lunedì 31 ottobre 2011

Il caso di Maria Toscana "strega di Vallebona" che praticava l'"omfelomanzia" ed i "Sei Indici delle Streghe"

Chi di loro sarà Maria Toscana,
la strega di Vallebona, in arte goodvalley?

L'amico Goran mi segnala l'altro giorno questo articolo preso qui, pubblicato dal mio ex professore di italiano di quinta ragioneria, Bartolomeo Durante. Dire che ha del curioso è poco, ed essendo proprio oggi la festa di Halloween mi pare pertinente postarlo:

Lo strano caso di Maria Toscana "strega di Vallebona" che praticava l'"omfelomanzia*": la punta di un iceberg che va dalle "Streghe di Triora" a Peirinetta Raibaudo di Castelar al mago nero Louis Gaufridy prete di Grasse!
Il grande areale tra Liguria occidentale e Provenza, forse perchè pervaso di relitti di tradizioni pagane di cui non mancano prove, fu caratterizzato da notevoli interventi contro la pratica della stregoneria, che proprio in questo areale si sarebbe manifestata nella varietà delle sue espressioni, quelle ascritte ai "Sei Indici delle Streghe" o propriamente "Maleficarum Indices Sex".
Il caso delle Streghe di Triora è solo il più noto anche se a livello vero e proprio rimangono più emblematici i casi di:
Peirinetta Raibaudo di Castelar, borgo alle spalle di Mentone, e del presunto mago nero Louis Gaufridy prete di Grasse entrambi giustiziati sul rogo dopo un terribile processo.
Tra i tanti altri casi, uno di cui si occupò direttamente il ventimigliese Angelico Aprosio - in stretta collaborazione con il grande e controverso Inquisitore di Genova Passi dal Bosco, fu quello di Maria Toscana presunta strega di Vallebona... accusata di praticare la rara e paganeggiante "scienza" dell'omfelomanzia: un argomento che merita di esser rammentato per ricordare epoche oscure in cui la superstizione primeggiava ed in cui occorre dire che il ventimigliese Angelico Aprosio si destreggiò come vicario dell'Inquisizione con accuratezza e intelligenza assai più di molti altri in Liguria e nel resto d'Italia!

*omfelomanzia o onfalomanzia: Scienza che studia l'ombelico per individuare la personalità di un soggetto, capirne i punti deboli, le mancanze e le carenze, facendo venire alla luce ogni punto oscuro della propria personalità.

Càspita! Oltre a non aver mai sentito parlare di onfalomanzia, mi ritrovo a doverla supporre praticata proprio al mio paese! Questa poi...


domenica 30 ottobre 2011

Gipo a Isolabona

Copertina del libro di Gipo Anfosso

Scrivere racconti è molto bello. Mi piace leggerli, mi piace scriverli. Sono fugaci, veloci, ma pur nella loro brevità ti prendono per mano e ti portano, come vedere una mostra di quadri.
Oggi a Isolabona, alle 16.30, alla Loggia di Piazza martiri della Libertà, o meglio in ta ciassa du balùn, Paolo Veziano e Alberto Cane hanno organizzato una presentazione del libro di racconti di Gipo Anfosso intitolato Muri a secco.
La metafora dei muri a secco ha sempre una forte valenza: le pietre stanno assieme unendo l'utile al dilettevole, non sono tenute a forza da alcun legante, regalano bellezza alla vista e riassumono il concetto dell'armonia che si può ottenere tra elementi diversi l'uno dall'altro, come avevo già descritto qui.
E così sono i racconti di Gipo. Inutile dire poi che quando chi scrive è un proprio coetaneo è ancora più facile sentirsi coinvolti.
Leggerò un passo, naturalmente da quello che più mi ha colpito: Millenovecentosettantasette.


mercoledì 26 ottobre 2011

Frate Indovino

File:Frate indovino 1946.jpg

I° edizione di Frate Indovino

Nato come allegato omaggio a Voce Serafica, l'almanacco Frate Indovino ebbe vita per mano di Padre Mariangelo da Cerqueto, in allora direttore del mensile stampato dai Cappuccini umbri. L'incarico gli venne assegnato perché considerato poco faticoso, viste le precarie condizioni di salute del frate. La sua idea era quella di far entrare in tutte le case la rivista e un calendario poteva essere il mezzo giusto, a prescindere dal livello sociale o culturale.


