giovedì 29 luglio 2010

Personaggi e paesaggi

Africana "Vù cumprà"

Stagione di mare, si va in spiaggia e noi della Riviera ce l'abbiamo grassa: in completa libertà decidiamo come quando e dove senza limiti di sorta.
Sia a Vallecrosia, sia a Bordighera il ripascimento delle spiagge ha dato vita ad ampi spazi, tanto che sembra un sogno averne a disposizione così tanti, dato che siamo abituati a vivere nel piccolo e nello stretto in ogni situazione. Si sente così un largo respiro rispetto ad esempio agli stabilimenti, nei confronti dei quali un tempo si doveva zig-zagare per trovare un posto decente.
Dalle 10 del mattino in poi inizia la sfilata dei "Vù cumprà": a tempi brevissimi l'uno dall'altro si avvicinano ad offrire le loro collanine, giochini, vestiti, borsette, occhiali ad un ritmo costante di presenza, ma non di invadenza, vista la loro remissiva rinuncia ad insistere non appena si accenna loro un "no grazie".
Le donne africane, poi, trovo siano affascinanti: a mani piene, zaino in spalla e cesto colmo sulla testa camminano sotto il sole cocente ricordandoci che quella funzione è la stessa che svolgono al loro paese, quando approvviggionano la loro famiglia del fabbisogno di acqua o di generi alimentari.
Nella foto è senz'altro più apprezzabile la figura della donna che non quella del condominio sulla sinistra: è inutile ripetersi sulle colate di cemento avvenute e in corso d'opera in Liguria, ma quando rimandano immagini così brutte, è inevitabile avvertire stizza verso le stesse, avendo anche deturpato un paesaggio che di suo era molto più apprezzabile senza quella invasione.
Con troppa facilità si discrimina l'extra-comunitario; trovo sia molto più "fastidioso" l'orrore edilizio che noi indigeni abbiamo prodotto in questo territorio.

venerdì 23 luglio 2010

Sere d'estate

Palma ad Isolabona
(Clicca per ingrandire)

Bando alla qualità della fotografia, alcune sere fa ho trascorso una piacevole serata ad Isolabona insieme ai miei ex compagni di scuola delle superiori. Quando ho alzato la testa per ammirare le piante, di cui avverto la presenza come fossero persone, mi sono accorta della splendida lavorazione che aveva ricevuto questa palma: il taglio delle foglie vecchie era stato eseguito con vera maestrìa, cosa che si può notare soltanto ingrandendo la foto.
Non ho molta stima dei giardinieri italiani: generalmente "soffro" quando osservo le potature che vengono praticate soprattutto alle piante dei viali delle città; in effetti nella vicina Francia sono molto più bravi ed è raro dalle nostre parti vedere lavori fatti bene come da loro.
Ma quella palma è un capolavoro: una corona così curata non mi era mai capitato di vederla da nessun'altra parte. Complimenti all'autore!

giovedì 22 luglio 2010

Mugugni e magagne


Il mugugno è un termine prettamente ligure che indica "lamentela", mentre magagna è una parola usata nella lingua italiana che, come ben si sa, indica un malessere fisico cui è sottoposta una persona.
Vanno perfettamente a braccetto: le consonanti restano immutate, cambiano solo le vocali, ma più che altro sono indissociabili nella sostanza, perchè se c'è la magagna automaticamente c'è anche il mugugno.
Comincio a capire il perchè la vecchiaia sia sempre stata demonizzata: sarebbe un periodo della vita meraviglioso, in quanto si raggiunge pian pianino quella pace interiore che in gioventù non si conosce affatto, si impara a lasciar correre, calano gli affanni, ma purtroppo è il fisico che rende dura la vita, vittima appunto di magagne che sorgono dal nulla e sulle quali rassegnarsi è dura.
E così cominciano le trafile delle visite mediche, degli esami, delle cure, dei tentativi di medicina alternativa, della ricerca delle cause di cui il tempo è sempre il principale imputato (fa caldo, fa freddo, c'è troppa umidità, l'aria condizionata fa male, non c'è più il clima di una volta...) e quel persistere della magagna che sembra quasi un castigo divino verso chissà quale colpa.
E se a tutto questo bailame di speranze curative non c'è risposta, non rimane che la rassegnazione ed un sommesso mugugno, che aiuta a sfogare quel disagio così difficile da eliminare.


lunedì 19 luglio 2010

La Vecchia Distilleria

Se nel corso degli ultimi 150 anni c'è stato qualcosa che ha reso "famosa" Vallebona, è la coltivazione del Fior d'arancio amaro, a sciùra de sitrùn, da cui veniva estratta l'essenza utilizzata in profumeria, farmacia e pasticceria e l'acqua di fior d'arancio, l'aiga de sitrùn, utilizzata soprattutto per preparare e condire le bugie, dolce tipico di Vallebona e del circondario.

