marcia, lo guarda con tenerezza perchè in lui ho visto molti uomini, non da ultimo mio padre. Uomini che ho conosciuto nelle varie epoche della mia vita, morti da chissà quanti anni, ma lui me li ha riportati tutti davanti, con il senso di fratellanza e di appartenenza alla comunità dove siamo nati.
Mi ha fatto capire che è meraviglioso andare a camminare in passeggiata.
11 commenti:
fantastico! e come sempre i miei complimenti alla tua sensibilità.
.. come sopra:)
ha la stessa eta' di nonna landi' e lei i cento li fara', chissa' , il 15 aprile, sono proprio coetanei, e nati a vallebona. A mia nonna ha fatto piacere vederlo in queste foto .a la dito : u le vegnuu' ciu' veciu'.
Giuli Graditissimo il tuo commento, Giuli, soprattutto con la partecipazione di Landì. E' vero, dovevo citarla, anche perchè ne abbiamo parlato con Jean...
Salutamela e speriamo di festeggiarli entrambi, ad aprile!
se le foto dei fratelli e sorelle ti servono x la cria' di quando maira era piu' piccola insieme tutte dovremo averle
Giuli: fammela avere prestissimo!
Ciao Pia, persona davvero speciale! grande amico di Angelo, perchè Jean è coscritto di nonna Aurelia, spesso lo incontriamo e tutti insieme ci facciamo delle belle chiacchierate (che bello poter seguire le sue orme così a lungo e . così bene.) Ste.
Io ne sono invidioso!.
D.
Jean è uno dei vicini di casa e grande amico di famiglia.
Da lui sono riuscito a risalire a Duminica, la vecchina di Vallebona che, vestita di nero e con una borsa di pezza, di tanto intanto veniva a farci visita portandoci l'Aiga de sciüre de sitrun, ingrediente fondamentale per le bugie e pe a fougassa da maire granda.
E' poprio vero che la gioventù non è un fatto anagrafico ma è tutta una questione di "testa"...
Camminare a piedi mantiene giovani fa bene al fisico e alla mente !!!
bellissima trasmissione pia.
ricevuta.
anche io sono convinto che l'andare a zonzo in passeggiata sia una delle cose più bellissime tra quelle che conosco.
seconda forse solo all'ascolto dei racconti dei vecchi del (proprio) paese, ascolto che diventa magico quando cerchi anche di mettere al presente i suoi ricordi, tra parentele e ciapeti...... ti confessano che hanno vissuto
un abbraccio fortissimo
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