mercoledì 29 agosto 2012

Sii benedetto, corpo

La treccia di Suzanne Valadon - 1884
Pierre Auguste Renoir

Sii benedetto, corpo, mio corpo
sfiorito, incontrollabile, infelice.
Io ti benedico così come sei, nato
da ventre di donna e dal mare
delle origini, così simile al cervo
e al lupo, all'albero, all'erba.
Hai conosciuto la fatica torbida
di crescere, primavere dopo primavere
di febbri e mal di gola, la vertigine
di espanderti come il sole, di cercare
un altro corpo secondo il misterioso
terreno calamitarsi delle cose
e il ruotare tagliente dei satelliti
intorno ai loro lontani pianeti.
Sii benedetto, corpo-sogno, corpo-anima
fatto d'acqua e di fuoco, terra e cenere.
Li conoscerò un giorno i tuoi segreti.
E perché in cielo brilla ogni giorno Venere.

Giuseppe Conte - Imperia Porto Maurizio, 1945


giovedì 23 agosto 2012

Don Gallo a Ospedaletti

 
 Don Andrea Gallo

Era un appuntamento da non perdere e così è stato: ieri sera, all'Auditorium di Ospedaletti, per oltre due ore, Don Gallo ha tenuto la scena andando avanti e indietro, senza fermarsi un attimo, per raccontarsi, per raccontare, per dire tantissime cose così come ognuno di noi le pensa. Non ha risparmiato nessuno dei rappresentanti dei poteri forti, da quello politico a quello ecclesiastico a quello dei mercati, invocando un bisogno di giustizia sociale che mai come adesso, dal dopoguerra ad oggi, è venuto meno.


Don Gallo, il prete di confine, spinto dall'urgenza di questo momento storico, prende la parola e annuncia La Buona Novella (titolo del suo ultimo libro), la ricetta per uscire dalla crisi, o meglio per "utilizzare" la crisi con lo scopo di ricostruire il nostro modo di vivere e di pensare. La crisi che stiamo attraversando può essere un momento di crescita, di ricostruzione del tessuto sociale, che in questi anni è stato drammaticamente disintegrato. Per farlo bisogna rimboccarsi le maniche e partire dal piccolo: attraverso una solidarietà liberatrice che non sia semplice assistenzialismo, attraverso l'incontro e l'accoglienza, l'ascolto dei movimenti e delle richieste dei giovani, e soprattutto attraverso la giustizia sociale e l'equità. L'amatissimo "prete del marciapiede" ci prende per mano e ci mostra la strada, ci incoraggia, ci esorta a non arrenderci. Perché «alla fine, Dio non ci chiederà se siamo stati credenti, ma se siamo stati credibili».


Ci sono stati molti spunti di riflessione e frecciate sull'assurdità dei comportamenti della politica e della Chiesa. Ci sono stati momenti molto toccanti, soprattutto quando ha parlato della Resistenza e del '68. E' stato bello sentirgli dire che ai 4 evangelisti lui ne ha aggiunto un altro, ovvero Fabrizio De André che, come lui, è sempre stato dalla parte degli emarginati, dei deboli, dei diseredati. E poi era affascinante la sua disinvoltura nel parlare dei tossicodipendenti, dei bambini, della gente che lui accoglie nella sua comunità...
A fine serata, per la Comunità di San Benedetto, Don Gallo riceve i fondi raccolti per il progetto di adozione a distanza in Repubblica Dominicana attraverso la vendita del libro di fiabe C’era (quasi) una volta in Liguria, a cura di Marino Magliani ed edito dalla casa editrice Edizioni Zem: una raccolta di 24 fiabe scritte da altrettante persone e illustrate da giovani artisti.


Appena sedutosi al tavolino, un folto gruppo di persone lo attornia affinché l'arzillo vecchietto apponga una firma alla copia del libro acquistata: Don Gallo posa il suo toscano ed il bicchiere di Coca-cola e inizia a scrivere dediche su ogni pagina che gli viene presentata.


Non apponeva una semplice firma, ma frasi dedicate, che mi facevano pensare alla sua grande generosità. Avevo desiderio di vedere una sua dedica sul libro delle fiabe di cui una è stata scritta da me, ma ho rinunciato: è anziano, era tardi e ci aveva già dato tanto. Sul mio libro manca la sua firma, tuttavia so che la mia non era impazienza, ma soltanto di un atto di rispetto nei suoi confronti.
Don Gallo è davvero un piccolo grande uomo.


domenica 12 agosto 2012

Queste leggi sarebbero chiare


Nessuno possieda niente.
Chi possiede ha usurpato.
Nessuno voglia obbedire.
Nessuno osi comandare.

