Ciò per quanto riguarda il presente e il futuro. Se però volgiamo lo sguardo al passato, cioè alla storia della parola, noi la troviamo già attestata, sia pure raramente, nel latino, dove, come derivato del verbo radere, voleva dire "scheggia, piallatura di lavorazione, truciolo". E' nel Medioevo che diventa rümenta acquistando il significato specifico di immondizia, lo stesso che Mistral attribuisce alle voci provenzali ramento e remento. Negli antichi Statuti di Albenga si legge pure arumen nel senso di sterco di cane, un certo tipo di immondizia che oggi è spesso all'onor delle cronache per via delle ordinanze che obbligano i possessori dell'amico dell'uomo a munirsi di palette e sacchetti.
Da ricordare anche rümentéira, voce originaria del gergo marinaresco con la quale, a bordo delle navi, si indicava la cassetta mobile per raccogliervi la spazzatura, passata poi a significare la pattumiera domestica ed oggi pressoché scomparsa dal dialetto.
Altro derivato degno di nota, il rümentà, luogo ove tutti gettano irresponsabilmente i rifiuti e che oggi siamo abituati a chiamare discarica, quasi sempre abusiva.
Renzo Villa, Dialetto ieri e oggi, Alzani Editore, Pinerolo (To), 1996, pag. 17
1 commento:
Grazie per condividere questa interessante informazione. Un abbraccio!
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