Edizione del 2011

Nel 1946, anno della sua prima uscita, ne furono divulgate 2.000 copie che incontrarono un grande successo, tanto che per l'edizione del 1947 ne furono stampate e distribuite ben 32.000.
Le edizioni del '48, '49 e '50 segnarono un vero boom nella diffusione, tanto che il calendario varcò i confini dell'Umbria. Padre Mariangelo era talmente stupito che temeva che quel bel sogno potesse finire all'improvviso ed infatti l'edizione del 1951 subì una battuta d'arresto: dal vicario generale dell'Ordine dei Cappuccini era stato reputato sconveniente l'abbinamento di quell'aggettivo "indovino" al termine "frate". Padre Mariangelo cedette il suo lavoro all'Editore Salviati chiedendo di sostituirsi a lui stesso, ma la cosa suscitò enormi proteste da parte dei lettori. L'anno successivo riprese la pubblicazione regolarmente nella veste a colori e la tiratura raggiunse le 200.000 copie!



Una pagina del calendario

Lo schema di base comprendeva il santorale (sequela dei giorni con i santi appropriati e le feste comandate), le previsioni meteorologiche, le fasi lunari, i consigli pratici per agricoltori, massaie e ammalati e ovviamente il messaggio francescano, che col tempo divenne I pronostici di Frate Indovino. Il linguaggio si adeguò col passare del tempo: ad esempio la rubrica Per le massaie diventò Per le donne; dal 1957 al 1980 vennero via via inserite nuove rubriche, tipo Mercellino pane e vino, Tema di fondo dell'almanacco di frate indovino, Lo sapevate?, Lo credereste?, Specola, Per tutti, Le stelle parlano, ed altro ancora...

File:Padremariangelo01.jpg

Padre Mariangelo da Cerqueto,
al secolo Mario Budelli (1915 - 2002)

Attualmente la tiratura oscilla intorno ai 6 milioni di copie, grazie ad un imponente e capillare sistema di diffusione. Dopo la morte di Padre Mariangelo, la pubblicazione è curata da Mario Collarini.
Sono cresciuta con la presenza di Frate Indovino in casa. Ogni tanto lo leggevo: mi piacevano i proverbi o gli aforismi, il più delle volte in rima e gli oroscopi. Le lunazioni erano (e sono) in grassetto e descrivono gli andamenti meteorologici e mi chiedevo sempre (e mi chiedo) come facevano a sapere un anno prima come sarebbe stato il tempo l'anno successivo.
Ho dedicato questo post a Frate Indovino perché, vista la siccità, la mamma ha pensato bene di consultarlo e l'unica pioggia era prevista per il 26 ottobre: è arrivata un giorno prima, ma ha azzeccato in pieno la previsione.
Sarà un caso, ma a volte la sua funzione è proprio quella di essere un piccolo lume che ci illumina la via.


lunedì 24 ottobre 2011

Ottobre

Foto di Stefano Pertusati

Un tempo, era d'estate,
era a quel fuoco, a quegli ardori,
che si destava la mia fantasia.
Inclino adesso all'autunno
dal colore che inebria:
amo la stanca stagione
che ha già vendemmiato.
Niente più mi somiglia,
nulla più mi consola
di quest'aria che odora
di mosto e di vino
di questo vecchio sole ottobrino
che splende nelle vigne saccheggiate.

Vincenzo Cardarelli (1887 - 1959)


sabato 22 ottobre 2011

Crescere

Bruno Campagno

Dissi di Campagno lo scorso anno E' giovane, ma crescerà e quest'anno ho verificato l'auspicio. A Canale d'Alba, nel cuore del Roero, oggi si è disputata la partita di andata della finale di balòn di serie A e Bruno Campagno ha dato dimostrazione di quanta strada ha percorso. La potenza è la sua qualità più evidente, tanto che tra il pubblico sentivo dire essere uno dei battitori più forti di tutti i tempi: tre ore e 45 muniti di partita durante i quali ha mantenuto la battuta mediamente sui 75 metri...

Massimo Vacchetto, Max

Dissi di Vacchetto la scorsa settimana tante cose belle perché me le ha generosamente suscitate e oggi ha cercato con tenacia di affrontare le grande sfida, con momenti poco fortunati e qualche ingiustizia arbitrale. Non era facile fronteggiare un avversario come Campagno, aiutato da una squadra ben assortita...
Max ha perso per 11 a 9 e confida nella buona riuscita nella gara di ritorno. La partita è stata bella e ho apprezzato vedere in finale due campioni i cui anni sommati erano soltanto quaranta. Bello, perché cresceranno e ogni anno vedremo sempre migliorare lo spettacolo.


Questa volta Paolo ed io non ci siamo accontentati del solito panino sulle gradinate: siamo andati alla Trattoria "Tre galline" e ci siamo regalati un pranzetto degno della migliore tradizione piemontese.

Tagliolini d'Alba

Degustare le tipicità significa non sbagliare mai e così la scelta è ricaduta sui tagliolini d'Alba, sottili e buonissimi!

Filetto ai funghi porcini

Piemonte-carne-funghi sono strettamente correlati, per cui come rinunciare alla proposta di un filetto ai funghi porcini?

