sabato 15 dicembre 2012

Da "Il mestiere di vivere"

Le Langhe

"Strano momento in cui (tredici o dodici anni) ti staccavi dal paese, intravedevi il mondo, partivi sulle fantasie (avventure, città, nomi, ritmi enfatici, ignoto) e non sapevi che cominciava un lungo viaggio che, attraverso città avventure nomi rapimenti mondi ignoti, ti avrebbero ricondotto a scoprire come ricco di tutto quell'avvenire proprio quel mondo del distacco - momento in cui eri più paese che mondo - a riguardare indietro. E' perché il mondo l'avvenire ora l'hai dentro come passato, come esperienza, come tecnica, e il perenne e ricco mistero si trova essere quel tu infantile che non hai fatto in tempo a possedere.
Tutto è nell'infanzia, anche il fascino che sarà avvenire, che soltanto allora si sente come un urto meraviglioso." 

Cesare Pavese, Il mestiere di vivere, Einaudi Editore, Torino, 1973, pag. 330-331


2 commenti:

MarLor58 ha detto...

Parole da brividi e da infinite riflessioni anche per chi non è 'partito' per il Mondo in senso geografico.

Alberto ha detto...

Le cose si sanno sempre dopo (per fortuna).