Un concetto relativo, lo
spirito libero. Si chiama spirito libero colui che pensa diversamente da come,
in base alla sua origine, al suo ambiente, al suo stato e ufficio o in base
alle opinioni dominanti del tempo, ci si aspetterebbe che egli pensasse. Egli
è l'eccezione, gli spiriti vincolati sono la regola; questi ultimi gli
rimproverano che i suoi liberi principi trovino origine nella sua smania di
farsi notare, oppure addirittura che facciano pensare ad azioni libere, cioè ad
azioni che sono incompatibili con la morale vincolata. Talvolta si dice anche
che questi o quei liberi principi sono da attribuire a stramberia o a
esaltazione della mente; ma così parla solo una malignità, che - essa stessa -
non crede a ciò che dice, ma vorrebbe, in tal modo, nuocere: infatti, la
testimonianza della maggiore bontà e acutezza del suo intelletto è di solito
scritta in volto allo spirito libero, e a così chiare lettere, che gli spiriti
vincolati la intendono benissimo. Ma gli altri due modi di spiegare l’origine del
libero pensiero sono intesi onestamente; in effetti molti spiriti liberi si
formano anche nell’uno o nell’altro modo. Tuttavia le conclusioni, a cui essi
per quelle vie sono giunti, potrebbero essere, proprio per questo, più vere e
attendibili di quelle degli spiriti vincolati. Nella conoscenza della verità
ciò che importa è che la si possieda,
non per quale impulso la si sia cercata o per quale via la si sia trovata. E se
gli spiriti liberi hanno ragione, allora gli spiriti vincolati hanno torto, non
importa se i primi sono giunti alla verità per immoralità e se i secondi si
sono attenuti finora alla non verità per moralità. D’altra parte non appartiene
all’essenza dello spirito libero che egli abbia opinioni più giuste, ma
piuttosto che egli si sia staccato dalla tradizione, sia con fortuna sia con
insuccesso. Di solito, comunque, egli avrà dalla sua parte la verità o almeno
lo spirito di ricerca della verità: egli
esige ragioni, gli altri fede.
Friedrich Nietzsche - Umano, troppo umano, I,
tr. it. di Sossio Giametta, Adelphi, Milano 2002
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