Roero rosso di uve Nebbiolo

Roero è sinonimo di Arneis, il vino bianco più pregiato del Piemonte, ma anche i vini rossi della stessa zona stanno via via diventando popolari perché ottimi: e allora come non assaggiarlo?

Sulle tribune...

Chi ha tradizionalmente pranzato sul campo non poteva farsi mancare una bella fetta di cremosa gorgonzola, accompagnata da nebbiolo o barolo o barbera: accidenti quanto ben di Dio!
Le partite di pallone elastico in Piemonte sono un viaggio "in casa dei cugini" piemontesi. Le atmosfere che ognuno riesce a cogliere rimangono inscritte in quell'angolo dell'anima che coltiva questa particolare passione. Sono spesso sensazioni senza tempo ed hanno un sapore antico, ma sempre buono. Un mondo a sé stante in cui ci si immerge sempre volentieri.


mercoledì 19 ottobre 2011

La Corsica

La Corsica vista dalla costa ligure
foto di Roberto De Nicola

Magari uno pensa che dalla costa ligure si veda normalmente la Corsica... No, non è così, tuttavia certe mattine particolarmente nitide o fredde si può assistere a questo spettacolo, anche se, nell'arco di una vita, molte persone non ne hanno avuto l'opportunità.

La Corsica vista da Montenero (Bordighera)
foto di Roberto De Nicola

Alcuni sostengono che non sia un fenomeno reale, bensì un'illusione ottica che si crea per effetto della rifrazione: tutte balle, quando la si vede è proprio lei, con il suo immutato profilo montuoso.

La Corsica vista dal Colle Melosa
foto di Roberto De Nicola

Ci sono luoghi da cui si vede benissimo, altri da cui è precluso lo spettacolo. Infatti sono proprio le persone che abitano nei paesi dell'entroterra da cui non si vede il mare coloro i quali meno di ogni altro hanno avuto occasione di vedere la Corsica.

La Corsica vista da i Gray
foto presa da fb e non so più da chi...

Non sono mattiniera, a differenza di altre persone che solitamente si alzano presto e sono privilegiate nel cogliere le occasioni di vedere la Corsica. Però una volta nella vita mi è capitato di vederla: ero sul treno e mentre era fermo alla stazione di Ospedaletti ecco che mi si para davanti questo emozionante spettacolo sullo sfondo di un cielo rosso-arancione che preannunciava la nascita del giorno. Bello, bellissimo, indimenticabile.

La Corsica
foto di Antonello Rotondaro

Ingrandendo questa foto con un click si può ammirare la "concretezza" del territorio corso che appare allo sguardo soltanto alcune volte durante l'anno. E' uno spettacolo, così come dicono lo sia vedere la costa ligure e francese dalle zone della Spezia.
Inutile negare che la natura, in quanto a bellezza, la sa lunga.
E voi, avete visto qualche volta la Corsica?


sabato 15 ottobre 2011

Max Vacchetto ovvero l'eleganza del "ricciolo"

Massimo Vacchetto, Max

E così anche quest'anno siamo giunti agli spareggi e poi alle finali del campionato di serie A di pallone elastico, ora pallapugno, in ligure balùn, in piemontese balòn, dato che è una questione che riguarda solo queste due regioni. L'anno scorso ho "scoperto" Bruno Campagno, oggi è stata la volta di Massimo Vacchetto che, in realtà, conosco da quando era bambino, ma non avevo ancora visto giocare nella massima categoria.

Giorgio e Massimo Vacchetto

E' una gran cosa vedere giocare padre e figlio nella stessa squadra, ma ancor più grande è stato scoprire le belle qualità che distinguono questo giovanissimo diciottenne: forza, tempismo, controllo, eleganza, leggerezza... mi sono emozionata più di una volta solo nel guardarlo colpire la palla. Era dai tempi di Massimo Berruti, Berutìn, che non assistevo a questo spettacolo.

La calma di Giorgio è l'elemento più evidente che si nota essere stato trasmesso al figlio: è difficile vedere un ragazzo di 18 anni così capace di mantenere un dato ritmo ed il controllo di sé.

Roberto Corino, Curìn

Dall'altra parte il grande campione da battere, Roberto Corino, Curìn. Fa un pò paura il confronto con qualcuno che è già appurato essere un campione, eppure bisogna misurarsi. E così la partita inizia, dando spettacolo di palleggio degno dei migliori momenti della storia del balùn...

El Kara, terzino libanese

Non mancano le novità: un giocatore libanese approda come terzino alla serie A, cosa assai unica nel suo genere. Il balòn sfonda la cortina "locale" e si confronta con la realtà multietnica: mi sorge spontaneo pensare al fatto che così non è stato nei cinquant'anni di immigrazione dal meridione d'Italia, mentre un extracomunitario ha trovato attrazione per questo gioco, così come altri ragazzi rumeni.

El Kara

Questa apertura di braccia di El Kara meritava di essere pubblicata...


