giovedì 31 dicembre 2009

L'anno che verrà



Buon anno!

mercoledì 30 dicembre 2009

Costa ed entroterra

Ape attrezzata per la raccolta delle olive
Imperia, Borgo Marina

La Liguria è una regione molto stretta, suddivisa tuttavia in tre fasce: la costa, il medio entroterra e l'entroterra vero e proprio. Ci sono delle immagini tipiche di ogni fascia, per cui si rimane sorpresi quando si vedono cose che non sono di pertinenza dell'una o dell'altra.
Alcuni giorni fa mi è capitato di vedere in riva al mare un'Ape Piaggio pronta per raggiungere un sito di olive per la raccolta.

In effetti, bastano pochissimi chilometri a ridosso della costa per imbattersi in un uliveto, ma pensare che le persone che risiedono sulla costa siano organizzate per questo lavoro mi ha stupito. Solitamente sono altre le immagini che ci propone la costa, che rappresenta l'aspetto "signorile" della nostra regione. Raggiungere dall'interno la Riviera, ovvero dire "vado in giù", significa usare l'automobile e vestirsi in modo più appropriato, invece di muoversi con l'Ape e abbigliarsi con abiti più consunti.

Questa fotografia, poi, evidenzia il contrasto: il borgo in riva al mare e un'Ape che, invece di essere carica di pesci o di reti per pescare, è attrezzata per la raccolta delle olive!
Ormai tutto è in movimento, non si vive più a compartimenti stagni. D'altronde, l'olio di oliva Taggiasca è il più indicato per accompagnare il pesce: il tutto prelude, allora, ad un anticipato avvicinamento tra i due elementi...

giovedì 24 dicembre 2009

U Fògu du Bambìn

Vallebona - Piazza Marconi

Un'inclemente pioggia sta rendendo difficile, ai ragazzi del paese, la raccolta della legna per U Fògu du Bambìn, una tradizione che, a memoria d'uomo, vige a Vallebona nel periodo natalizio.
Il 24 dicembre, infatti, più di trenta ragazzi equipaggiati con camion, trattori, motosega e tanto spitito di gruppo, partono al mattino e per tutto il giorno procurano la legna necessaria affinché il fuoco possa durare ininterrottamente fino al 6 gennaio.

Vallebona- Primi anni Cinquanta

Oggigiorno l'approvvigionamento è facile, ma un tempo tutta la legna era recuperata senza mezzi e la durata del fuoco era necessariamente più breve.
I giovani raccattavano e, perchè no, rubavano qualsiasi tipo di legname pur di alimentare questa tradizione, anche perchè era l'unico momento di aggregazione del periodo invernale per giovani,vecchi e bambini...

Vallebona nel 1969 - 70: il fuoco più grosso della storia

Verso la fine degli anni Sessanta, con l'avvento dell'Ercolino della Moto Guzzi e delle prime motosega, U Fògu du Bambìn ha beneficiato di un'innegabile evoluzione: procurare la legna non era più un problema e il benessere da poco sopraggiunto permetteva di organizzare grigliate e serate di convivialità attorno al fuoco.
Risale proprio a quell'anno l'idea di costruire una Befana di legno, paglia, stracci e petardi da bruciare alla mezzanotte del 6 gennaio, quale epilogo del periodo delle festività.

Il fuoco oggi

Oggigiorno la tradizione continua, diventando sempre più popolare, soprattutto per il rito della Befana al rogo, come ho descritto l'anno scorso qui.
L'Associazione culturale "A Cria" ha dedicato a U Fògu du Bambin la sua XII edizione del Calendario, redatto ogni anno con la collaborazione della popolazione che fornisce gentilmente le fotografie in base al tema prestabilito.
Approfitto dell'argomento per mandarvi il mio più "caloroso" augurio di Buone Feste!

martedì 22 dicembre 2009

Il mare d'inverno

Imperia - Borgo marina

E' tutto un gran parlare di gelo, neve e pioggia e nel frattempo il mare rimane solitario ed abbandonato a se stesso... Non c'è interesse per lui nella stagione fredda, ma per chi vive tutto l'anno al suo cospetto, l'attenzione è sempre alta.
Anche d'inverno è impossibile non avvertire la sua presenza, i suoi grigi e freddi colori, il suo linguaggio.

