Migranti sulle rive del Roja e Ventimiglia alta
Con Enzo siamo dello stesso paese, anzi, dello stesso quartiere, ma ci vediamo ogni quattro o cinque anni. Ci separano pochi km, una decina, lui è in negozio tutto il giorno-tutti i giorni e quindi non è difficile trovarlo. Le situazioni di vita, tuttavia, dettano delle cadenze che col tempo sono acquisite e prese per buone.
Va detto che con Enzo mi bastano poche parole per mettere a fuoco l'argomento di cui ci mettiamo a parlare. Con un esercizio commerciale in Via Tenda a Ventimiglia, è chiaro che gli rivolgo qualche domanda sui migranti. Con quella pacatezza che gli è tipica, mi spiattella la situazione in una cornice di normalità del fenomeno che sa tanto di verità, rispetto ai deliri che si sentono a destra e a manca.
I migranti arrivano e a tornate se ne vanno, lasciando il posto ad altri. Cercano di entrare in Europa e ci riescano al di là dei flic, dei mitra e dei controlli a tappeto. Vanno verso il loro destino: una volta passata Nizza, è fatta. Se arrivano in Germania l'accoglienza è al top, qui da noi non è la stessa cosa.
A Bevera stanno in unico posto dove si mangia male, le donne sono divise dagli uomini, c'è una sola doccia e un solo bagno e fanno code lunghissime. Quelli che sono sotto il cavalcavia, invece, ricevono cibo buono e caldo dai tedeschi e dai francesi che arrivano da Sospel e che gli hanno procurato le tende, soddisfano i loro bisogni nel Roja come fosse il Gange e se la passano meglio degli altri.
Delinquono? C'è la mafia nigeriana? C'è stata maretta, mi dice, per un periodo, a causa dei magrebini, i neri non rompono le palle; per il fatto che girano avanti e indietro, le vecchiette al pomeriggio evitano di uscire per andare al cimitero o a passeggiare e anche il commercio ne risente un pochino, ma tutto sommato non ci sono grossi problemi.
E poi mi dice: "Da una parte vorrei che vincessero le destre per vedere cosa riescono a fare. Pensano di fermare i flussi, ma le migrazioni è impossibile fermarle; è certo, però, che arriva il momento in cui si fermano da sole".
Mi ha detto quello che pensavo e che volevo sentirmi dire. E' una sua/nostra percezione della realtà, che potrebbe non corrispondere al vero, ma è il nostro modo di viverla. E' la storia del presente, semplificata rispetto alla complessità del problema, ma Enzo ed io amiamo la matematica e semplificare è la nostra arte!