lunedì 29 novembre 2010

Farsi la sciarpa

Molti di noi sono cresciuti vedendo in casa o sui gradini dei carugi solerti mani sferruzzare per dar vita a caldi maglioni di lana, sciarpe, guanti e quant'altro. Oggigiorno, però, è una consuetudine andata in disuso o, per lo meno, non più frequente come un tempo.

La curiosità, quindi, di vedere qualcuno nell'atto di dedicarsi a questa pratica affascina sempre un pò, proprio per quel retaggio che sa di tempi andati e di atmosfere così calde e familiari. La curiosità, poi, raggiunge il suo culmine quando la circostanza riveste caratteristiche così insolite...

E veniamo al dunque. Mi sono ritrovata al Caffè Mentelocale a Genova, nell'androne di Palazzo Ducale, all'ora dell'aperitivo serale e al tavolino a fianco c'era una giovane ragazza, pressoché ventenne, col proprio fidanzato che tranquillamente sorseggiavano la loro consumazione e nel frattempo lei si dedicava al lavoro a maglia per ultimare una sciarpa.
Un'immagine inattesa, in un luogo inatteso, un'età impensabile per dedicarsi a quella lavorazione.
Che bello.


Stamattina...


...in Liguria, il cielo è così.


martedì 23 novembre 2010

Più pietà


Devi avere più pietà per chi soffre
mi dici, mia vita, e hai ragione.
Non so che galaverna, che gelata
un giorno mi intaccò il cuore.
Da allora, lo confesso, il dolore
degli altri mi sembra spesso poca cosa
di poco conto se penso
a quello che io ho patito.

Ma di un bambino che aspetta suo padre invano
di un senzatetto costretto a tendere la mano
di chi dalla sua terra è lontano
e non vi può ritornare
tu lo sai che mi stringe una pietà
- benedetta, benvenuta anche adesso -
più forte che di me stesso.

Giuseppe Conte (Imperia, 1945)

Foto di Milva Pizzio - Perinaldo, febbraio 2010




giovedì 18 novembre 2010

Luoghi e settori della cooperazione ligure: agricoltura e pesca nel Novecento


Lunedì 29 novembre, alle 17.30, alla Camera di Commercio di Genova, ci sarà la presentazione del volume Luoghi e settori della cooperazione ligure: agricoltura allevamento pesca. Trattasi di un lavoro "a più mani" che esplora le forme di propagazione delle conoscenze agrarie nel savonese con il saggio di Alessandro Marenco, le continuità e le innovazioni nel settore ittico nel genovesato, grazie al contributo di Nadia Repetto, e che pone pienamente in luce – con lo spoglio da parte mia del periodico “L’Agricoltura ligure” – l’instancabile attività di Mario Calvino e della Stazione sperimentale di floricoltura di Sanremo.

Nell'ambito della Lega delle Cooperative opera AMES, l'Associazione per lo studio della mutualità, della cultura e della storia dell'economia sociale: con questo lavoro si aggiunge un nuovo tassello alla conoscenza della storia dell’associazionismo economico in Liguria, cui questa collana è dedicata e che è magistralmente curata da Sebastiano Tringali. Il libro non si troverà in vendita, ma verrà donato ai partecipanti alle varie presentazioni, di cui quella del 29 novembre è la prima della serie.

Degli autori:

Pratiche di buona cultura: comizi agrari e cattedre di agricoltura in Liguria ai primi del Novecento (Alessandro Marenco).

Alessandro Marenco è scrittore e storico. Ha collaborato, con il professor Davide Montino, a Storie della Val Bormida, riflessioni e ricerche sulla storia locale tra XIX e XX secolo, una raccolta di saggi di diversi autori, tutte riguardanti temi di storia moderna e contemporanea; e Storie Magistrali, maestre e maestri tra Savona e la Valle Bormida nella prima metà del Novecento, entrambi per la collana “Libri dell’olmo” della Comunità Montana, diretta da Giannino Balbis. Collabora con l’Archivio Ligure per la Scrittura Popolare (ALSP) presso l’Università di Genova e, insieme a Davide Montino, ha avviato il progetto per costituire l’Archivio Valbormidese per la Scrittura Popolare.

La rivista "L'agricoltura ligure" (Maria Pia Viale).

Maria Pia Viale è autrice di Un viaggio chiamato ginestra. Breve storia della floricoltura di Vallebona, ed. Comunità Montana Intemelia, 2007. Per Ames e Cia ha pubblicato Le radici di un percorso. L'associazionismo agricolo nella provincia di Imperia, Genova, 2010.

Volti e parole della pesca in mar Ligure: viaggio attraverso le testimonianze di donne e uomini (Nadia Repetto).

