lunedì 29 giugno 2009

Elio e Franceschi

Elio (1924) e Franceschi (1921)

Continua la rassegna: due persone di tutto rispetto, il cui insegnamento politico e di vita è di innegabile valore.
Elio è una persona di un'umanità ormai in via di estinzione. La sua bellezza risiede nella libertà interiore e mentale, nella semplicità, nella capacità di capire gli altri riportandoli sempre sulla via maestra, permettendo loro di riappropriarsi di se stessi, soprattutto nei momenti in cui l'oppressione ha la meglio. "Vagabondo" è l'aggettivo che predilige quando parla di sé: chi conosce la libertà non può che essere tale.
Franceschi è una persona estrememente colta, sempre dedita allo studio, nonostante gli anni e i problemi con la vista. Attualmente sta studiando il cinese. E' avvincente ascoltare le sue dissertazioni storico-politiche-umanistiche. Un vero patrimonio umano.
Due bambini che si incontrarono alle elemenatari, due partigiani, due uomini con l'anarchia nella mente da sempre, due vite che sono state separate per decenni e ritrovatesi in vecchiaia.
Due fari.


venerdì 26 giugno 2009

Georgette

Georgette (1924)

Dal nome si capisce che Georgette è francese, ma si sposò con un Vallebonese e per tutta la vita svolsero l'attività di cuochi in importanti ristoranti della Costa Azzurra.
Hanno dedicato la loro vita a cucinare e la loro particolarità è stata quella di aver mantenuto quell'arte con passione anche durante l'età della pensione: al mattino partivano, andavano a fare una consistente spesa e poi, nel loro casùn (casolare) di campagna si preparavano gustosissimi pranzetti esalando profumi di cibo da far contorcere le budella.


Adesso Camillo non c'è più, a 87 anni ha lasciato sola Georgette, dopo una vita trascorsa in assoluta simbiosi.
Georgette è una persona meravigliosa, benevola, presente. Acconsente agli altri, dimostrando una capacità abbastanza rara di accettazione senza giudizio .
Georgette mi fa pensare a quanto i vecchi siano liberi di essere quel che sono, trasmettendo senza difese e senza maschere se stessi: "sentirli" è straordinario, per questo li considero dei maestri di vita.
Ovviamente non tutti.

giovedì 25 giugno 2009

Chinò

Francesco Guglielmi (Chinò) - Vallebona 1919

Ecco un altro novantenne, questa volta del mio paese.
Nell'assolata campagna, si reca ogni giorno con la sua Ape Piaggio 5o per svolgere ancora quei lavori che la sua veneranda età gli permette.

La pianta sulla sinistra è una mimosa floribunda, o mimosa francese o quattrostagioni: rivelatasi una redditizia coltivazione a partire dagli anni Settanta, al giorno d'oggi è praticamente scomparsa, perchè era diventato pressochè impossibile liberarla da un parassita che la danneggiava. Era molto bella, ma purtroppo anche la sua breve durata come fiore reciso ha contribuito a farle perdere quote di mercato e redditività.
Le piante sulla destra, invece, sono le prosperose ginestre che rappresentano al giorno d'oggi la coltivazione più importante del Mercato dei Fiori di Sanremo: in estate sono in piena vegetazione per poi sfoderare i loro innumerevoli fiorellini bianchi durante l'inverno.

Chinò ha ripreso il suo lavoro: dopo lo sfalcio primaverile, nelle fasce, qua e là nascono ciuffi d'erba e il vecchio contadino "ripassa" con la zappa a toglierli invece di usare il diserbante come fanno le nuove generazioni.
Per i vecchi, i tempi e i modi sono sempre gli stessi: non sentono nulla, nè l'indolenza, nè la fatica, perchè la loro soddisfazione è quella di mantenere la cura e il "livello" del proprio operato come hanno sempre fatto.