E' la stagione in cui riversa sulla riva detriti e spazzature di ogni genere: benchè in queste foto prevalgano residui di canne e legnami, che sono senz'altro meno sgradevoli alla vista della "rumenta" prodotta dall'uomo, il pensiero non può fare a meno di correre a poche decine di anni fa, quando ai contadini era ancora permesso recidere le canne per sostenere le piante di pomodoro, i fagioli rampicanti e soprattutto costruire stuoie per i pergolati, per proteggere le produzioni floricole.

Canna francese

Le canne che nascono nei valloni dell'estremo ponente ligure sono di origine francese ed hanno la particolarità di essere molto robuste e di raggiungere anche i cinque cm. di diametro: sono molto diverse dalle canne mantovane e da quelle ungheresi, decisamente più sottili e più fragili.
Da parecchi anni è proibito tagliarle per l'uso contadino, perchè si rischia una multa di € 50 da parte della forestale per ogni canna recisa .
E così i valloni sono sempre "sporchi": ogni volta che vanno in piena trascinano tutto a mare, il quale, a sua volta, durante le mareggiate, ce lo restituisce puntualmente.
I contadini avevano il senso degli equilibri della natura: tagliare le canne significava beneficiare di un uso più che necessario e ripulire al tempo stesso gli argini del vallone, per cui l'acqua scorreva agilmente.
Oggigiorno, invece, proibito tagliarle, proibito fumarle!

venerdì 18 dicembre 2009

Il mestiere di vivere

"Ebbero molto più senso del passato i popoli ai primordi della storia che non i successivi. Quando un popolo non ha più un senso vitale del suo passato si spegne. La vitalità creatrice è fatta di una riserva di passato. Si diventa creatori - anche noi - quando si ha un passato. La giovinezza dei popoli è una ricca vecchiaia.
La creazione nasce dalla innumerevole ripetizione di un atto, che a forza di di routine diventa stucchevole. Poi viene un periodo di smarrimento, di tedio. Allora l'atto dimenticato per la sua banalità, risorge come miracolo, come rivelazione, ed ecco lo slancio creatore."

Cesare Pavese (1908 - 1950)

mercoledì 16 dicembre 2009

In Somalia

Foto presa dal blog africana

Mentre in Italia ci si sbrana l'un l'altro, vittime di una incomunicabilità che lascia perplessi, visti i livelli di evoluzione e progresso cui si erge il Paese, in Somalia muoiono dei bambini, sei fratellini per giunta, ma non abbiamo tempo di compatire o di riflettere su dove va il mondo... abbiamo troppo da fare ad occuparci dei nostri luridi affari.

sabato 12 dicembre 2009

Alla mia Nazione

Non popolo arabo, non popolo balcanico, non popolo antico
ma nazione vivente, ma nazione europea:
e cosa sei? Terra di infanti, affamati, corrotti,
governanti impiegati di agrari, prefetti codini,
avvocatucci unti di brillantina e i piedi sporchi,
funzionari liberali carogne come gli zii bigotti,
una caserma, un seminario, una spiaggia libera, un casino!
Milioni di piccoli borghesi come milioni di porci
pascolano sospingendosi sotto gli illesi palazzotti,
tra case coloniali scrostate ormai come chiese.
Proprio perché tu sei esistita, ora non esisti,
proprio perché fosti cosciente, sei incosciente.
E solo perché sei cattolica, non puoi pensare
che il tuo male è tutto male: colpa di ogni male.
Sprofonda in questo tuo bel mare, libera il mondo.

Pier Paolo Pasolini (1922 - 1975)

venerdì 11 dicembre 2009

Intemelion

Domani si va, è uno degli appuntamenti più importanti inerenti la cultura locale.
Ci si rivede tra amici di vecchia data, con alcuni dei quali, durante l'anno, ci separano distanze fisiche e situazioni di vita diverse.
I Quaderni di Intemelion sono preziosi: trattano argomenti storici, arti, tradizioni e soprattutto approfondimenti che arricchiscono il nostro sapere locale.
Appuntamento irrununciabile.

martedì 8 dicembre 2009

Amapola

"Chi è Amapola...
Amapola è un' anima doppia, è la notte e il giorno, è la donna dolce e vaga protagonista di una vecchissima canzone. E' la musica appassionata e trascinante di un lentissimo e sensuale tango. E' la sera calda e asfissiante di profumi di una città argentina. E' l'ombra di una donna che danza su un rosso tramonto. E' lo scialle di lana soffice e accogliente...

AMAPOLA di LACALLE - BRUNO

Nel cuor della Pampa profumata
va il suon d'una dolce serenata:
tra i fior, canta il gitano alla sua amata
la bella canzon, con immensa passion.

