sabato 15 ottobre 2011

Max Vacchetto ovvero l'eleganza del "ricciolo"

Massimo Vacchetto, Max

E così anche quest'anno siamo giunti agli spareggi e poi alle finali del campionato di serie A di pallone elastico, ora pallapugno, in ligure balùn, in piemontese balòn, dato che è una questione che riguarda solo queste due regioni. L'anno scorso ho "scoperto" Bruno Campagno, oggi è stata la volta di Massimo Vacchetto che, in realtà, conosco da quando era bambino, ma non avevo ancora visto giocare nella massima categoria.

Giorgio e Massimo Vacchetto

E' una gran cosa vedere giocare padre e figlio nella stessa squadra, ma ancor più grande è stato scoprire le belle qualità che distinguono questo giovanissimo diciottenne: forza, tempismo, controllo, eleganza, leggerezza... mi sono emozionata più di una volta solo nel guardarlo colpire la palla. Era dai tempi di Massimo Berruti, Berutìn, che non assistevo a questo spettacolo.

La calma di Giorgio è l'elemento più evidente che si nota essere stato trasmesso al figlio: è difficile vedere un ragazzo di 18 anni così capace di mantenere un dato ritmo ed il controllo di sé.

Roberto Corino, Curìn

Dall'altra parte il grande campione da battere, Roberto Corino, Curìn. Fa un pò paura il confronto con qualcuno che è già appurato essere un campione, eppure bisogna misurarsi. E così la partita inizia, dando spettacolo di palleggio degno dei migliori momenti della storia del balùn...

El Kara, terzino libanese

Non mancano le novità: un giocatore libanese approda come terzino alla serie A, cosa assai unica nel suo genere. Il balòn sfonda la cortina "locale" e si confronta con la realtà multietnica: mi sorge spontaneo pensare al fatto che così non è stato nei cinquant'anni di immigrazione dal meridione d'Italia, mentre un extracomunitario ha trovato attrazione per questo gioco, così come altri ragazzi rumeni.

El Kara

Questa apertura di braccia di El Kara meritava di essere pubblicata...


Icona del pubblico del pallone elastico è l'anziano spettatore che giunge con la giacchetta riposta sulla spalla. Questo dettaglio può sembrare banale, ma in realtà è un'immagine che ricorre prevalentemente in questo contesto e che appartiene alla gestualità di una generazione ormai attempata...

I crampi...

La partita, praticamente a senso unico a favore dei Vacchetto, subisce una battuta d'arresto quando i crampi fermano il giovane Max. Tutta la squadra gli si fa attorno ed interviene chi di dovere per rimediare all'inconveniente, portare a termine la partita e conseguire la meritata vittoria.

Max è preoccupato, ma bisogna crederci...


I dubbi degli avversari, invece, sono più dilanianti...


...e Corino, da grande sportivo, in cuor suo sa già che Vacchetto merita davvero quella vittoria.
Nella maggior parte dei casi, il pallone elastico è "una storia di famiglia", nel senso che si tramanda di padre in figlio e tutto il nucleo si sente coinvolto e partecipe ad ogni gara.

Naturalmente sulle gradinate erano presenti
tutti i Vacchetto: il fratello Paolo

il fratellino Alessandro vicino alla mamma


...i nonni e lo zio.

La partita finisce 11 a 2 e Massimo Vacchetto si qualifica per la finale di serie A del 2011. Inevitabile l'esultanza: con la squadra...

...con la mamma,

...con Grasso, il C. T. dell'Albese,

...con il papà Giorgio,

...e quella dei genitori.

Ale corre felice,

Paolo ha un fratello campione,

ed anziani appassionati ringraziano questo ragazzo
per aver loro donato tanto.

Non so se sarà la passione che sollecita certe emozioni, fatto sta che il balòn è uno dei pochi momenti in cui il tempo si ferma, o acquisisce connotati diversi dal solito. Ci si ritrova in una dimensione statica, talvolta estatica, che nella sua semplicità è in grado di colmare quel vuoto che spesso e volentieri si avverte dentro di sé. Apre alla calma, alla contemplazione e predispone alla ricezione di cose belle: e oggi, Max Vacchetto, ce ne ha regalate parecchie.


4 commenti:

gian paolo ha detto...

Bello, bello, bello.

Alberto ha detto...

Reportage magistrale, sia nelle parole che nelle immagini. Grazie Pia. Ciao.

Però da noi, anche se a livello amatoriale, qualche calabrese che giocava au balun c'era.

pia ha detto...

@Alberto Sì, certo, ma in proporzione molto pochi! (Paschì, Vito, Turi, Fullone... e poi il mitico Gigio all'organizzazione a Dolceacqua!)

Maistretu ha detto...

sei stata geniale, intensa, u balun è per te una struttura profonda, un sentirsi eternamente in contatto con le persone amate..
ciao Pia
Maistretu