Le mani stringono la zappa e quel "lavoretto" ripulirà il sito rendendolo gradito a sè e agli altri, mantenendo il territorio in perfetta armonia: senza di loro non sarà più così.
La particolarità di Chinò è che quando scambiamo due chiacchiere riesce sempre a farmi i complimenti per come lavoro e per il modo in cui mi vede attiva: sapeste quanto bene mi fanno quelle parole...


martedì 23 giugno 2009

Lidia e Pippo

Lidia Maiano (1920) e Pippo Orengo (1919)

Dedico questo post ai genitori della mia carissima amica Antonietta di Castelvittorio.
Approfitto di questa coppia di novantenni per esprimere quel sentimento di devozione che nutro per i vecchi. Stare vicino alle persone di età avanzata, il più delle volte mi rigenera, perchè mi dà la possibilità di allargare la comprensione della vita: sapere che hanno attraversato quasi un secolo di storia, durante il quale ne hanno visto veramente di tutti i colori, mi trasmette pace, mi scardina da quel serrato pensiero "personale" di visione del mondo e mi riporta a valori, sofferenze e percorsi ben diversi da questo pattume in cui viviamo al giorno d'oggi.
Il rispetto è automatico e la fortuna di poterli ascoltare, soprattutto se hanno mantenuto una sana lucidità, rappresenta una fonte di ricchezza umana che spesso va al di là di qualsiasi trattato di saggezza.
Sono preziosi, tanto quelli di casa, quanto tutti gli altri.
Non bisogna perdere l'occasione di ascoltarli...

domenica 21 giugno 2009

Anche nel piccolo, la casta

Eeeh sì, Gian Antonio Stella ha trovato la definizione giusta.
La sintesi.
Include tutto: la facciata, l'ambizione, l'orgoglio da quattro soldi, l'autocelebrazione circoscritta e ben delimitata affinchè nessun altro abbia un minimo di spazio.
Anche nei piccoli mondi di paese si ripropone lo schema nazionale.
Il potere come mezzo per discernere i buoni, gli "eletti", dai popolani, dai diversi.
Un impalpabile spessore, forse perchè inesistente. Parole vuote.
E la verità, l'umiltà, l'operosità di molti, ignorata.
Un amaro calice, segno dei tempi che tuttavia qualcosa lascia presagire che non dureranno più per molto.
Speriamo.


sabato 20 giugno 2009

Alda Merini

Io non ho bisogno di denaro.
Ho bisogno di sentimenti, di parole,
di parole scelte sapientemente,
di fiori detti pensieri,
di rose dette presenze,
di sogni che abitino gli alberi,
di canzoni che facciano danzare le statue,
di stelle che mormorino alle orecchie degli amanti...
Ho bisogno di poesia,
questa magia che brucia la pesantezza delle parole,
che risveglia le emozioni e da colori nuovi.

Altri blog mi hanno preceduta, ma vale la pena riproporla.


giovedì 18 giugno 2009

L'Angst

Nella Riviera ligure di Ponente, esattamente nelle città di Bordighera, Sanremo e Ospedaletti, ci sono una discreta serie di alberghi stile liberty costruiti più di un secolo fa dagli Inglesi.
Quando rientrarono dalle colonie dell'India, non riuscirono più ad adattarsi al clima britannico e ripiegarono sulle nostre coste, costruendo alberghi e ville sontuosi.

Per molto tempo rimasero alberghi a tutti gli effetti, con i loro ampi parchi verdi, ma negli ultimi decenni quasi tutti sono stati trasformati in residence, essendo l'unico sistema per mantenerli in vita.
Considerato uno degli alberghi più grandi d'Europa, l'Angst ha visto momenti di grande splendore, ma non è stato possibile evitare un lunghissimo abbandono.
La storia dell'Angst è stata la più "travagliata" di tutte: non fu facile trattare con gli eredi e, col passare del tempo, l'albergo andò in completa decadenza, anzi fu l'unico a ridursi in questo stato.
In inglese ed in tedesco "angst" vuol dire "angoscia esitenziale" e sembrava quasi un segno del destino che quell'immobile fatiscente, posizionato sulla più bella via di Bordighera, la Via Romana, avesse assunto le sembianze spettrali che potete notare.