Icona del pubblico del pallone elastico è l'anziano spettatore che giunge con la giacchetta riposta sulla spalla. Questo dettaglio può sembrare banale, ma in realtà è un'immagine che ricorre prevalentemente in questo contesto e che appartiene alla gestualità di una generazione ormai attempata...

I crampi...

La partita, praticamente a senso unico a favore dei Vacchetto, subisce una battuta d'arresto quando i crampi fermano il giovane Max. Tutta la squadra gli si fa attorno ed interviene chi di dovere per rimediare all'inconveniente, portare a termine la partita e conseguire la meritata vittoria.

Max è preoccupato, ma bisogna crederci...


I dubbi degli avversari, invece, sono più dilanianti...


...e Corino, da grande sportivo, in cuor suo sa già che Vacchetto merita davvero quella vittoria.
Nella maggior parte dei casi, il pallone elastico è "una storia di famiglia", nel senso che si tramanda di padre in figlio e tutto il nucleo si sente coinvolto e partecipe ad ogni gara.

Naturalmente sulle gradinate erano presenti
tutti i Vacchetto: il fratello Paolo

il fratellino Alessandro vicino alla mamma


...i nonni e lo zio.

La partita finisce 11 a 2 e Massimo Vacchetto si qualifica per la finale di serie A del 2011. Inevitabile l'esultanza: con la squadra...

...con la mamma,

...con Grasso, il C. T. dell'Albese,

...con il papà Giorgio,

...e quella dei genitori.

Ale corre felice,

Paolo ha un fratello campione,

ed anziani appassionati ringraziano questo ragazzo
per aver loro donato tanto.

Non so se sarà la passione che sollecita certe emozioni, fatto sta che il balòn è uno dei pochi momenti in cui il tempo si ferma, o acquisisce connotati diversi dal solito. Ci si ritrova in una dimensione statica, talvolta estatica, che nella sua semplicità è in grado di colmare quel vuoto che spesso e volentieri si avverte dentro di sé. Apre alla calma, alla contemplazione e predispone alla ricezione di cose belle: e oggi, Max Vacchetto, ce ne ha regalate parecchie.


giovedì 13 ottobre 2011

Bordighera verso Francia

Costa italo-francese

Bordighera è annoverata tra i luoghi del mondo da cui si godono i più bei tramonti. Il sole scende in mare nelle stagioni fredde, mentre durante l'estate si nasconde dietro le colline franco-italiane.


Con tutti i danni che provoca l'uomo quando mette mano al territorio, per fortuna certi spettacoli della natura rimangono intatti e superano ogni umano tentativo di bellezza.


Le fotografie dell'amico Roberto De Nicola, bordigotto affezionato alla sua città, sono state scattate in tempi, stagioni e orari diversi, ma hanno in comune la zona, ovvero il tratto di mare che ci collega con la Francia.
La città sullo sfondo è Montecarlo e verrebbe da dire: così vicini, così lontani...


Già la presenza del mare in se stessa favorisce il paesaggio: indubbiamente la gamma dei colori che la natura offre nelle sue varie stagioni è un gradito regalo a chi può osservarla.


Anche le mareggiate contribuiscono allo spettacolo: spesso sono causate dal mistral (maestrale) che arriva dalla Francia e così anche le foto vengono scattate verso quella direzione.


Grazie a facebook e al gruppo "Bordighera amore mio" col tempo si avrà la disponibilità di un archivio di tutto rilievo di foto riguardanti Bordighera e suppongo verrà creato un album di soli tramonti, vista la variegata gamma di scenari che, soprattutto d'inverno, si possono vedere.


Certe sere, però, le nuvole sono talmente folte che lo spettacolo del tramonto viene meno, tuttavia anche i densi annuvolamenti hanno il loro fascino.
In questo periodo, nonostante la nostra risaputa tirchieria, pagheremmo pure qualcosa pur di vederne uno!




lunedì 10 ottobre 2011

La castagnata a Buggio

Buggio e il monte Pietravecchia

E' tempo di castagne e di sagre ad esse dedicate. Nell'estremo ponente ligure se ne svolgono diverse, ma la classicissima è quella che si svolge a Buggio, frazione di Pigna, un paesello che si trova al culmine della Val Nervia. Rannicchiato ai piedi del monte Pietravecchia, Buggio è un borgo suggestivo, che conserva il fascino del tempo che fu. Devo ammettere che sono alcuni anni che non partecipo alla castagnata, ma ho ben presente l'atmosfera che vi regna in questa occasione. Ve la propongo grazie alle 4 fotografie che l'amico Sergio Campilli ha pubblicato su facebook e che mi ha consentito di usare: sintetizzano bene gli elementi più importanti.

Le padelle

Il fuoco

Le castagne

Grazie Sergio, come esserci stata.