venerdì 29 luglio 2011

Fresche idee

Rosa di melone

Cucinare è necessario, indispensabile, vitale. Alla televisione è un continuo bombardamento di ricette, concorsi, imbambolamenti per distrarre da altri problemi e far sì che ci si riempia la pancia e si faccia tacere tutto il resto.
Tuttavia la "manipolazione" degli alimenti stimola la fantasia e la creatività, permettendo alla nostra tavola di assumere piacevoli aspetti, dato che anche l'occhio vuole la sua parte.
La rosa di melone della foto non è opera mia, l'ho scovata sul web, e mi è piaciuta molto. Richiama alla grazia, alla delicatezza ed il mio pensiero ha sintetizzato in quell'immagine l'importanza delle piccole gioie che ci possiamo concedere con molta semplicità. A tavola è tutto un alternarsi di colori e materia a cui rivolgere quel tanto di attenzione che ci renda partecipi anche di ciò che stiamo facendo.
Dedicarsi alla decorazione dei cibi fa bene all'anima e ci aiuta a vivere nel "qui e ora".


mercoledì 27 luglio 2011

Up patriots to arms

Franco Battiato in concerto
al Teatro Ariston di Sanremo

Vado raramente ai concerti, il più delle volte rinuncio per pigrizia. Ma certi appuntamenti "sotto casa" sono immancabili, per cui a sentire Battiato a Sanremo ci sono andata senza reticenza alcuna.


Ha intitolato questo tour "Up patriots to arms" ed ha esordito proprio con questo brano che, oltre a darci una grande emozione, ci ha subito ammonito al risveglio da questa letargica ed ormai insopportabile situazione in cui stiamo vivendo.


E' un grande. Distintamente vestito e con ai piedi scarpe da tennis, ci ha regalato un'emozione dietro l'altra. I brani più datati sono diventati un coro generale, riservando flash back a chi allora c'era già...


Riesce a spaziare a 360 gradi. I temi di Battiato sono universalmente noti e sono veramente poche le due ore di un concerto per dare voce a tutto ciò che ha prodotto. Se si è sereni si sussegue una gioia dietro l'altra, se invece si è in preda a qualche turbamento il concerto diventa un'occasione per liberarsi il cuore e la mente.


E' un maestro del nostro tempo. I suoi testi sono sempre attuali, ci portano messaggi sempre "nuovi" e ci accompagnano nelle varie epoche della nostra vita con significati sempre più profondi.
Grazie alla vita, grazie a Franco e ai suoi bravissimi musicisti.



domenica 24 luglio 2011

Ligüria



Lampare i se speglia
surve in fögliu argentau.

Marusi cume buche afamae
i se mangia chelu pò d'arena.

Nivure negre spantegae dai venti
prima che ciöve.

Fasce strente cene de sgrutu e bàusi,
geve de tera düre da s-ciapà.

Arastre, brüghi, ginestre, rumanin,
muntagne seche.

Tera avara che a fà süà,
paise duve sun nà.


Maura Guglielmi (1963)
dialetto di Vallebona

Lampare si specchiano / sopra un foglio argentato.
Marosi come bocche affamate / si mangiano quel pò di sabbia.
Nuvole nere sparse dai venti / prima che piova.
Terrazze strette piene di pietrisco e pietre, / zolle di terra dure da spaccare.
Ginestre spinose, eriche, ginestre e rosmarino, / montagne secche.
Terra avara che fa sudare, / paese dove sono nata.

lunedì 18 luglio 2011

Il beccafico

Il beccafico - A becafìga
Sylvia borin

Il beccafico è un uccello canoro del genere dei Sylvia e della famiglia dei Sylvidi (Sylviidae).
Il beccafico raggiunge una lunghezza di 14 cm e ha un'apertura alare di 21-24 cm. Il peso ammonta a circa 16-22 grammi. La parte superiore è olivastra e quella inferiore è di colore marrone chiaro. L'uccello timido ha un anello attorno agli occhi di colore chiaro e pallido e gambe grigie. Le femmine e i maschi hanno la stessa colorazione.

