domenica 7 febbraio 2016

Henry de Toulouse-Lautrec a Pisa



"E pensare che non avrei mai dipinto 
se le mie gambe fossero state più lunghe"

L'impatto con questa frase, pressoché all'ingresso della mostra dedicata a Toulouse-Lautrec a Palazzo Blu a Pisa, mi ha sorpreso e spiazzato: sembrava quasi mi creasse una difficoltà di "immersione" in quello che stavo per andare a vedere. Era ragionevole, per lui, visto il suo stato fisico ed il suo desiderio di diventare un cavallerizzo, ma non per me!


Ricca di manifesti pubblicitari, materia di cui fu innovatore, e di litografie, la mostra scorre in una numerosissima serie di opere in cui si colgono raffinatezza, grandezza e bellezza. I suoi temi, quelli della vita popolare di Montmartre fatta di prostitute e vita libertina, sono trattati con grazia e dignità, cosa che non prescinde, a mio avviso, le sue origini aristocratiche.


Tratti essenziali e colori decisi per dare ad ogni elemento la sua configurazione, semplificano il messaggio pubblicitario, creando una comunicazione diretta ed immediata: grande bravura.


La vita diurna delle prostitute, poi, spoglia di ogni volgarità quei soggetti che per forza di cose ne sarebbero depositari. Toulouse-Lautrec è decisamente un raffinato ed attribuisce molta più "miseria" ai soggetti maschili che frequentano i bordelli che non alle "donnine".

Les deux amies

Moltissime litografie, dunque, quel tipo di opere che mi coinvolgono per "capire", ma non per "sentire". Due modi diversi di percepire, egualmente importanti, ma prediligo il secondo e il mezzo di cui ho bisogno è la pittura, l'elemento meno presente alla mostra. Cercavo Les deux amies, ma non c'era. Da quasi trent'anni il poster di quell'opera è appeso in casa mia e ricordo come adesso quale emozione mi provocò a Martigny quando lo vidi: mi immedesimai nelle lunghe ore passate con la mia cara amica a raccontarcela. Quel quadro, a Pisa, non era in mostra e non c'è più neanche la mia amica: chissà, forse è per quello che non l'ho ritrovato...

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