"Amapola, dolcissima Amapola,
la sfinge del mio cuore sei solo tu;
io ti bramo, t'invoco follemente
per dirti: "t'amo appassionatamente"
Amapola, vaghissima Amapola,
la luce dei miei sogni sei per me,
deliziosa, armoniosa
come il suono della mia mandola!

Di gia' spunta l'alba giu' lontano,
e ancor canta il misero gitano,
lassu', dalla sua amata attende invano
un bacio ed un fior, un sospiro d'amor.

Il testo di questo brano datatissimo, oggi farebbe sorridere anche mia nonna, ma ha anche il gusto polveroso e malinconico del tempo che fu.

Ricorda profumi alla violetta e biscotti al miele. Sa di sapone e lavanda… sa di sogni romantici e appassionanti… sa di amori taciuti fino alla soglia di ogni umana sopportazione... sa di buono!! Lei può essere l'amica, l'amante e l'amata, la sorella simpatica o la mamma che ti ascolta e ti sorride, quando ne hai bisogno. E' l'essere che si sforza di dare sempre e comunque. Quello che vorrebbe sempre migliorarsi, perchè un vago senso di colpa la fa sempre sentire in debito con il mondo, per aver assistito ad un'altro bellissimo tramonto, o per aver ascoltato il brano giusto al momento giusto. Forse, in realtà buona buona non lo è... ma le piacerebbe tanto diventarlo!!!

Poi l'anima doppia di Amapola si fa avanti e rivela piano anche il suo lato più oscuro, perchè, suo malgrado, l' amapola è anche il papavero da oppio. Fiore bellissimo e apparentemente innocuo, che arricchisce pochi esseri senza scrupoli e anima, sotterrando centinaia di menti e cuori senza forze. Non ha remore questa, come tutte le altre droghe, e non sa guardare in faccia i giusti. Aspetta i tuoi bisogni e le tue debolezze… si presenta porgendoti i suoi servigi... ti mostra il suo teatrino magico... e se non sai sottrarti al suo dolce abbraccio, ti toglie la luce per sempre! Non è cattiva, per natura, lo diventa solo se manipolata. E' arrivata a far del male per difesa, per non essere più estirpata dalla sua amata terra. Lei come fiore, come figlia della natura non potrebbe nuocere. Sono state tutte le macchinazioni degli uomini a renderla così infida. Perchè anche lei sa voler bene e amare, ma ha imparato a diffidarne per soffrirne meno... e forse ha anche più paure della sua doppia, perchè ha conosciuto tutti i margini del mondo!"





sabato 5 dicembre 2009

Happy birthday goodvalley!

Il tempo passa per tutti, anche per i blog: oggi "goodvalley" compie un anno.
Timidamente, proprio un anno fa, ho osato mettere piede nel mondo della rete, grazie alla spinta di Roberta di isolacometivorrei.
Goodvalley ha raccolto consensi, dissensi, riflessioni, critiche, momenti di lavoro, di poesia, di vita, di commiato... insomma tutto ciò che sono/siamo riusciti ad esprimere.
E' l'occasione giusta per ringraziare tutti i blogger che sono venuti a visitarlo e che spero continuino a farlo.
Il blog è uno strumento interessante, permette la condivisione e lascia una traccia davvero preziosa di contenuti.
Lunga vita, goodvalley!

lunedì 30 novembre 2009

Per Nico

La Mortola (Imperia)

Il mio amico Marco Lorenzi, in arte Marlor, mi invia spesso alcune sue fotografie.
Alcuni giorni fa mi ha mandato queste tre ed il mio pensiero è subito volato inevitabilmente a Nico Orengo: originario della Mortola, destino vuole che nella foto ci sia rimasta la sua abitazione e la chiesa dove ci siamo ritrovati per l'ultimo saluto.

La spiaggia di Latte

Questi paesaggi sono esattamente quelli che Nico ha descritto nei suoi libri: luoghi in cui ha trascorso l'infanzia, la giovinezza e in cui è sempre tornato e ne ha tratto ispirazione.