L'ho sempre visto abbandonato, poi all'improvviso il grande cancello di ferro battuto si apre, comincia la pulitura delle piante per poter raggiungere il fabbricato e inizia il restauro.
Era l'unico tassello che mancava: la Via Romana godrà d'ora in poi del suo meritato splendore.
Presso la Civica Biblioteca Internazionale di Bordighera si possono consultare due tesi di laurea: una sulla storia degli alberghi e delle ville costruite dagli Inglesi e una dedicata nello specifico all'Angst.
Per saperne di più ed ammirare le foto d'epoca, si può digitare "angst bordighera" su Google e usciranno numerose pagine consultabili. Il primo sito riporta anche la Leggenda di Ghella, che pare vada in perfetta simbiosi col nome dell'Hotel...
Gli Inglesi sono stati un "pezzo" di storia importante del Ponente ligure.


lunedì 15 giugno 2009

Arrivando dall'orto


L'orto estivo inizia a dare i suoi primi doni: Ada ha appena finito di annaffiare le varie verdure e se ne torna a casa con una bella manà de baixaricò e prunsemu (manciata di basilico e prezzemolo), ancora gocciolante di acqua.
La tecnologia non è attrezzata per i profumi, ed è un vero peccato: il basilico appena raccolto è inebriante, così come quel particolare odore che assume il minestrone quando vi si aggiunge un cucchiaino di pesto.
Storie di Liguria, che nei piccoli borghi riescono ancora a mantenere le caratteristiche di un tempo, forse perchè, per fortuna, stanno al di là del tempo stesso.


domenica 14 giugno 2009

Una domenica "alternativa"


La foto lascia a desiderare, ma erano le 2 del mattino, una lunga cena, gli amici, il vino e poi non so bene orientare il flash, onde evitare riflessi... comunque una bella risata ce la siamo fatta: sarà per associazione di idee che gli abitanti di Rollo avranno inventato la Festa delle erbe?!?


sabato 13 giugno 2009

Cinquanta-cinquantuno...

...non conto più per nessuno!
Quando da bambini si giocava a nascondino, in dialetto aiòti, tutti si nascondevano e uno doveva fare la conta e poi cercare i compagni di gioco.
Con un braccio appoggiato al muro e la testa sopra, il "cercatore" contava fino a cinquanta, spesso pronunciando, con una certa cantilena, ad alta voce (e contando solo quelle!) le decine: "Dieci! Venti! Trenta! Quaranta! Cinquanta-cinquantuno, non conto più per nessuno!"
In questi giorni mi tornava alla mente quella frase, perchè oggi ne compio 51, sembrano ancora appiccicati ai 50 perchè il ricordo della festicciola è ancora lì, fresco e quella frase "non conto più per nessuno" aveva un che di liberatorio come l'aver concluso la conta del gioco.
Sì, una sapore di libertà, quella che piano piano ti sgancia da qualcosa, che ti permette di imparare il giusto distacco dalle cose, che ti esonera da ciò che fino a ieri ti è stato impossiblile abbandonare.
Sarà perchè ho bisogno che sia così visto che mi frulla questa similitudine in testa...

venerdì 12 giugno 2009

Amico mio

Amico mio, accanto a te
non ho nulla di cui scusarmi,
nulla da cui difendermi,
nulla da dimostrare: trovo la pace...
Al di là delle mie parole maldestre
tu riesci a vedere in me
semplicemente l'uomo.

Antoine de Saint-Exupéry (1900-1944)

giovedì 11 giugno 2009

Profetico Enrico


« La questione morale esiste da tempo, ma ormai essa è diventata la questione politica prima ed essenziale perché dalla sua soluzione dipende la ripresa di fiducia nelle istituzioni, la effettiva governabilità del paese e la tenuta del regime democratico. »

(Enrico Berlinguer)

mercoledì 10 giugno 2009

Capitalismo e finanza

Dal blog di Analkoliker:

San Francisco, senzatetto ma online
Aggrappati alla vita solo grazie a internet

pionieri















Anna Guaita, Il Messaggero online NEW YORK (2 giugno) - Hanno perso tutto: non hanno più un tetto sopra la testa, non hanno un letto, o un numero di telefono. Ma hanno un computer, e lo proteggono con le unghie e con i denti. Il numero dei senzatetto americani che riesce a mantenere un contatto con il mondo grazie a internet va crescendo, in parte perché la crisi ha fatto cadere in povertà molte persone che fino a pochi mesi fa avevano un lavoro e una casa. Accanto ai barboni senza speranza, spesso alcolizzati o malati mentali, crescono le file della ex-classe lavoratrice, ex operai o muratori, elettricisti o giardinieri che non sono più in grado di pagare il mutuo e si ritrovano per strada. Per costoro, il laptop non è un lusso, ma il cordone ombelicale che permette di sopravvivere e cercare un nuovo lavoro e una nuova vita.

