martedì 31 maggio 2011

Amor di popolo

Milano - Piazza Duomo
30 maggio 2011

La Liberazione, la festa, l'emozione intensa. Avevamo bisogno di tutto ciò, una bella ondata di amor di popolo da contrapporre a quello sfacciato proporsi come "popolo dell'amore".
Si potrà anche pensare che si gioca con le parole, ma dietro ai giochi di parole si celano comunque dei significati. Il centrodestra, in questi vent'anni, ha inteso il popolo come strumento per farsi eleggere a gestore del potere, la cosiddetta "casta", per poi dimenticarsi di lui se non per imbonirlo e ingannarlo.
Adesso spero che i tempi siano maturi affinché sia mantenuto il contatto. Popolo partecipativo, attivo, entusiasta o incazzato non importa, ma incluso. Serve mettere in pratica l'arte del sociale, per colmare quel vuoto, quel nulla, che si è creato tra pubblica amministrazione e privato cittadino.
La politica può diventare concreta solo in questo modo ed è ciò che auguro caldamente ai pionieri neo-eletti.



lunedì 30 maggio 2011

Elezioni

30 maggio 2011


Liberazione

di Milano

dalla Casta


Nelle tane di riva


Nelle tane di riva,
sulla foce del vallone,
l'anguilla cerca il sale
dell'acqua, il mare,
dove ha visto la murena,
il polipo e l'ofiura.

Un tuffo in tondo
prima di risalire fra
le morbide canne e
gli inganni dell'euforbia,
il fiume: vena
che abbandona,
verso l'alto, il mare.


Nico Orengo (1944 - 2009)

...da due anni non è più tra noi.


sabato 28 maggio 2011

L'ultimo arrivato

Matteo

...e poi, alla fine, ci si rende conto che vedere un bimbo appena nato racchiude ogni sintesi. E' un pò come toccare l'assoluto. Il cuore ha dei battiti insoliti, guardando la foto. Un altro anello nella catena umana che perpetra questo mistero chiamato vita. Che meraviglia...


lunedì 23 maggio 2011

Il merlo

Merlo - Turdus merula

Di piante e fiori ne ho già parlato in lungo e in largo, perché preferisco senz'altro la flora alla fauna. Agli animali voglio bene, ma non ho con loro un particolare feeling. In particolare, però, mi piacciono i cani e gli uccelli (senza doppi sensi, please!).
Approfitto del blog per parlare di questi ultimi, dei quali finora ho volutamente pubblicato fotografie in cui sono tutti posizionati allo stesso modo.
Per ognuno ho avuto un argomento legato a qualche riferimento mio personale.
La cinciallegra (spanissòra) canta in primavera mentre sono in campagna a potare e... dopo averle dedicato il post, lo devo dire, nei giorni successivi e per un paio di settimane, una cinciallegra becchettava il vetro della finestra del mio soggiorno come a voler entrare ed io ero letteralmente stupita e imbarazzata... perchè prima di allora non era mai successo.
Del pettirosso (rebissu) adoro la saltellante compagnia quando mi si avvicina, sempre in campagna, e sto raccogliendo la ginestra: mi fa una compagnia speciale.
Del passero solitario (merlu roccà) me ne parlava sempre un vecchio cacciatore, dicendomi che era solito stazionare in case diroccate e abbandonate.
Infine gli storni, che mi affascinano per le loro "geometrie esistenziali", come le chiama Battiato.
Oggi tocca al merlo (merlu), sì quello nero dal becco giallo. E' incredibile: quando sto affrontando con qualcuno discorsi un pò al limite dello scibile, ecco che fa la sua comparsa, SEMPRE.
E guardate cosa ho trovato nel cercare il significato esoterico correlato:
Merlo (Druid dhubh, Lon Dubh) - La leggenda dice che gli uccelli di Rhiannon sono tre merli, che sono appollaiati e cantano sull’albero della vita ai confini con i mondi ultraterreni. Il loro canto, mette l’ascoltatore in uno stato di trance, che gli consente di recarsi nei mondi paralleli. Il merlo è anche il detentore dei segreti della magia.
Pur non andando in trance, è una pertinente spiegazione alla sua presenza!


sabato 21 maggio 2011

A tutti i giovani


A tutti i giovani raccomando:
aprite i libri con religione,
non guardateli superficialmente,
perché in essi è racchiuso
il coraggio dei nostri padri.
E richiudeteli con dignità
quando dovete occuparvi di altre cose.
Ma soprattutto amate i poeti.
Essi hanno vangato per voi la terra
per tanti anni,
non per costruivi tombe,
o simulacri, ma altari.
Pensate che potete camminare su di noi
come su dei grandi tappeti
e volare oltre questa triste realtà
quotidiana.