Latte e la collina di Piematùn

Oggi sono sei mesi che Nico se ne è andato.
Un modo come un altro per ricordarlo.

domenica 29 novembre 2009

Cucinare

Verdure - Foto presa dal web

"Quando preparate il cibo, non considerate mai gli ingredienti da una certa prospettiva ordinaria, e non pensate nemmeno a essi solo con le vostre emozioni. Mantenete un atteggiamento che cerca di costruire grandi templi con verdure ordinarie, che espone la Verità del Buddha con l'attività più insignificante. Quando fate una minestra con umili verdure di tutti i giorni, non lasciatevi trasportare da sentimenti di avversione e non stimatele di poco conto; né saltate dalla gioia soltanto perché vi hanno dato ingredienti di gran qualità per fare un piatto speciale. Coltivate piuttosto una disposizione d'animo che li vede e li rispetta pienamente per quello che sono. Non siate negligenti o trascurati solo perché le materie prime sono semplici, e non gettatevi a lavorare con più alacrità e diligenza solo perché sono di qualità superiore. Una pietanza non è necessariamente superiore perché l'avete preparata con ingredienti rari, né una minestra è inferiore perché l'avete fatta con verdure semplici. Impegnate la vostra mente e dedicatevi a superare la perfezione degli antichi patriarchi, per adempiere la vostra funzione per la Via, perché toccare e scegliere una semplice verdura con serena concentrazione può divenire una pratica di illuminazione. Se i grandi maestri del passato erano capaci di fare una minestra semplice con una quantità esigua di verdure, noi dobbiamo cercare di fare una buona minestra con la stessa quantità. E' difficile. Perché la nostra mente corre qua e là come i cavalli selvaggi nei campi, e le emozioni rimangono incontrollate, come le scimmie che si dondolano tra gli alberi. Se solo ci fermassimo a riflettere sul cavallo e la scimmia, la nostra vita diverrebbe con naturalezza una cosa sola con il nostro lavoro. Cucinare è un mezzo con cui trasformiamo le cose, mentre, allo stesso tempo, ne siamo trasformati. E' essenziale purificare la nostra mente attraverso i gesti del lavoro quotidiano, essere consapevoli dell'assoluto e del relativo. Maneggiate quindi anche una singola foglia di verdura in modo tale che manifesti il corpo del Buddha. Ciò a sua volta permette al Buddha di manifestarsi in voi attraverso la foglia."

Dal Tenzo kyokun , "Istruzioni a un cuoco zen".

venerdì 27 novembre 2009

L'Italiano

...inevitabile citare il Sommo Poeta...
foto marlor58

Prima di scrivere questo post ci ho pensato su e ho chiesto consiglio, perchè non volevo sembrare presuntuosa. Poi sono stata incoraggiata e allora mi sono decisa.
Essendo che i bloggers comunicano tramite la scrittura, propongo che si attui un sistema reciproco di correzione, a tutela della lingua che, a mio avviso ed in generale, è abbastanza bistrattata, sia nell'uso dei verbi, sia nella sintassi.
L'ortografia o l'inversione delle lettere che spesso si riscontrano sono il male minore: spesso trattasi di sviste causate dalla fretta con cui a volte si scrive.
A tal proposito, vorrei segnalare un blog che visito spesso e che, in questo senso, è davvero "ossigenante": Fausto Raso. Ed è proprio rivolgendomi a lui che ho trovato il "coraggio" che mi mancava...
...e grazie anche al post di oggi di Alberto Cane

lunedì 23 novembre 2009

Dal frantoio alla tavola...

L'ape è pronta per la partenza: vado al frantoio a frangere le olive. Sono belle, piuttosto grosse e ci si aspetta sempre una buona resa...
Quest'anno ho scelto di andare a Perinaldo, perchè è uno dei pochi frantoi ancora dotato delle macine in pietra per la prima schiacciatura.

U gumbu

Le olive si stanno schiacciando sotto il peso delle grandi ruote: c'è molto rumore, nel frantoio, ma l'atmosfera, l'odore, il processo di frangitura, l'attesa della fuori uscita dell'olio annullano il disagio.

Elvio, il frantoiano

Il passaggio successivo avviene nella gramolatrice: con molta attenzione il mio amico Elvio segue imperturbabile i processi, sapendo abilmente tener dietro a tutti macchinari benchè svolga il lavoro... da solo.

L'olio nuovo

Dopo il passaggio nei separatori, ecco che arriva l'olio nuovo: come da una fontana inizia a sgorgare e l'emozione è sempre forte...

Riempitura dei contenitori per il trasporto

Aiutata da Claudio, mio amico "storico" di Perinaldo, procedo a riempire i contenitori per trasportare l'olio a casa. Ancora non so quanto avranno reso; quando tutto l'olio, fino all'ultima goccia, sarà stato messo nelle taniche, avverrà la pesatura: la previsione era di kg. 2,200 a misura, ma il risultato si è attestato leggermente al di sotto, ovvero kg. 2,150, e corro subito ai ripari cercando le più svariate giustificazioni, per ammortizzare la piccola delusione.

