venerdì 9 febbraio 2018

La storia appallottolata


Caro blog,

scusa se ti ho trascurato, o meglio, quasi abbandonato per tanto tempo. Mi sono dedicata a tuo fratello, u paìse, per dare spazio alla poesia dialettale ligure e ho perso un sacco di tempo sui social, dove tutto scorre e si consuma come un rotolo di carta igienica. 

Qui da te, invece, scrivevo le mie riflessioni, i miei pensieri; qui ho postato un po' di tutto ed eri anche abbastanza seguito e apprezzato da altre persone. Ciò nonostante, ti ho pressoché abbandonato lo stesso. Sai, di là, su Facebook, è tutto più facile: scorri, ridi, commenti, metti mi piace, leggi, scrivi cose serie o belinate, pubblichi foto, bisticci, cancelli qualcuno che non sopporti più... insomma, pur dovendo sempre "trafficare", è tutto più leggero.

Ma rieccomi a te. Un pensiero di dispiacere me lo hanno anche espresso coloro che ti leggevano sempre e non sono sui social: a loro un pochino sei mancato davvero. Ora va detto: da dove si riparte? Ebbene, qualcosa da dire ce l'ho, altrimenti non sarei tornata! Riparto dalla storia appallottolata, a quelle pagine che, con non-challance, gente di tutti i tipi e di tutte le età, accartoccia e butta via come se niente fosse. 

Buttano via la Resistenza, parlano di nuovo di fascismo come se niente fosse stato. Buttano via la Shoah, la deridono, la disprezzano, pure certi sindaci, mica dei beoni da osteria ubriachi, no, no, anche dei sindaci. Poi appallottolano le lotte operaie, la conquista dello Stato sociale, le battaglie femministe, le emancipazioni a tutti i livelli dicendo che è tutta roba vecchia, anacronistica, da comunisti. E buttano via anche quella pagina lì. Ma non è mica finita, sai, accartocciano anche la cultura, quello strumento così importante per aprire un pochino la mente ed avere l'opportunità per tentare di comprendere i fenomeni. Meglio consumare, godere, inseguire i beni materiali, fagocitare il proprio ego, sbraitare perché arrivano i migranti, perché ci ruberanno tutto, ci sgozzeranno, ci faranno a pezzi e ci metteranno nei trolley. Meglio difendersi da queste brutture, invocando un capo popolo come Benito, che sappia comandare, ducere, ripulire da quella feccia NON italiana che ci ha invasi,

Ecco, ce la stiamo passando male. Siamo caduti proprio in basso, sai, e quelli che hanno ancora un filo di ideologia, quelli che cercano di vedere la storia per quello che è il suo corso, quelli che non la appallottolano, ma cercano di ricordarla, di trarne insegnamenti e soprattutto di provare a comportarsi dignitosamente, ebbene, lo sai come sono stati definiti? Buonisti. Ci sarebbe da ridere, ma è tutto talmente grave e triste che con ce lo possiamo permettere. Sbraitano, invocano il fascismo, sparano, hanno bisogno di sbranare l'altro ed anche me che non la penso come loro.

Allora ho pensato che forse era bene ritornare a raccontarti un pochino come butta, a fare il punto della situazione, perché tu "non scorri" come di là, tu rimani. Tu non dimentichi e per una volta appallottolo anch'io qualcosa, ovvero questo presente fatto spesso e volentieri di niente o, peggio ancora, di ignoranza. La storia però la tengo a mente, quella non la dimentico di certo: è lei che mi dà forza per sopportare questo difficile ed incerto momento.



2 commenti:

Gian Paolo ha detto...

Cara Pia, il caso ha voluto che ieri, dopo aver letto il tuo post, abbia letto l'editoriale di Maurizio Maggiani sul Secolo XIX, intitolato: "Mi fa paura l'ossessione di chi odia per vivere". Un pezzo magistrale che integra e completa il tuo scritto.

pia ha detto...

Il mio è un umile tentativo di dire qualcosa.. grazie per averlo collegato a quello di Maggiani.