Un beccafico può arrivare ai 10 anni d'età. La maturità sessuale subentra dopo un anno. Il nido a forma di ciotola costruito con erbe, radici, peli e fili d'erba è nascosto perlopiù nel sottobosco fitto a poca altezza da terra. La femmina depone dalle 4 alle 5 uova bianche dalle macchie marroni. Le uova vengono riscaldate nel periodo principale di cova da maggio fino a luglio e i due partner si danno il cambio ogni 11 - 12 giorni. Gli uccellini nudi restano per 10-12 giorni nel nido. Si stima che gli esemplari in Europa ammontino a circa 12 milioni di coppie.

In quasi tutta Europa questo uccello migratore è ampiamente diffuso da maggio fino a settembre. La sua residenza invernale è in Africa tropicale. Il tempo di percorrenza e la direzione del volo gli sono innate. Il beccafico vive in giardini, parchi, ambienti arbustivi e territori boschivi aperti. Molti si scelgono ogni anno lo stesso territorio per l'estate.


sabato 16 luglio 2011

Travolti dal materialismo

Discarica

Nell'era del "produci, consuma e crepa" ci sono giorni in cui si vivono dei momenti di vera e propria asfissia del materialismo a cui ci condanna il sistema.
La società del benessere ci sommerge di oggetti al fine di "migliorare" qualitativamente la nostra vita, ma ciò comporta dipendenza, ovvero incapacità a svolgere determinati lavori se non si fa ricorso alle macchine. Tuttavia queste ultime, in seguito all'usura o semplicemente per senescenza, a volte non funzionano o fanno girare le scatole in modo inverosimile. Ecco, quando ciò accade ci si innervosisce a tal punto che si vorrebbe riappropriarsi dei tempi e dei modi in cui tutto era possibile fosse eseguito senza il loro aiuto. Quando impediscono di lavorare, andrebbero sostituite, ma non ci sono i soldi per nuovi investimenti; andrebbero riparate adeguatamente, ma gli addetti operano velocemente e senza le dovute attenzioni... Insomma, sentirsi prigionieri e impotenti di fronte a certi meccanismi fa imbestialire.
E tutto questo materialismo che ci travolge ingrassa il mucchio delle discariche e contribuisce sempre più a rendere il mondo una mega-pattumiera.
Siamo proprio degli imbecilli.


giovedì 14 luglio 2011

Il suicidio dell'Asia

Tiziano Terzani

"Il modello occidentale è ormai accettato da tutti. E' arrivato fino in Cina, nell'Asia del sudest, a Singapore, nell'intera Indocina - solo il Laos sopravvive in qualche modo - ed è il tema su cui io ritorno continuamente nell'Indovino: l'allegro suicidio dell'Asia in favore di un modello di sviluppo di tipo occidentale per il quale questi paesi rinunciano al proprio.
Ritengono che sia l'unico modo per progredire. Noi abbiamo venduto loro il cristianesimo, il colonialismo, tutte queste balle; e per ultimo abbiamo venduto loro l'idea che la modernità può essere solo del nostro tipo, per cui questo modello, esportato attraverso i mezzi di comunicazione di massa come la televisione, si è imposto nell'Asia intera.
L'unico che ha tentato di resistere è stato quell'assassino di Pol Pot. Pensa a cosa bisognava ricorrere: chiudere le frontiere e ammazzare la gente, per evitare che si riproducesse un modello che si pensava fosse l'unico vincente!
I Giapponesi pensavano di aver salvato l'anima mettendo uno strato di vernice occidentale sulla loro giapponesità, credendo di rimanere giapponesi..."

T. Terzani, La fine è il mio inizio, Giappone, Longanesi 2006, Milano, pag. 260


martedì 12 luglio 2011

Tempo d'estate

Un tuffo
nel cielo d'estate.
L'uccello ritrova
la gioia perduta
tra i campi
pieni di sole
e di chicchi
di grano maturo.
Il bimbo
ora pensa a giocare.
È tempo di correre al mare.