U bagnétu

Ed ecco il momento più bello: dopo aver sistemato l'olio nelle giare e nei più moderni contenitori d'acciaio, arriva il momento di gustarsi il frutto del proprio lavoro: preparo una bella varietà di verdure crude e in una scodella schiaccio con la forchetta alcuni filetti di acciughe salate, cui aggiungo aceto e l'olio nuovo. Un ricco pinzimonio (per dirlo in italiano) in cui intingere le varie cruditè, ma per noi Liguri chiamasi bagnétu ed è il rito che si celebra da sempre nella mia famiglia al ritorno dal frantoio.
Una tradizione che mantengo volentieri!

venerdì 20 novembre 2009

Abundantia regnat


Cachi

In questo autunno 2009 non si può certo dire che la natura abbia fatto economie: l'abbondanza di alcune tipologie di frutti testimonia, infatti, esattamente il contrario.
Il caco ha prodotto qualcosa di inverosimile: cachi grossi, sani e buonissimi.

Olive varietà Taggiasca

Anche gli ulivi sono stracarichi di drupe e producono un olio eccellente: colpite molto poco dalla mosca, si sono praticamente evitati i trattamenti di fitofarmaci nelle zone più a rischio, ovvero quelle più vicino al mare, per cui alla bontà si aggiunge anche la totale assenza di residui chimici.
D'altronde ve lo avevo già anticipato qui

Limone varietà Bigné de Menton o Quattrostagioni

Anche questa piccola pianta di limoni ha dato il massimo di sè: presenta addirittura un ramo spezzato per il peso dei frutti!
Profumatissimi e belli da esporre oltre che da consumare, i limoni del ponente ligure subiscono di anno in anno grossi cali di produzione, viste le importazioni da ogni dove.
Gli Inglesi ne valorizzarono l'uso per combattere lo scorbuto, per cui a fine Ottocento ingenti quantitativi raggiungevano il Regno Unito.


Sono sempre stati un'interessante fonte di reddito per gli agricoltori liguri, anzi, erano la produzione estiva per eccellenza, visto che i fiori erano una prerogativa invernale.
Purtroppo ora non è più così: ognuno coltiva alcune piante per il proprio fabbisogno, ma il mercato ha perso importanza.
L'abbondanza di frutti riesce sempre a stupire gli agricoltori: sembra sempre un miracolo, non si riesce a capacitarsi!
In quest'era di perenne e perenni "deficit", meno male che ci pensa la natura a colmare i vuoti.

mercoledì 18 novembre 2009

Via con me



Paolo Conte - Via con me (It's wonderful)

Cercare rifugio a volte aiuta.

domenica 15 novembre 2009

Elevazione

Al di sopra degli stagni, al di sopra delle valli,
delle montagne, dei boschi, delle nubi, dei mari,
oltre il sole e l'etere, al di là dei confini delle sfere stellate,
anima mia tu ti muovi con agilità,
e, come un bravo nuotatore che fende l' onda,
tu solchi gaiamente, l'immensità profonda
con indicibile e maschia voluttà.
Via da questi miasmi putridi, va' a purificarti nell'aria superiore,
e bevi come un puro e divin liquore
il fuoco chiaro che riempie i limpidi spazi.
Alle spalle le noie e i molti dispiaceri
che gravano col loro peso sulla grigia esistenza
felice chi può con un colpo d'ala vigoroso
slanciarsi verso campi luminosi e sereni;
colui i cui pensieri, come allodole,
verso i cieli al mattino spiccano un volo
- che plana sulla vita - e comprende senza sforzo
il linguaggio dei fiori e delle cose mute.

Charles Baudelaire (1821-1867)

venerdì 13 novembre 2009

Appoggio a Don Paolo Farinella

Alziamo le nostre coscienze e tiriamo su la nostra schiena
di Paolo Farinella, prete


