Don Andrea Gallo
Era un appuntamento da non perdere e così è stato: ieri sera, all'Auditorium di Ospedaletti, per oltre due ore, Don Gallo ha tenuto la scena andando avanti e indietro, senza fermarsi un attimo, per raccontarsi, per raccontare, per dire tantissime cose così come ognuno di noi le pensa. Non ha risparmiato nessuno dei rappresentanti dei poteri forti, da quello politico a quello ecclesiastico a quello dei mercati, invocando un bisogno di giustizia sociale che mai come adesso, dal dopoguerra ad oggi, è venuto meno.
Don Gallo, il prete di confine, spinto
dall'urgenza di questo momento storico, prende la parola e annuncia
La Buona Novella (titolo del suo ultimo libro), la ricetta per uscire dalla crisi, o meglio per
"utilizzare" la crisi con lo scopo di ricostruire il nostro
modo di vivere e di pensare. La crisi che stiamo attraversando
può essere un momento di crescita, di ricostruzione del tessuto
sociale, che in questi anni è stato drammaticamente disintegrato.
Per farlo bisogna rimboccarsi le maniche e partire dal piccolo:
attraverso una solidarietà liberatrice che non sia semplice
assistenzialismo, attraverso l'incontro e l'accoglienza, l'ascolto
dei movimenti e delle richieste dei giovani, e soprattutto attraverso
la giustizia sociale e l'equità. L'amatissimo "prete del
marciapiede" ci prende per mano e ci mostra la strada, ci
incoraggia, ci esorta a non arrenderci. Perché «alla fine, Dio non
ci chiederà se siamo stati credenti, ma se siamo stati credibili».
Ci sono stati molti spunti di riflessione e frecciate sull'assurdità dei comportamenti della politica e della Chiesa. Ci sono stati momenti molto toccanti, soprattutto quando ha parlato della Resistenza e del '68. E' stato bello sentirgli dire che ai 4 evangelisti lui ne ha aggiunto un altro, ovvero Fabrizio De André che, come lui, è sempre stato dalla parte degli emarginati, dei deboli, dei diseredati. E poi era affascinante la sua disinvoltura nel parlare dei tossicodipendenti, dei bambini, della gente che lui accoglie nella sua comunità...
A fine serata, per la Comunità di San Benedetto, Don Gallo riceve i fondi raccolti per il progetto di adozione a distanza in Repubblica Dominicana attraverso la vendita del libro di fiabe C’era (quasi) una volta in Liguria, a cura di Marino Magliani ed edito dalla casa editrice Edizioni Zem: una raccolta di 24 fiabe scritte da altrettante persone e illustrate da giovani artisti.
A fine serata, per la Comunità di San Benedetto, Don Gallo riceve i fondi raccolti per il progetto di adozione a distanza in Repubblica Dominicana attraverso la vendita del libro di fiabe C’era (quasi) una volta in Liguria, a cura di Marino Magliani ed edito dalla casa editrice Edizioni Zem: una raccolta di 24 fiabe scritte da altrettante persone e illustrate da giovani artisti.
Appena sedutosi al tavolino, un folto gruppo di persone lo attornia affinché l'arzillo vecchietto apponga una firma alla copia del libro acquistata: Don Gallo posa il suo toscano ed il bicchiere di Coca-cola e inizia a scrivere dediche su ogni pagina che gli viene presentata.
Non apponeva una semplice firma, ma frasi dedicate, che mi facevano pensare alla sua grande generosità. Avevo desiderio di vedere una sua dedica sul libro delle fiabe di cui una è stata scritta da me, ma ho rinunciato: è anziano, era tardi e ci aveva già dato tanto. Sul mio libro manca la sua firma, tuttavia so che la mia non era impazienza, ma soltanto di un atto di rispetto nei suoi confronti.
Don Gallo è davvero un piccolo grande uomo.
1 commento:
Giorni fa avrei voluto suggerirtelo, ma sapevo che non ti sarebbe scappata l'occasione. Purtroppo, va tutto bene, ma non riesco ad esserci.
Buona PARTECIPAZIONE!!!!
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