Nadia Repetto è ricercatrice dell’ambiente marino, con all’attivo numerose pubblicazioni scientifiche e divulgative.


lunedì 15 novembre 2010

Solidarietà

Bambini
(foto presa dal web)

Per amicizia e solidarietà con la persona coinvolta, rimando coloro che mi seguono al blog di Alberto Cane, che ha pubblicato un post in cui spiega ampiamente la vicenda.
Anticipo soltanto che trattasi di una "battaglia" portata avanti da una coppia di genitori il cui figlio frequenta le elementari a Genova: la scuola aveva in programma una visita "educativa" alla Caserma di Bolzaneto...
Hanno vinto, la gita è stata annullata, ma in loro è rimasta molta amarezza per l'isolamento in cui si sono ritrovati, sia da parte degli insegnanti, sia (e soprattutto) da parte degli altri genitori.
Naturalmente ai bambini sarebbe stato taciuto ciò che accadde in quella caserma, che potete trovare sintetizzato in questo sito: Verità e giustizia
Può venir meno la coscienza di fronte alla politica, ma non di certo di fronte alla storia.



lunedì 8 novembre 2010

Un autunno come quello


Dammi un autunno come quello
degli alberi cedui, mia vita.
Il tremolio glorioso e tintinnante
di una luce superstite e infinita,
di esistere ancora la voglia,
il sogno di essere il sole che fa ogni foglia
prima della caduta.


Giuseppe Conte (Imperia 1945)


domenica 7 novembre 2010

E' giovane, ma crescerà

Bruno Campagno

Per gli appassionati di pallapuno, balùn per i Liguri, balòn per i Piemontesi, l'appuntamento immancabile era per la finalissima di campionato disputata ieri a Dogliani (Cn) in una classica giornata autunnale. Una sottile nebbia sospesa e 9° di temperatura, come al solito hanno colto molti Liguri impreparati ad un clima così diverso dal loro: in Riviera, infatti, la giornata era decisamente primaverile.
Il giovane Bruno Campagno, primo campionato in serie A, è riuscito ad arrivare in finale e, se avesse vinto, sarebbe entrato nel guiness dei primati come campione non ancora ventunenne, così come accadde a suo tempo per Augusto Manzo, Franco Balestra, Felice Bertola e Massimo Berruti.

Paolo Danna

Il suo avversario, Paolo Danna, si è meritatamente aggiudicato il 4° scudetto, dato che ha giocato una spettacolare partita, dando prova di alta levatura atletica. Indubbiamente anche l'esperienza maturata nei suoi oltre 10 anni di differenza con il giovane Campagno ha contribuito alla sua supremazia, così come i suoi compagni di squadra, che lo hanno ben aiutato.

Folklore sul campo:
mani contadine, pane, salumi e vino

Lo spettatore trascorre una giornata intensa in vista di questo evento. Per noi Liguri, in particolare, andare alla finale in Piemonte è un vero e proprio rito, che inizia con una partenza di primo mattino e offre alcune ore di piacevole aggregazione tra le persone che compongono la "macchinata". Quelle ore, insieme ai chilometri, scorrono rapidamente, grazie alle conversazioni che si intavolano strada facendo.

Il pubblico della finale 2010 - lato sinistro

Eravamo in tanti, anzi tantissimi e, anche se abbiamo dovuto aspettare per ben due ore l'inizio della partita, quel tempo non ci è pesato, perché il balùn è un "mondo", una dimensione ricca di atmosfere, di incontri con gente conosciuta, di personaggi particolari, di comportamenti, oggetti e valori che nella vita di ogni giorno sfuggono alla rimembranza.

Il pubblico del balùn - lato destro

Ci si aspetta sempre una "bella partita" perché, se così è, il balùn regala emozioni intense; tuttavia ogni incontro ha la sua storia e l'appassionato sa cogliere ed elaborare tutte quelle riflessioni che la situazione richiede. In ogni caso, ieri, benché la squadra vincente abbia da subito imposto la sua supremazia, la partita e il contesto hanno colmato le aspettative dello spettatore.

Campagno

Trovarsi a vent'anni davanti a più di 2.000 spettatori e dover sfidare il campione della passata stagione, credo sia realizzare un sogno, ma anche una grande responsabilità e mi sono chiesta spesso quali potevano essere le emozioni che provava questo ragazzo... Ho percepito nettamente che, comunque andassero le cose, non ha mai dato, durante la partita, nessun segno di cedimento, dimostrando una forza di carattere non da poco e suppongo anche abbia avvertito dello smarrimento dato che non riusciva ad esprimere al massimo le sue possibilità, cose che tuttavia si sa che capitano, ma che non si vorrebbe accadessero proprio il giorno della finalissima.

Michele Giampaolo e Paolo Danna

Danna e Giampaolo erano come due mastini e nulla perdonavano: indubbiamente due giocatori di grande levatura. Tra i commenti del pubblico, più volte si sentiva sostenere che una spalla come Giampaolo fa la differenza, soprattutto se affianca un giocatore di per sé già forte come Danna. Altro commento ricorrente era rivolto alla scelta del campo per svolgere questa disputa: occorreva uno sferisterio più capiente, visto che eravamo così stipati da non poter disporre che della nostra posizione eretta senza possibilità di movimento alcuno...