Genova 12 novembre 2009. - Il governo e la maggioranza hanno valicato ogni ritegno: ormai delinquono in pubblico e in tv apertamente al grido minaccioso di «Salvare Berlusconi ad ogni costo». Il parlamento chiuso si riapre per approvare una leggina che metta al sicuro Berlusconi dai «suoi processi» e non importa se questa leggina non solo annienta gli scandali di truffa, falso in bilancio, bancarotta, ecc. ma annulla il diritto di milioni di cittadini che hanno diritto ad una sentenza ed eventualmente ad un risarcimento. Con questa legge che riduce solo i tempi dei processi, senza dare personale, strumenti e mezzi per accelerarli, si consuma la supremazia definitiva del sopruso sul diritto, della mafiosità sulla legalità, dell’impudenza sulla dignità e la sconfitta definitiva dello stato di diritto.
Berlusconi, dopo il lodo Alfano torna ad essere, almeno teoricamente, un cittadino come gli altri e come tutti deve essere processato e assolto o condannato con una sentenza inappellabile. Non possiamo tollerare ancora una volta una legge che lo salvi impunemente, anche in presenza di sentenze in corso. Non possiamo assistere inattivi, inermi e complici di una immoralità e indegnità di questa portata.
Usiamo la rete non solo per resistere, ma per reagire, per impedire che ancora una volta il corrotto, corruttore, compratore di giudici, di sentenze e di testimoni, il predatore fiscale che con le sue evasioni e i suoi conti esteri ha rubato a tutti noi e a ciascuno di noi. Una leggina riguarda Mediaset che deve al fisco circa 200 milioni di euro e se la caverà con un misero 5%. Come è possibile che i pensionati, i lavoratori a stipendio fisso, i precari, i cassintegrati, le donne, i senza lavoro, possano ancora votarlo e vederlo come un modello?
Come è possibile che assistiamo rassegnati alla vivisezione della Costituzione e della sopravvivenza di uno scampolo di dignità? Siamo calpestati ogni giorno nei nostri diritti e derisi nella nostra dignità e non siamo in grado di reagire come si conviene ad un popolo di gente che ogni giorno si ammazza per vivere onestamente del proprio lavoro e nel rispetto della Legge.
Non possiamo tollerare più che un uomo disponga dello Stato, delle sue Istituzioni, che ordini alla Rai di firmare un contratto di 6 milioni di euro al suo maggiordomo Bruno Vespa perché è bravo a fargli il bidet. Non possiamo tollerare che un suo dipendente, Minzolini, pontifichi a suo nome dalla tv di Stato; non possiamo più tollerare che sia smantellata Rai anche se aumenta ascolti e fatturato solo perché indigesta al satrapo senza statura. Non possiamo più tollerare che ci domini a suo piacimento e a suo uso e consumo. Se lui è l’utilizzatore finale delle prostitute a pagamento, noi vogliamo essere le sue mignotte «a gratis»?
Mettiamo in moto una rivoluzione e riportiamo il treno dentro i binari della Legge, delle Istituzioni, della Legalità, della Giustizia, della Dignità e del nostro Onore. E’ ora il tempo di scendere in piazza non per rivendicare un aumento di stipendio, ma per rivendicare un sussulto di dignità e di orgoglio di essere Italiani e Italiane che non vogliono essere scaricati come spazzatura. Berlusconi sta imperando e sta distruggendo tutto perché noi lo permettiamo o quanto meno lo tolleriamo.
Alziamoci in piedi e non pieghiamo la testa, chiedendo a gran voce, se necessario con uno sciopero generale ad oltranza, le dimissioni di Berlusconi, dei suoi avvocati pagati da noi e la conclusione dei suoi processi perché in Italia nessuno può essere più uguale degli altri e tutti, nessuno escluso, devono sottostare alla Maestà del Diritto.
Mi appello alle organizzazioni sindacali, ai partiti, alle associazioni nazionali e internazionali, ai gruppi organizzati, all’Onda lunga della scuola, ai blogger, alle singole persone di buona volontà con ancora una coscienza integra perché «el pueblo unido jamás será vencido».

mercoledì 11 novembre 2009

L'Ercolino

Moto Guzzi "Ercolino"

Non saprei a quale epoca riferire la loro nascita, ma verso la fine degli anni Sessanta arrivarono a Vallebona gli "Ercolino" della Moto Guzzi, apportando un'ondata di progresso incredibile.
Insieme all'Ape Piaggio, sostituirono i muli, rendendo la vita lavorativa "meccanizzata" in quanto a trasporti di cose e persone: rappresentarono un vero e proprio input per la costruzione delle strade interpoderali.

Quello che vedete nella foto è uno dei due ancora funzionanti e sopravvissuti a quell'epoca , in cui se ne contavano in paese più di trenta. U mutucaru (il motocarro) era il suo nome ricorrente e anche la tradizione del Fògu du bambìn ha assunto importanza e rilievo grazie al suo avvento, dato che permetteva un agile e cospicuo trasporto di legna.

