Soldano - Località Orià
Campanile della Chiesa della Madonna del Carmine
Ieri pomeriggio sono andata in Orià, a Soldano, perché sapevo esserci un appuntamento da non perdere. In occasione della festa della Madonna del Carmine si sarebbe potuto assistere ad un rito che in quella località non accadeva più dal 1972: il lancio del pallone aerostatico. Questa tradizione si svolgeva in quasi tutti i paesi in ricorrenze diverse e c'era una persona del posto che lo costruiva artigianalmente, per poi lanciarlo nel cielo il giorno della festa, con gran gioia soprattutto dei bambini. La tradizione andò persa, anche perché tale oggetto era ritenuto pericoloso in quanto alimentato da un piccolo fornello costituito, in tempi remoti, da pigne accese e da cotone imbevuto di alcool nei tempi di cui ancora ho io il ricordo, ovvero fine anni Sessanta.
Il pallone prima del lancio
Nel vedere il pallone così ben ripiegato nel suo sacchetto, ho ripensato a tutte le strategie che facevano una volta per portarlo sulla piazza e tenerlo ben diritto con una lunga canna, affinché si potesse dar fuoco alla base della struttura senza che si incendiasse, e si scaldasse a sufficienza l'aria all'interno per permettergli di innalzarsi.
Renzo Orengo, il fabbricatore
E' grazie a questo prezioso personaggio che si potrà riprendere la vecchia ma gioiosa tradizione: nonostante nella provincia di Imperia fossero tantissimi i paesi che lanciavano i palloni, l'unico che ha conservato la capacità di costruirli è il signor Renzo Orengo di Bellissimi, una frazione di Dolcedo. Ovviamente non si accende più un fornello alla base, ma è sufficiente gonfiarlo con un ventilatore, scaldare l'aria all'interno con un cannello a gas, legare la base per evitare la fuoriuscita dell'aria ed è fatta!
Renzo Orengo e Mauro Maccario
Orengo era affiancato da Mauro Maccario di Soldano, il figlio di Pierin u Ferà, ovvero l'ultimo costruttore di palloni aerostatici di Soldano: insieme procedono al gonfiaggio, attorniati dal pubblico che osserva incuriosito. Per le vecchie generazioni è stato davvero un salto nel tempo ed un ritornare improvvisamente bambini...
Renzo osserva "crescere" la sua opera...
...aiutato da altre persone che mantengono il pallone fermo...
...che ora inizia a sollevarsi...
...e col cannello occorre riscaldare l'aria all'interno...
...l'operazione è quasi ultimata...
...non resta che legare stretta la base affinché l'aria non esca...
...e... via! Il pallone colorato si alza nel cielo!
Ehi, ma ce n'è un altro!...
...caspita! è ancora più grande del primo...
...ma una folata di vento rischia di compromettere tutto...
...pericolo scampato, tutto normale...
...si procede col gas...
...ora si lega alla base...
...e al suono della banda musicale,
un altra emozione dentro ognuno di noi!
Ora i due palloni volano nel cielo perturbato e andranno a finire chissà dove.
A volte i loro viaggi sono brevi, a volte lunghissimi: un lancio effettuato a Imperia è "atterrato" a Marina di Grosseto! Un altro partito da Dolcedo è giunto sino ad Airole, a circa 45 km di distanza.
Natale Trincheri - Natalìn
Merita una nota questo personaggio, anche lui di Bellissimi. E' Giovanni Natale Trincheri, detto Natalìn, poeta dialettale, cultore, cantore, ma soprattutto ricercatore di ogni fonte che possa ricostruire un pò del nostro passato andato perduto. In questo momento sta raccogliendo tutti i dati riguardanti i palloni aerostatici, per individuare i paesi che avevano questa tradizione, i nomi dei loro costruttori, le festività relative ai lanci e le rare fotografie reperibili: il tutto allo scopo di realizzare una pubblicazione, che lascerà una traccia nel tempo di questa tradizione.
Simpatico, ironico, operoso: di Natalìn ce ne vorrebbe almeno uno per paese!
Renzo e Natalìn verranno a Vallebona a riportare il rito del lancio del pallone in occasione della Natività di Maria, che cade l'8 settembre e verrà festeggiata la domenica 9.
E pensare che l'ultimo lanciatore di Vallebona si chiamava Natalì Cristetu...
Il Toraggio e Perinaldo
Alle nostre spalle, il Toraggio e Perinaldo dominano la valle.
Il vento spingeva i palloni a nord, verso di loro che sono imperturbabili: le emozioni sono rimaste nel cuore di noi piccoli esseri umani che abbiamo avuto la fortuna di tornare per un attimo bambini.