In un servizio di prima pagina, il Wall Street Journal ha ieri seguito le sorti di alcuni di questi “senzatetto on line”, tutti raggruppati nella città di San Francisco, e ha raccontato le vicende di Charles Pitts, un poeta che vive sotto i ponti, Robert Livingston, un’ex guardia di sicurezza che ha un letto in un ostello per senzatetto, Skip Schreiber un elettricista disoccupato che si è ridotto a vivere nel suo furgone, e Michael Ross, un ex soldato che si accampa sotto una tenda: tutti questi uomini non si separano mai dal loro laptop, trascinandoselo in giro dentro vecchie borse, per evitare di perderlo o farselo rubare. Passano ore e ore a cercare dove attaccarli a una presa elettrica per ricaricarne la batteria, e dove ricevere il segnale wi-fi gratuito per andare on line. Alcuni, come Pitts, hanno aperto pagine su Facebook e MySpace, e partecipano vivacemente alle chat room sulle condizioni dei senzatetto. Per loro, le stazioni ferroviarie possono essere un rifugio temporaneo per ricaricare le batterie, mentre le biblioteche pubbliche o alcuni bar regalano il collegamento internet.

Il fenomeno sta allargandosi ma non è nuovissimo
: già nel 2002 fece notizia la storia di un senzatetto, Kevin Barbieux, che aprì un blog dal nome “the homeless guy” (Il tipo senza casa). Barbieux vive a Nashville, in Tennessee, e da 25 anni non ha una residenza fissa. Nel suo blog ha raccontato di essere un ex soldato della Marina, di essere stato sposato e di aver avuto due figli, ma di soffrire di una forma di depressione che lo rende clinicamente ansioso e incapace di restare impiegato a lungo. Barbieux è stato l’indiscusso pioniere degli homeless on line, ma oggi perfino i ricoveri pubblici offrono ai loro ospiti la possibilità di usare il computer. Praticamente ogni richiesta di lavoro o di aiuto deve essere riempita in internet, e chi non può avere accesso a un terminale è drasticamente sfavorito rispetto a chi può navigare on linee. Per questo a New York cinque dei nove ostelli per senzatetto garantiscono la possibilità di usare un computer. Per quanto terribile sia la sorte di chi si ritrova a elemosinare un letto in questi rifugi, gli ultimi mesi hanno visto moltiplicarsi situazioni anche più drammatiche, come le tendopoli di senzatetto sorte come funghi in California. Le condizioni di queste cittadelle sono anti-igieniche e pericolose. E spesso i sindaci sono obbligati a ripulirle con l’aiuto della polizia. Niente computer qui, solo povertà e disperazione. Anche fra i senzatetto, dunque, c’è una classe più fortunata e privilegiata e una classe di veri diseredati.

I diseredati ringraziano capitalismo e finanza.

martedì 9 giugno 2009

Il contatore

Nella pagina del blog, in alto a destra, il contatore rileva le visite quotidiane e quelle totali dal giorno in cui è stato attivato.
Ho notato che, a fronte di meno di una decina di commenti postati (alcuni sono mie risposte), più di 100 visitatori hanno "girato" su goodvalley. Peccato che, nel bene o nel male, non abbiano partecipato al dialogo virtuale: era un'occasione per interloquire, anche se il post era stato scritto immediatamente dopo il risultato elettorale e quindi decisamente "caldo".
C'è chi vince e chi perde, c'è chi esulta e chi subisce e, come si esalta euforicamente il vincitore, così si sfoga chi non approva. Tutto umanamente comprensibile.
La ragione ci accompagna per buona parte del nostro quieto vivere, ma ogni tanto le emozioni prendono il sopravvento e, per quanto a detta di qualcuno possano sembrare "cattive, acide e piccanti", altro non sono che un libero sfogo che comunque rispecchia un lecito modo di pensare.
Appartenere alle minoranze non è certo un buon motivo per tacere, anzi...