I proprietari degli ultimi due Ercolino sopravvissuti hanno il nome che inizia per "E", ma uno dei due si chiama nientepopodimeno che... Ercole!
Adoro questo mezzo perchè, tra ruggine, spaghi, fili di ferro, sostituzioni improvvisate, cuscini di spugna legati come pacchi, serbatoi della benzina rimediati da atomizzatori "Turbine" dismessi e chi più ne ha più ne metta, sono una sfida ad una società che ci chiede sempre più prefezionismi, sofisticazioni, mezzi rinnovati e adeguati ai tempi.
Sì, mi piace l'Ercolino perchè è un ribelle!

domenica 8 novembre 2009

Rimediare

Capo Ampelio e la Francia visti da Sanremo - foto di Marco Lorenzi

Presumo che il mio amico Marco Lorenzi sia rimasto inorridito dalle foto che ho pubblicato sul precedente post e abbia così tempestivamente deciso di inviarmene una delle sue.
Anche l'occhio vuole la sua parte ed allora ben venga la collaborazione altrui, quando da soli si arriva fin dove si può...
Rimedio così pubblicando la sua foto e rimarcando quale intensa bellezza offrano i tramonti nel mese di novembre: sicuramenti uno dei migliori spettacoli che ci offre la natura.
Non ci resta che approffittarne e goderceli.

venerdì 6 novembre 2009

Novembre

Realdo (Im) - foto di Gianpaolo Lanteri

"Novembre è un gran pittore" è la definizione che amo dare di questo mese. Sospeso tra ottobre, che a volte porta con sé ancora qualche strascico della bella stagione, e dicembre, che agita gli animi in vista della festa più importante dell'anno, novembre è silenzioso, intermedio, con poche ore di luce, ma ricco di splendidi colori.

Colombera - foto di Gianpaolo Lanteri

In Liguria il paesaggio è suddiviso in almeno tre parti: la costa, la mezza collina o immediato entroterra e la montagna.
Ci sono stagioni, come l'autunno, quasi impercettibili nella zona intermedia: le coltivazioni floricole sono dei sempreverdi, che cangieranno in inverno grazie alle varie fioriture.
In montagna e sul mare, invece, la tavolozza dei colori dà sfogo al meglio di sé.

La costa francese vista dall'Italia

Ogni sera, in questo periodo, all'ora del tramonto, il cielo s'incendia regalando spettacoli incredibili, soprattutto quando sono presenti anche le nuvole. In particolare da Bordighera, infatti, si può assistere al non plus ultra, tanto che la città è annoverata tra una serie di posti del mondo da cui si vedono i più bei tramonti.

Santo Stefano al mare

Ma la Liguria ha anche un altro volto, come dimostra questa immagine del porto di Aregai, che sarebbe opportuno ingrandire, anche perchè l'ho scattata da un'auto in movimento. Al di là dell'esplosione del cielo, lo spettacolo meno poetico e di sicuro meno bello è l'esempio di cemetificazione messo in atto in quella zona dal team Cozzi-Parodi in Caltagirone. E' un tipico esempio di come "evolve" la Liguria con la costruzione dei porticcioli in ogni dove e di come il circondario viene conciato. Non per niente si scrivono libri su questo problema.

P.S: Chiedo scusa per le ultime due foto: sono tecnicamente oscene, ma mi sono servite per esprimere contenuti e la forma, ahimé, è obbligata a passare in secondo piano, anche perchè non sono riuscita a fare di meglio...

martedì 3 novembre 2009

Ester e Rudy

Ester (la bassottina) e Rudy (il quasi-cockerino)
Sembra una foto scattata la primavera scorsa, invece è di alcuni giorni fa. Le stagioni vanno a ruota libera e allora ogni scenario è possibile. L'uomo si adegua con un pò di ansia, gli animali, invece, se la godono alla grande.

Ester è la bassottina molto giovane di Albino, fedele aiutante della sottoscritta; Rudy, invece, è il mio cane, ha tredici anni ed è castrato, mio malgrado, per motivi di salute, visto che rischiava il tumore alla prostata.
Ester e Rudy giocano continuamente, in perfetta armonia, anche se quest'ultimo, vista l'età, spesso si ferma e lascia che Ester si conceda scorribande tra noi lavoranti.