Alda Merini (1931-2009)


giovedì 19 maggio 2011

Battitore libero


E' da poco uscito il libro di Riccardo Giordano intitolato Battitore Libero, Ed. Philobiblon.
E' la storia di un paese, Pietrabruna (Im), e di due amici, le cui vicende si intrecciano a doppio filo in seguito ad un episodio loro occorso durante la Resistenza e per il resto della loro vita, soprattutto nelle battute di caccia al cinghiale, momento di solidarietà e condivisione fra la gente.
E' un bel racconto, che avvince ed emoziona, intessuto su di una trama che mantiene un giusto ritmo e invoglia il lettore, che non perde mai l'interesse alla narrazione.
Un nuovo debutto, quello di Giordano, nel mondo della scrittura nell'estremo ponente ligure, graditissimo per i cultori del genere, un ulteriore visione della Liguria, terra ricca di spunti poetici solo che si voglia vederli e fermarli.
Stasera alle 19.00 ci sarà una presentazione nella sala conferenze del Mercato dei fiori di Sanremo curata da Franco Ardissone e da me.
Domani alle 21.00 ne seguirà un'altra presso la libreria Amico libro di Bordighera a cura di Marino Magliani.

Riccardo Giordano è nato nel 1964. Ha vissuto a Pietrabruna dove è stato sindaco dal 2000 al 2010. In periodi diversi ha ricoperto il ruolo di presidente della CIA (Confederazione italiana agricoltori), dell'UC Flor di Sanremo e, alle ultime elezioni provinciali, è stato il candidato alla presidenza per la lista del centro sinistra.


martedì 17 maggio 2011

In questo modo

Schede elettorali

Molto democraticamente, questa tornata elettorale ha risposto con il suo più naturale strumento, ossia il voto, alla necessità di voltare pagina al corso della storia. Non è che un inizio, ma è già un grande segno, peraltro molto atteso.
Senza bombe, senza spari, senza morti, ma semplicemente con il voto.
Forse qualcuno si sarà sentito spesso e volentieri inetto, incapace di "fare qualcosa". Forse non c'era altro da fare che "resistere", nell'attesa che i tempi fossero maturi e i più capissero in quale stato delle cose si versa realmente.
Tant'è. Oggi Milano ha urlato forte e quando Milano urla la sentono in tutta Italia.


sabato 14 maggio 2011

Pessimi soggetti


L'oggetto della prima pagina odierna di Libero è la perfetta rappresentazione dei soggetti che lo dirigono, che nel nostro dialetto si definiscono, al singolare, marìu sugétu (pessima persona).
Benchè il vernacolo spesso sia più significativo della lingua madre nel rendere l'idea, in questo caso lo ritengo non sufficientemente incisivo.
Siamo oltre lo schifo.


lunedì 9 maggio 2011

Genova, città che amo

Veduta del centro storico da Oregina

La poesia Genova di Giuseppe Conte descrive la città nel modo in cui la vivo realmente ogni volta che ci vado. E' una città verticale, in salita, difficile, stretta, faticosa. E' la sintesi della Liguria, il suo capoluogo, quella che amo più di ogni altra.

La Lanterna

Un tempo si andava raramente a Genova. Quando si partiva dal paese, coloro che sapevano della méta, dicevano: "Salùtame a Lanterna", perché da sempre ne è il suo simbolo, anche se adesso il Matitone e la centrale dell'Enel le hanno tolto un bel pò di poesia.

Centro storico e Porto antico

Al calar del sole, i caldi colori dell'arancione e del rosa ravvivano le fredde tonalità grigie e azzurre che abitualmente avvolgono Genova: diventa senz'altro più bella.

Castello D'Albertis e il Teatro Carlo Felice

Antico e moderno si fondono continuamente assieme, in spazi molto ristretti, quasi addossati, ma intanto l'occhio si abitua, accetta e la vita frenetica e compressa scorre ugualmente...

Il Porto

Genova è il mare, il Porto, la Lanterna. Un mondo. Un tempo era senz'altro molto più ricco di presenze umane che, oggigiorno, sono state sostituite dalle macchine. Anche il lavoro non ha più la portata di allora, ma a Genova il Porto è senza ombra di dubbio un'istituzione per la città.

La Stazione Marittima sul Porto
e una nave da crociera in attracco

Guardavo sempre dall'autobus la Stazione Marittima ogni volta che tornavo a Genova da casa per studiare. Fantasticavo sull'importanza che poteva aver avuto quando le comunicazioni di ogni tipo si svolgevano via mare. Col passare del tempo diventava sempre più un museo, ma la sua bellezza ed importanza rimanevano immutate: adesso quasi scompare alla presenza della "città galleggiante" della nave da crociera...

