Ottobre consacra i suoi sabati alle partite di pallapugno che designeranno il vincitore del massimo campionato. Da alcuni anni la Liguria è fuori gara e allora bisogna andare in Piemonte per godersi il clou dello spettacolo, ma per noi liguri questa trasferta è un vero e proprio piacere, soprattutto quando tocca recarsi ad Alba, al mitico e storico sferisterio Mermet.
Il Mermet prese il nome da colui che lo finanziò nel lontano 1857. Da allora è sopravvissuto ad ogni vicissitudine e da ogni minaccia di dismissione dalla sua funzione e, oltre ad ospitare ogni anno giocatori di alto livello, ha gloriosi trascorsi ed è attualmente un campo in cui si gioca e una sorta di museo del balòn.
Spiccano lapidi e frasi celebri...
...e gigantografie di grandi campioni:
Franco Balestra, Massimo Berruti, Felice Bertola, Augusto Manzo.
Appena si entra c'è la buvette, all'ombra di due enormi ippocastani e sempre affollata di anziani che possono guardare la partita protetti dalle intemperie.
Se poi la giornata fosse uggiosa. l'atmosfera che si crea
all'interno del locale è decisamente un salto nel passato...
La zona della buvette è il luogo prediletto dagli anziani: sia dall'interno del locale, sia negli spazi antistanti possono godersi la partita da seduti e al riparo dal sole o da altre avversità. Paolo ed io ci siamo ritrovati in mezzo a loro ed abbiamo seguito la partita da quella postazione: è stata un'esperienza nuova, avevamo la sensazione di trovarci "dietro le quinte" più che in prima fila e abbiamo avuto modo di cogliere tanti aspetti insoliti.
Le finaliste: la Canalese e l'Albese
La Canalese di Bruno Campagno e l'Albese di Massimo Vacchetto stanno per scendere in campo. E' la partita di andata della finale e non posso fare a meno di pensare che questi due giovanissimi stanno per scrivere un'altra importante pagina di balòn: questo mondo, così sconosciuto ai più, va avanti per la sua non facile strada e gli appassionati non possono mancare a certi appuntamenti.
Manzo e Balestra
Campagno e Vacchetto
"Gli avversari cercano di respingerla,
e così la palla va da una parte all'altra
finché non resta a terra sul campo.
Questo gioco dà occasione a degli atteggiamenti
degni d'essere scolpiti nel marmo"
W. Goethe
Qualche pezzo di intonaco si stacca ai primi minuti di partita: sembra quasi un segno della veneranda età dello sferisterio...
Pallone asciugato prima di ogni battuta...
...pubblico attento da ogni latitudine...
...la "nave" del Mermet è salpata!
Felice Bertola non manca mai...
...e neanche il tipico spettatore con la giacchetta sulla spalla.
Tavolo 20, sabato 20, risultato 11 a 9, ovvero 20 punti giocati:
anche i numeri dicono la loro.
Dopo quasi 4 ore di gioco, alternato da momenti di difficoltà a far decollare la palla a causa delle correnti e dagli inevitabili cali e recuperi dei giocatori, la partita finisce a favore dell'Albese. E' stata bella, con passi e sorpassi inaspettati e con spunti di riflessione sulla storia di questo prezioso sport.
All'uscita, un po' a malincuore, si torna nel mondo di sempre.
Un albero ci ricorda che l'autunno sta facendo il suo corso: menomale.
Ti sarai goduta la partita senza patire per la tua squadra, apprezzato le squisite pietanze piemontesi e i colori dell'autunno. Ciao Pia
RispondiEliminaGrazie Pia per il bel viaggio!!!
RispondiEliminaLe giornate di pallone elastico sono un regalo per gli appassionati, qualsiasi risultato comportino!
RispondiEliminaArrivo solo ora a godermi questo bel reportage che mi porta in atmosfere un po' d'altri tempi, e se non sono altri tempi sono altri luoghi, come gli sferisteri. Ciao Pia.
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