I due nella serra del ruscus

A fianco a quel pezzo di prato delle foto precedenti c'è la fascia del ruscus, di cui si notano sulla sinistra alcuni mucchi del raccolto in corso d'opera. Penso che ciascuno di voi abbia potuto notarlo sui cimiteri, semprechè vi si sia recato in questi giorni. E' il verde per eccellenza abbinato ai crisantemi e in questi ultimi venti giorni, grazie al cielo, ne abbiamo smerciato parecchio, a condizioni poco remunerative, visti i prezzi bassi e gli scarti a cui siamo stati costretti.

Rudy
Il cane, in campagna, è una buona compagnia, perchè spesso si è soli e il suo girovagare e tornare dal "padrone" è un momento sempre bello. I cani di campagna sono "liberi", sconfinano il territorio di proprietà saggiando il circondario, ma rimangono consapevoli dei reali confini.
Rudy è sempre stato un grande vagabondo, anche se adesso si è calmato parecchio. E' un bravo cane, non ha mai morso nessuno anche se abbaia sempre quando qualcuno si avvicina a casa, ma chiunque capisce benissimo che è un abbaiare affatto rabbioso.
Dicono che i cani assomiglino ai padroni...

domenica 1 novembre 2009

La pace

La pace che sgorga dal cuore
e a volte diventa sangue,
il tuo amore
che a volte mi tocca
e poi diventa tragedia
la morte qui sulle mie spalle,
come un bambino pieno di fame
che chiede luce e cammina.
Far camminare un bimbo è cosa semplice,
tremendo è portare gli uomini
verso la pace,
essi accontentano la morte
per ogni dove,
come fosse una bocca da sfamare.

Alda Merini

Ciao Alda, sarai sempre con noi.

giovedì 29 ottobre 2009

Si presenta così...

Olive varietà "Taggiasca"

Sta per iniziare la stagione della raccolta delle olive e l'annata si presenta decisamente buona. Quando la natura offre l'abbondanza è sempre una festa, anche se, in un secondo tempo, si incontrano altri tipi di difficoltà.

Al piacere dell'abbondante raccolto ne consegue un maggior lavoro per la conservazione dell'olio e per la vendita, in una provincia in cui l'olivicoltura ha visto per decenni concederle il primato in Italia.

Ognuno difende a spada tratta il suo prodotto come se fosse il migliore in assoluto: obiettivamente, invece, sarebbe giusto riconoscerne le indubbie qualità, senza necessariamente ergerlo a primato alcuno.

L'olio di oliva Taggiasca è molto delicato, ha un gusto che "non copre" il sapore degli alimenti ed è ritenuto essere l'ideale per il pesce.
Ma nel Nord Europa, dove il pesce è la base dell'alimentazione, lo sapranno?
Possibile che non ci sia la forza e la capacità di promuoverlo al fine di ridare vita ad un immenso patrimonio dell'Imperiese che attualmente è quasi completamente abbandonato ma in grado, tuttavia, di affrontare un ripristino?
Il "nostro" ministro per lo sviluppo economico riesce solo a pensare alle centrali nucleari e alla cementificazione della Liguria: possibile che non gli cada un pò lo sguardo anche sull'entroterra?

martedì 27 ottobre 2009

Dedicato a Giarevel

Ine Brughé
Muri a secco fatti negli anni Cinquanta da mio padre...

...e che ci sono ancora.

Allo splendido post che Giarevel ha fatto qui, sul suo blog Baroni Rampanti, non potevo aggiungere altro che queste due foto, scattate negli anni Ottanta dal mio amico Ermes Guglielmi.
A voi.

venerdì 23 ottobre 2009

Ciao Elio

Elio e Lilia
I° maggio 2006

"Nel tuo essere un uomo senza tempo, ci hai dato la giusta visione del mondo, quella capace di stare al di là di ogni limite, indicandoci la strada della libertà da ogni catena: liberi di spaziare dentro noi stessi e liberi dai condizionamenti esterni, per poter cogliere la vita nella sua più intima essenza.
Un padre, un amico, un maestro, un’isola di pace e di consapevolezza.
Per ogni sofferenza abbiamo trovato in te conforto, per ogni dubbio la spiegazione, per ogni slancio la comprensione.
In ogni occasione che ci ha visti insieme, abbiamo imparato la bellezza della condivisone e capito l’importanza di essere sulla stessa lunghezza d’onda.
La tua intelligenza, la tua ironia, la tua umanità ci hanno preso per mano e accompagnato nel nostro percorso; ci addolora non averti più tra noi, ma non dimenticheremo quanto da te abbiamo imparato.
Ciao Elio e grazie infinite."

Lilia, Pia e Elio
Di Elio ne parlai qui