giovedì 28 luglio 2016

Non è facile

Dipinto di Lia Pasqualino Noto

Non è facile invecchiare con garbo.
Bisogna accertarsi della nuova carne, di nuova pelle,
di nuovi solchi, di nuovi nei.
Bisogna lasciarla andare via, la giovinezza, senza
mortificarla in una nuova età che non le appartiene,
occorre far la pace con il respiro più corto, con
la lentezza della rimessa in sesto dopo gli stravizi,
con le giunture, con le arterie, coi capelli bianchi all’improvviso,
che prendono il posto dei grilli per la testa.
Bisogna farsi nuovi ed amarsi in una nuova era,
reinventarsi, continuare ad essere curiosi, ridere
e spazzolarsi i denti per farli brillare come minuscole
cariche di polvere da sparo. Bisogna coltivare l’ironia,
ricordarsi di sbagliare strada, scegliere con cura gli altri umani,
allontanarsi dal sé, ritornarci, cantare, maledire i guru,
canzonare i paurosi, stare nudi con fierezza.
Invecchiare come si fosse vino, profumando e facendo
godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli.
Bisogna camminare dritti, saper portare le catene,
parlare in altre lingue, detestarsi con parsimonia.
Non è facile invecchiare, ma l’alternativa sarebbe
stata di morire ed io ho ancora tante cose da imparare.


Cecilia Resio - Le istruzioni


Poesia pubblicata su Facebook da Gianni Modena


lunedì 18 luglio 2016

Se sapessi a quale razza...


Se sapessi a quale razza appartengo, sarei una persona libera da tanti dubbi.
Se non avessi la pelle olivastra, se il soprannome della mia famiglia (Mouriai) non avesse quel riferimento così diretto ai Mori, se il mio gruppo sanguigno non fosse B, tipico degli arabi, se i miei sentimenti di compassione per l'olocausto non mi toccassero così nel profondo, se il mio essere italiana, europea, occidentale non fossero un dato di fatto, se la mia simpatia per il Buddismo non fosse l'unica via per accettare una religione, se le mie idee politiche non fossero così radicate nel motto "Liberté-Egalité-Fraternité", se il mio "senso dell'altro" non fosse un elemento di continuo stupore di fronte al dilagante egoismo, se tutti questi "se" non affollassero la mia mente, allora non avrei esitazioni a condannare, a disprezzare, a discriminare.
Invece sono tutto questo e altro ancora. Sono un essere umano, senza certezze, senza fede patentata, ma non senza la speranza in un mondo migliore. Chiamiamolo "bene", oppure "amore", ingoiamo tutte le brutture e le atrocità, ma resistiamo fermi nei principi e qualcosa cambierà.
E se la Storia è quella che stiamo vivendo, ricordiamoci che non c'è nulla di nuovo sotto il sole.