lunedì 8 giugno 2009

Comunali

Vincerà la ragione o l'ipocrisia?
Questo il quesito che ho postato il 4 giugno su questo blog: ha vinto l'ipocrisia, l'ambizione, l'interesse personale, l'imprenditoria privata supportata da velinismo.
Un paese che da sempre riflette la realtà nazionale, senza diritto di replica, senza capacità di analisi, con i più svariati asservimenti e uno sconosciuto senso del sociale.
In tempi di bassa non ci si può aspettare altro.
E così continua l'oligarchia delle solite caste di arricchiti locali che vomitando cemento in ogni dove tutelano la loro posizione.
E gli altri stanno a guardare.

P.S.: Se qualcuno fosse irritato da questo post, mi preme ricordargli di andarsi a leggere l'articolo 21 della Costituzione.


Calano i blocchi

La mia sintetica considerazione su questa tornata elettorale per le europee è che calano i voti per i partiti del bipolarismo, PDL e PD, mentre tutti quelli al di fuori hanno segnato aumenti più o meno vistosi.
Ne deduco che serve una bella rivisitazione dello stato delle cose: ripartire da piccole minoranze e crescere nel tempo è cosa possibile, perchè alcuni partiti lo dimostrano.
Ci vuole un pò di fiducia e tanto coraggio: mettiamocelo.


sabato 6 giugno 2009

Buone, rosse e belle


La Natura è prodiga di doni meravigliosi. Quest'anno ha voluto regalarci una quantità di ciliegie a dir poco esagerata: mentre altre piante, durante la fioritura, non sono state favorite per l'impollinazione, come ad esempio gli albicocchi, per i ciliegi è accaduto qualcosa di veramente eccezionale.


Sane, belle, rosse, buone e tantissime: senza difetto alcuno, ritrovarsi sotto la pianta e "abbuffarsi" è inevitabile. C'è una differenza enorme tra il mangiarle vicino alla pianta e il portarle a casa in un bel cesto: chi non c'era le apprezza di sicuro anche così, ma per chi le ha colte non è la stessa cosa.


Ancora una volta mi rivolgo alla Natura per addolcire il momento: siamo giunti ai giorni del voto e ci siamo angosciati abbastanza per come stanno le cose.
Il buono e il bello delle umili ciliegie ci riportano a quella sensazione di pulito che tanto manca negli uomini.


giovedì 4 giugno 2009

Veleni

L'appuntamento elettorale per i rinnovi dei consigli comunali si avvicina e l'ultima settimana viene solitamente definita "la settimana dei veleni".
Quest'anno mi sorprende il fatto che le inevitabili schifezze assai ben risapute, soprattutto nei piccoli comuni, siano di pubblico dominio: la gente, mi par di capire, è abbastanza consapevole e il risultato elettorale dovrà dire se, una volta tanto, vincerà la ragione o l'ipocrisia.
Le europee sono invece intese come "qualcosa di lontano", benchè il Parlamento europeo dovrebbe essere, invece, il punto nevralgico dell'unità di un continente.
Quindici anni della II repubblica hanno disintegrato quel poco di etico che rimaneva della politica, trasformandola in aberrante personalismo.
Insomma, ci tocca andare ad esprimere uno dei più significativi strumenti della democrazia col cuore a pezzi, non sapendo più dove riporre la speranza.


lunedì 1 giugno 2009

La trota blu

Vita di vento, vita d’acqua
tirare i remi in barca
e aspettare una coperta
di sonno: lunga quanta
l’acqua di mare che ha visto
passare.

Vita d’acqua, vita di vento
farsi pesce nel mare
e morire contento.

A poche miglia
già si vede dove
il fiume nel mare
s’impiglia.

Basterà saltare
qualche onda, portare
il gozzo fra le prime
alghe di fiume
e poi lasciare che la trota
con il mare alla schiena
ritrovi il suo tema.

Nico Orengo