mercoledì 27 novembre 2013

Il contagio è finito?

Immagine simbolica del disturbo bipolare

Se il contagio, come la peste, la tbc, la spagnola, l'aids e quant'altro, ha fatto vittime a iosa nella storia dell'umanità, non è stato da meno quel virus del disturbo bipolare, il cosiddetto Berlusconismo, che in questi ultimi vent'anni ha infettato milioni di italiani.
Anche se su questo punto non si è speso più di tanto in termini di discussione, era evidente che tutto quello che è stato definito "populismo", "grande leader", "grande comunicatore" altro non era che un esprimersi squilibrato, alimentato da picchi maniacali e tecniche neuro-linguistiche usate nel peggiore dei modi.
Mentre lui cavalcava l'onda "disturbata", altri (anzi: troppi) si sono lasciati imbonire: l'ignoranza ha galoppato, l'etica si è dissolta e questa nazione ha vissuto uno dei periodi più oscuri della sua storia. 
Da dire ce ne sarebbe per sempre. In questo momento stanno votando al Senato la decadenza di Berlusconi e adesso chissà quanto tempo occorrerà affinché i contagiati si risanino.
Risultato: 192 sì, 112 no e 2 astenuti. E' fuori dal Senato anche se "fuori" lo è da sempre.
Per quel che mi riguarda, questa giornata andrebbe annoverata tra le Feste Nazionali: un'altra Liberazione.

martedì 19 novembre 2013

I verticali e gli orizzontali


Ci sono i verticali, che sperimentano successivamente, che s'impallinano di persone e di cose lasciando l'una per l'altra, che recalcitrano e soffrono se un'antica loro infatuazione torna a tentarli mentre sono dediti a una nuova. Sono i romantici, gli adolescenti eterni. 
Ci sono invece gli orizzontali, che accostano la loro esperienza a una vasta gamma di valori ma contemporaneamente, e sanno entusiasmarsi per persone e cose senza rinnegare le già conosciute, che dal foco di una calma, di una certezza interiore traggono l'energia per dominare e contemperare le infatuazioni più varie. Questi sono i classici, gli uomini.

Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, Nuovi Coralli, Einaudi Editore, Torino, 1973, pag. 205


giovedì 14 novembre 2013

Arano

Foto di Andreina Veneziano

Al campo, dove roggio nel filare
qualche pampano brilla, e dalle fratte
sembra la nebbia mattinal fumare,

arano: a lente grida, uno le lente
vacche spinge; altri semina; un ribatte
le porche con sua marra paziente;

ché il passero saputo in cor già gode,
e il tutto spia dai rami irti del moro;
e il pettirosso: nelle siepi s'ode
il suo sottil tintinno come d'oro.

Giovanni Pascoli (1855 - 1912)


lunedì 11 novembre 2013

Milano - Il volto del 900. Da Matisse a Bacon

Bacon

L'offerta di belle mostre che le grandi città stanno facendo incontrano l'interesse degli amici dell'Associazione culturale A Cria di Vallebona, che non esita ad organizzare per dare l'opportunità agli appassionati di pittura di ammirare le esposizioni in corso.
Ieri siamo andati a Milano a vedere Il volto del 900. Da Matisse a Bacon.

Matisse

Palazzo Reale non si smentisce: dal Centre Pompidou di Parigi sono giunte le opere che hanno dato vita al tema del ritratto, che è suddiviso in cinque sezioni e che rappresenta molto bene il percorso della pittura durante il secolo passato.

Modigliani

L'avvento della fotografia sembrava sconvolgere quanto l'arte aveva espresso nel corso dei secoli: il ritratto, uno dei generi fondamentali della pittura, nel corso del XX secolo, non è scomparso e, con l'avvento dell'arte moderna, al contrario è stato elaborato in modo del tutto personale da grandi maestri. 

Giacometti

Personalmente mi sono divertita ad individuare, in ogni ritratto che osservavo, il volto di persone di mia conoscenza: e c'era affinità sia nella fisiognomica, sia nell'insieme del personaggio rappresentato con quello vivente e di mia conoscenza. Un bel giochetto, davvero un bel giochetto!

Miro

Lì per lì (e in molti abbiamo dato colpa all'età...) non c'era quell'emozione forte che solitamente ci si aspetta nel vedere grandi opere, ma la mostra ha la sua matrice e nello scorrere da una sezione all'altra si assorbe il senso che il curatore ha voluto imprimere.

Picasso

Infatti, quando ci siamo ritrovati, dopo qualche ora, sul pullman per il ritorno a casa, ci siamo resi conto dello spessore di questa esposizione, che esprimeva chiaramente il travaglìo del 900, secolo di cui siamo in parte testimoni diretti ed in parte conosciamo per i racconti dei nostri predecessori.

Marie Laurencin

Vi si legge il percorso compiuto dall'arte, dalla storia e soprattutto da quel fenomeno di rapidità di cambiamenti e di libertà tipici del 900. Di innegabile importanza la volontà di ritrarre al di là della semplice osservazione visiva e di voler, invece, esprimere altre percezioni sensoriali.

 Tamara de Lempicka

Sono esposte molte opere, nomi famosi e altri meno noti ma non meno bravi. E' una mostra che abbonda di opere e di significati, che ci ha senz'altro arricchiti. Per il resto, il gruppo ha una sua dimensione impagabile di stare assieme e quando ci si lascia per tornare a casa siamo sempre tutti molto contenti.
E non è poco.

mercoledì 6 novembre 2013

Ci sono dei fiori



Ci sono dei fiori che vogliono uscir fuori
tra i sassi.

Basterebbe forse una piccola scossa
per farli spuntare.
So che la Gioia esiste.


Paul Claudel (1868 - 1955)


domenica 3 novembre 2013

Buio e luce


Ieri sera, andando a Pigna, era già buio. Oltrepassato il cosiddetto Ponte dei Tedeschi infilavo la vallata oscura ed il mio pensiero ha subito raggiunto la mia cara amica Antonietta che da ormai due anni riposa nel cimitero di Castelvittorio. Una sensazione di tristezza, di freddo, di angusto mi ha assalito: il mio pensare da vivente non tollerava il saperla lassù.
Oggi, mi sono recata a trovarla. La giornata era tersa, luminosa, e negli sprazzi di silenzio sentivo pulsare la natura, gli uccelli cantavano e la pace regnava. La natura, oggi, mi rivelava il suo misticismo. 
Non ci è dato sapere molto della morte. Qualcuno ci prospetta la vita eterna, altri la rinascita... ma certezze non ne abbiamo alcuna. Già il pensiero della morte ed il suo mistero ci accompagnano per tutta l'esistenza ed ovviamente si acuisce in questo periodo, ma si rimane sempre al punto di partenza.
E' questo senso del limite del pensiero umano di fronte al mistero che ci ricorda quanto siamo piccoli.