La Lanterna e il Matitone

Più sopra ho detto che antico e moderno si fondono continuamente assieme, ma devo anche ammettere che 'sto Matitone è un pò pesante da digerire... Fa quasi sparire la longeva ed elegante Lanterna, simbolo della città, e allora, ma se ghe pensu, dovrei dire che... propriu u nu me và!

L'inquinamento

Dalla splendida postazione da cui vedevo questo panorama esagerato, ovvero l'abitazione di una mia carissima amica, non mi sono potuta sottrarre alla vista delle nube di inquinamento che, mi spiegava lei, spesso si forma appena oltre il Porto, un vero e proprio visibile disastro creato dall'uomo e nel quale deve vivere. Come ben si sa, non è ovviamente l'unico, purtroppo.
Tuttavia Genova rimane sempre e comunque un luogo in cui vado volentieri, in cui mi so muovere e la cui storia e poesia mi sono umanamente presenti.


venerdì 6 maggio 2011

Sogni e desideri

Pergola di glicine

La Natura è generosa e la mano dell'uomo sovente perfeziona questa generosità. Il glicine è una pianta lenta, irregolare nello sviluppo e la fioritura è breve: necessita quindi di essere "aiutata" per poter esprimere il meglio di sé. Preferisco il glicine tendente al blu scuro, rispetto alle varietà a colori tenui e nel sogno che coltivo di poter dare pian pianino una svolta alla mia vita, vi è pure il desiderio che sia realizzata una pergola di glicine tipo quella della foto. "Non è poi un desiderio così impossibile" direte voi a ragione. Sì, è vero, ma più complesso è il sogno, cui la pergola altro non sarebbe che un contorno...

(Meno male che Marlor mi manda delle foto che mi "stuzzicano": in questo periodo farei fatica a mandare avanti il blog se non avessi qualche collaborazione!)


mercoledì 4 maggio 2011

Il passero solitario

U merlu roccà - Il passero solitario

D’in su la vetta della torre antica,
passero solitario, alla campagna
cantando vai finché non more il giorno;
ed erra l’armonia per questa valle.
Primavera dintorno
brilla nell’aria, e per li campi esulta,
sì ch’a mirarla intenerisce il core.
Odi greggi belar, muggire armenti;
gli altri augelli contenti, a gara insieme
per lo libero ciel fan mille giri,
pur festeggiando il lor tempo migliore:
tu pensoso in disparte il tutto miri;
non compagni, non voli,
non ti cal d’allegria, schivi gli spassi;
canti, e così trapassi
dell’anno e di tua vita il più bel fiore.
Oimè, quanto somiglia
al tuo costume il mio! Sollazzo e riso,
della novella età dolce famiglia,
e te german di giovinezza, amore,
sospiro acerbo de’ provetti giorni,
non curo, io non so come; anzi da loro
quasi fuggo lontano;
quasi romito, e strano
al mio loco natio,
passo del viver mio la primavera.
Questo giorno ch’omai cede alla sera,
festeggiar si costuma al nostro borgo.
Odi per lo sereno un suon di squilla,
odi spesso un tonar di ferree canne,
che rimbomba lontan di villa in villa.
Tutta vestita a festa
la gioventù del loco
lascia le case, e per le vie si spande;
e mira ed è mirata, e in cor s’allegra.
Io solitario in questa
rimota parte alla campagna uscendo,
ogni diletto e gioco
indugio in altro tempo: e intanto il guardo
steso nell’aria aprica
mi fere il Sol che tra lontani monti,
dopo il giorno sereno,
cadendo si dilegua, e par che dica
che la beata gioventù vien meno.
Tu, solingo augellin, venuto a sera
del viver che daranno a te le stelle,
certo del tuo costume
non ti dorrai; che di natura è frutto
ogni vostra vaghezza.
A me, se di vecchiezza
la detestata soglia
evitar non impetro,
quando muti questi occhi all’altrui core,
e lor fia vòto il mondo, e il dì futuro
del dì presente più noioso e tetro,
che parrà di tal voglia?
Che di quest’anni miei? che di me stesso?
Ahi pentirommi, e spesso,
ma sconsolato, volgerommi indietro.

Giacomo Leopardi (1798 - 1837)


domenica 1 maggio 2011

La sostenibile leggerezza dell'essere


Et voila: reduce da un seminario di due giorni, "di quelli che ti rigenerano per un pò", con un calendario che ha visto una pasquetta coincidente con il 25 aprile, la beatificazione di Woytila con il Primo maggio, il concerto di piazza San Giovanni con la musica lirica (finalmente!), ebbene questa suorina rende bene l'idea di come ogni tanto sia sostenibile un pò di leggerezza dell'essere...

Grazie Marlor per la foto.