Sabato 17 luglio 2010 è stato inaugurato il piccolo atelier "Aiga de Luxe" di Pietro Guglielmi (1981) a Vallebona, in Piazza della Libertà, che vende prodotti derivanti dalla distillazione.
La Vecchia Distilleria di Castelan, dopo svariati decenni, ha ripreso la sua attività, che era iniziata nel lontano 1856.
Pietro discende dalla famiglia Guglielmi Bernardo fu Pietro, che produceva, commercializzava e distillava il pregiato Fior d'arancio: ancora oggi "aiga de sitrùn e Vallebona" sono un binomio indissolubile.
Un esempio di "ritorno" agli antichi mestieri, che furono abbandonati per il sopravvento dell'essenza di sintesi, tale da rendere anti-economica quella produzione.
Oggigiorno, però, il tentativo di Pietro affronta la realtà in modo diversificato, ovvero proponendo una piccola e autentica produzione ed un'esposizione e vendita finalizzata al turismo che elegge Vallebona al suo antico ruolo.
Oltre all'essenza e all'acqua di fior d'arancio, Pietro distilla rosmarino, eucaliptus, timo, lavanda e l'acqua di rose; i suoi prodotti, ottenuti con attenti processi e selezione accurata della materia prima che deriva da coltivazione biologica, garantiscono una serie di prodotti di alta qualità artigianale.
Ogni sabato e domenica è possibile visitare il suo atelier ed inbriarsi di profumi frutto della sua tenacia e della sua intraprendenza.
Per noi ex produttori quel profumo è inevitabilemnte un viaggio a ritroso nel tempo...

sabato 17 luglio 2010

Tenerezza


Alcuni decenni fa soltanto le persone un pò bizzarre esibivano abbigliamenti coloriti e giovanili anche quando erano già un pò in là con gli anni.
Oggigiorno, invece, è di uso più che comune, per cui non ci si fa più caso e si rimane solo colpiti da alcune particolarità. I sandalini gialli della foto si direbbero indossati da un'adolescente, ma non è così: visto che non cito il nome della persona, cito almeno l'età, che sfiora i cinquant'anni.
Oltre ad essere belli, mi suscitano tenerezza. Il mio pensiero corre al gusto di chi li ha ideati e a colei che si è lasciata catturare l'attenzione al punto di acquistarli e indossarli: senza dubbio una percezione gioiosa e tenera ha mosso entrambi, così come l'ho avvertita io semplicemente nel vederli!


venerdì 9 luglio 2010

Umiltà

Il XIV Dalai Lama - (6 luglio 1935)

...se penso alle auto blu, alle ricchezze del Vaticano, a ciò cui l'uomo ambisce per accrescere la sua condizione economica, all'atteggiamento di chiunque è investito di un grande o piccolo potere, eccetera, eccetera, e poi guardo questa foto, ebbene, non posso fare a meno di pensare che non c'è grandezza se non c'è umiltà.
Buon compleanno, Tenzin Gyasto, anche se con qualche giorno di ritardo...

giovedì 1 luglio 2010

Mare mare mare

Il Mar Ligure, estremo Ponente

Sembra quasi che ci siano delle leggi naturali a regolare i comportamenti.
Quando ervamo bambini, ci dicevano che al mare si iniziava ad andare "dopo San Pietro", ovvero dal 29 giugno in poi. E così accadeva. I lavori "grossi", in campagna, per quella data erano stati portati a termine e con qualche accomagnatore di fiducia, tipo una pro-zia che necessitava di sabbiature, o una mamma patentata che imbarcava più bambini che poteva, iniziavamo la stagione balneare, beneficiando della cosiddetta "bonaccia di luglio".
Ora che i tempi sono cambiati e la libertà di spostarsi è massima, talvolta si inizia a bazzicare in spiaggia già dalla fine di aprile, ma:
1) per i lavori di campagna, anche se sono cambiate le coltivazioni, la data rimane sempre la stessa;
2) fino a questo periodo l'acqua è fredda e farsi un bagno è competenza degli audaci;
3) quest'anno, nel mese di giugno, il mare era quasi sempre mosso dato che il vento ci ha accompagnati per venti giorni senza sosta.
Insomma, soltanto ieri e oggi si è potuto iniziare a godere veramente il mare, quasi a confermare la vecchia tradizione.
Chi abita in Riviera spesso non si rende conto o non approfitta della fortuna di avere il mare "sotto casa"; in effetti anch'io ho passato delle estati senza quasi andarvi, così come in altre ne ho beneficiato a iosa.
Ho deciso che questa sarà un'estate di quelle in cui andrò il più possibile.