A. Russo


domenica 10 luglio 2011

I miserabili

Victor Hugo (1802 - 1885)

Ci sono momenti in cui l'onda dei pensieri sentenzia nette definizioni oppure ricorre a titoli di libri che sintetizzano con una parola il tutto. Ed è così che l'altro giorno sono approdata a I miserabili di Victor Hugo, il romanzo francese scritto nell'Ottocento dal grande scrittore. Hugo, oltre che descrivere la città di Parigi come espressione di una orgogliosa civiltà borghese, dedica in particolare le sue pagine ai bassifondi, alla canaglia, alla teppaglia, affrontando un faticoso ed esteso cammino verso il riscatto e la redenzione che possono partire dal basso. Nelle mie riflessioni, quella sintesi era attribuita all'uomo dei giorni nostri, che è molto spesso impotente e nullo nei confronti della società, della religione, della politica, dell'umanità e il più delle volte non ne è consapevole. Hugo confidava nel riscatto, oggi siamo illusi di essere già riscattati, eletti, mentre invece siamo di una assoluta precarietà e impotenza.
Siamo molto più "miserabili" di allora.


mercoledì 6 luglio 2011

L'orto ligure

L'orto di Franca e Marcello a Crotta

Un florido orto estivo è un'immagine sempre appagante. Vederlo nella proprietà altrui dà l'idea del "tutto facile", ma in realtà è frutto di un lavoro costante e attento, soprattutto per la recinzione iniziale di cui necessita, altrimenti i cinghiali lo distruggerebbero in una sola notte.
L'identità territoriale è determinata sia dal tipo di verdure impiantate, sia dai metodi di coltivazione. E' ligure l'orto che produce, ad esempio, zucchine (sucùi) della varietà "trombette di Albenga", così insolite nelle altre regioni; altro elemento largamente presente è il basilico (baixaricò) utilizzato per fare il pesto e aggiunto nelle insalate miste (cundigliùn) oltrechè nel pane e pomodoro (pan e pumata).


Seminascosta non può mancare la dalia o la zinnia, che ben si adattano all'ambiente e che forniranno i fiori per il cimitero durante la calda estate.
Il pollice verde degli ortolani in questione offre insalata (insaràta) croccante e misticanza, melanzane (merezane), cetrioli (cugùmari), peperoni (peverùi), fagiolini (faixorìn) nani e rampicanti, sedano (sélaru), pomodori (pumàte) cuor di bue, tondo liscio e san marzano, cipolle (sevùle), prezzemolo (prunsému) e ai bordi salvia (sarvia), rosmarino (rumanìn) e maggiorana (persa). Infine non possono mancare alberi da frutta, come peschi e albicocchi e filari di fragole.
Che spettacolo!


Per chi lavora in campagna, solitamente l'orto viene ricavato in una comoda terrazza (fascia) vicino al casolare (casùn) nell'ambito delle coltivazioni floricole, in questo caso in mezzo alle ginestre. Non mancano arieggiate baracche di ondolux, solitamente destinate al soggiorno delle galline, mentre un tempo accoglievano coltivazioni di rose o di strelizie. Beneficiando dei sistemi di nutrizione delle piante floricole, gli orti liguri sono parecchio turgidi (drùi) se confrontati agli orti "cittadini" o a quelli dove il clima è diverso dal nostro.
D'altronde, in mancanza di prosciutti e salami, da sempre ci consoliamo con vigorosi ortaggi, che cuciniamo in moltissimi modi, onorando la cucina mediterranea e una sorta di vegetarianesimo "naturale".


lunedì 4 luglio 2011

Luce nel buio


...sono tornata.
Con un pò di fatica, oso ripropormi. Il momento che sto attraversando è decisamente difficile, anche se è pur vero che c'è sempre una luce che illumina il buio.
E' importante tornare alla "normalità" e il blog ne faceva parte, assieme a tante altre attitudini che sto riprendendo.
E' la vita, bella e crudele. Non si sfugge.