In attesa della battuta dell'avversario

Tipico di Campagno, e non solo, è "girare in tondo" a 360° nell'attesa che l'avversario si appresti a battere la palla: un chiaro tentativo di scaricare la tensione nervosa e riprendere fiato, dato che è uno sport che per il caposquadra comporta un notevole sforzo. Un turbinio di pensieri ed emozioni girano in quel piccolo cerchio nel tentativo di confidare in una sorte migliore all'imminente disputa.


...con le ginocchia insanguinate

Nel colpire un pallone, Campagno si è procurato delle escoriazioni alle ginocchia e vederlo giocare gli ultimi punti con quelle sbucciature mi ha provocato... tenerezza: ha l'età di mia figlia e, più che spettatrice ed appassionata di balùn, in quel momento ero mamma, e mi dispiaceva vederlo "ferito e vinto". Ma la vita sarà senz'altro generosa con lui in futuro, perché le qualità per diventare un campione non gli mancano, anche se dovrà imparare ancora sia dal punto di vista tecnico, sia per temprarsi: è giovane, ma crescerà.

Folklore a fine partita

Si torna a casa: le bute d' vin sono vuote, le carte non contengono più gli affettati, il cestino ed il tagliere per i buoni salami piemontesi ricompariranno il prossimo anno alle finali. D'altronde è obbligatorio mangiare sul campo, altrimenti si rischia di non trovare un posto interessante per assistere alla partita e i Piemontesi fanno il sacrificio di arrivare per tempo, ma si organizzano alla grande per non farsi mancare nulla... Sarà che noi Liguri abbiamo una certa reputazione, fatto sta che tendenzialmente non "abbondiamo" in libagioni come loro...
Diversi sì, in tante cose, ma completamente affini nella passione per il balòn!



mercoledì 3 novembre 2010

Finestra sul mare

Mar Ligure
Colline a ridosso di Bordighera

"A guardarlo dalle nostre colline, della Liguria occidentale, sale all'orizzonte come un immenso edificio di luce. A volte è bianco e fa l'effetto di una nuvola; più pesso è di un azzurro che sconfina; se il vento lo ghermisce, appare solcato di cammini, specie di sera. Ma in fondo che mare è? A un'apertura, a una libertà metafisica non corrisponde una realtà geografica: è quasi un lago e le sue rive sono state spesso insanguinate e lo sono anche adesso.
Su coste di sabbia o di roccia si svolgono faide politiche e religiose, lotte di intolleranza monoteista. Possibile che, come dice Freud, non si possa vivere senza un dio a contatto del deserto?
(...) E' un mare che il più delle volte risplende e il suo bordo lontano sembra versarsi altrove per rifrazione di orizzonte.
(...) E' così, questo mare non si può guardare senza patirne le conseguenze, mare antico, mare devastato, insanguinato, ma che sprigiona luce anche dai suoi scogli. Mare che reagisce al calare della notte listandosi di un viola arioso..
Fra il mio paese e il mare si frappone una rupe, un agglomerato di ciottoli e conchiglie dall'aspetto arcigno. La vegetazione è di ginestre spinose, quelle che ha stilizzato Sutherland in "Capo di Spine" per dare un'idea della crudeltà del mondo, di cisti vellutati e fragili, di qualche ulivo superstite che vive a stento. Di lassù si gode, saltate le orrende costruzioni della nostra costa, di un vasto arco luminoso. La giornata era tersa, il mare mosso; l'acqua viaggiava e l'Esterel lontano prendeva il largo con le sue cime evanescenti; le due isole di Sainte Marguerite e Saint Honorat sembravano anch'essi velieri d'argento. Ma non riuscivo a trasognarmi. Forse perchè sapevo di dover scrivere, s'affacciavano nel turbinio luminoso le civiltà morte, con cui queste terre erano state a contatto (gli ulivi li avevano portati i Fenici), e le civiltà vive s'affrontavano sulle rive invisibili in lotte furibonde: mani tagliate, lapidazioni, donne e bambini massacrati. Mi domandavo perché non erano già avvolti dalla polvere del tempo.
(...) Ma, sogni a parte, non so veramente che dire, questo azzurro che scolpisce le cose che tocca e le corrode, che ha sovrastato un mondo di pastori, di pescatori, di ulivicoltori, è pieno di ombre segrete sempre più fonde per eccesso di storia e di luce."


Mare di luce e di sangue. La realtà politica contro la libertà metafisica, in Finestra sul Mediterraneo, a cura di S. Buonadonna, Il Melangolo, Genova 2001 pp. 67-68
Francesco Biamonti, Scritti e parlati, Finestra sul mare, Giulio Einaudi editore, Torino 2008, pp. 148-149