Se tu vita insegnassi
che niente vale più
dell'anima e del suo viaggio
e agli uomini ricordassi
ogni giorno che il saggio
aspetta che il suo destino
si compia nella dissoluzione
e ripetessi incessante 
la tua unica verità:
"dopo di me si muore
dopo la morte nessuno
sa di sicuro dove
si vada. cosa ci tocchi"
queste leggi sarebbero chiare,
forti i loro rintocchi:
nessuno voglia obbedire
nessuno osi comandare
nessuno possieda niente
l'unico dovere è amare.

Giuseppe Conte (Imperia Porto Maurizio, 1945)


martedì 7 agosto 2012

Ritrovarsi a Melosa

Turage - MonteToraggio

Il colle più vicino alle valli liguri dell'estremo ponente, perpendicolari al mare, è quello di Melosa, meta invernale per gli amanti dello sci di fondo e per coloro che ogni tanto vogliono vedere la neve, e meta estiva di immersione nella natura nella pace più assoluta. Essendo che tra amici dei diversi paesi capita spesso di non incontrarsi per diverso tempo, ecco che ci siamo dati appuntamento oggi in questo posto per ritrovarsi e trascorrere alcune ore insieme.

Alberto Cane, Sandro Oddo, Gian Paolo Lanteri

Ci siamo subito inoltrati nel bosco seguendo un piacevole sentiero, inebriandoci del verde brillante degli alberi e della luce memorabile che stiamo godendo in ogni giornata di questa estate. Eravamo in dieci persone provenienti da Isolabona, Pigna, Triora, Vallecrosia e Vallebona, ed è sempre simpatico incontrarsi e mescolarsi, ognuno con la sua parlata e la voglia di scherzare e stare bene insieme.

Erica e Annamaria

La natura si lascia osservare: le piante lamentano solo la trascuratezza che l'uomo ha nei loro confronti, laddove passa con ruspe e mezzi meccanici di ogni genere e non si occupa più di rimuovere i rami secchi che cadono a terra, un tempo preziosi per riscaldare le abitazioni.


Un tronco di albero si presenta alla vista 
con fattezze quasi umane...


...e i numerosi formicai pullulano di laboriose formiche 
che in queste poche ore di vacanza 
disturbano il nostro bisogno di ozio.


A fondovalle la vita scorre come ogni giorno,
e noi siamo ben lieti di esserne lontani...

 Gian Paolo

Giungiamo in un punto dove dinanzi a noi si apre un grande spazio: i più audaci camminano sul ciglio del dirupo, altri invece, timorosi del vuoto, restano più in alto.

Claudie, Gian Paolo, Annamaria e Vanni

Con un po' di invidia li guardavo 
mentre osservavano il panorama...

Gipo e Claudie

...quasi misticamente rapiti,

 Erica e Paolo

 mentre gli altri ed io 
siamo rimasti in spazi meno inquietanti.


La luce, l'azzurro, il sole, il verde: un paradiso...


...e poi le piante che ci offrivano grande frescura.


E' ora di tornare: un bel pranzetto 
al ristorante coronerà il nostro incontro.


Usciti dal bosco, ci accoglie un'altra prospettiva dei luoghi, accompagnata dal canto incessante dei grilli, la cui presenza non ci ha di certo turbati come quella delle formiche...


Eccone uno perfettamente intonato al coro!

Gipo Anfosso

Indossando la maglietta ricevuta in regalo da un amico, che riporta la significativa scritta Partigiani sempre, l'amico Gipo posa per una foto ai piedi della Caserma di Cima Marta, storico luogo in cui ha ambientato un suo racconto.
Incontrarci con Gipo, oggi, è stato il movente principale della nostra gita: in anteprima ci ha portato il suo ultimo libro, intitolato Ricordo tutto, che presenterà il 17 agosto a Montalto: un appuntamento a cui non vorremmo mancare, centellinando un'altra giornata di vacanza nella semplicità e nel piacere di stare insieme fine a se stesso.
Siamo tornati a casa rigenerati: a volte basta davvero poco.