La mostra di Van Gogh in corso a Palazzo Reale a Milano è assai particolare. L'uomo e la terra offre un'atmosfera completamente diversa dalle esplosioni di colori e di luce del Midi: qui ci si ritrova in un contesto semibuio che ha lo scopo di condurre il visitatore all'intimità dell'artista.
Ritratti di contadini e di persone umili, che raffigurano un’Olanda povera e triste, realizzati con colori terrosi, scuri, mostrano atmosfere cupe e dimesse. Van Gogh racconta la povertà con crudezza, senza alcun romanticismo ed evitando ogni abbellimento.
Il contesto storico è quello della seconda metà dell'Ottocento e la cosa che personalmente mi colpisce di più è la rassegnazione, la mancanza di possibilità di riscatto che questi personaggi esprimono.
Per i suoi ritratti, Van Gogh sceglieva volutamente personaggi molto particolari; le sue osservazioni sulle movenze dei contadini durante le loro attività erano oggetto di lunghi studi al fine di poterli rappresentare nel modo più preciso possibile.
Nell'esposizione ci sono sei sezioni che rappresentano l'evoluzione dell'artista: indaga inizialmente la tecnica del disegno
fino ad arrivare all'esplosione del colore degli ultimi anni, con i soggiorni
nel sud della Francia. Le opere centrali documentano il suo studio analitico
del lavoro dei campi: la zappatura, la semina, la falciatura, la cura del
gregge, il ritorno alla capanna. Questi dipinti e disegni mostrano con quale
sforzo egli cercasse di imparare a rendere la figura umana.
Nella descrizione di queste abitazioni (molto simili ai nostri casùi) rimango perplessa nel leggere l'assenza totale di romanticismo o di poesia, mentre invece è messo in evidenza ogni disagio che il vivere in quel luogo comporta...
Et enfin, le Midi. La sezione dedicata al suo arrivo nel Sud della Francia ci restituisce il Van Gogh a noi più noto, in tutta la sua bellezza ed energia. I quadri esposti non sono tra i più famosi, ma non di meno belli e li avvalora il fatto di non averli mai visti.
In contemporanea, sempre a Palazzo Reale, le mostre di Chagall, Segantini e Giacometti: c'è il tempo necessario per visitare una delle tre. La mia scelta ricade su Segantini e mi inebrio della rappresentazione della vita di campagna o di montagna così gioiosa, luminosa, bella. Tutta un'altra storia rispetto a Van Gogh, anche se il periodo storico è pressoché lo stesso.
Tantissima gente, tanta bellezza: una boccata di ossigeno in un momento così oscuro del nostro quotidiano.
2 commenti:
La luce fa la differenza anche nell'animo delle persone. Bel post. Ciao PIa
Rassegnazione determinata anche dal dalle sovrumane fatiche.
Mi piace pensare che ritraendoli, Van Gogh, peraltro molto sensibile agli ultimi, abbia voluto dar loro un'attenzione che altrimenti non avrebbero avuto.
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