venerdì 23 settembre 2011

Del cervello e della mente


Giuseppe Corradino: "Anima prigioniera"

(...) La coscienza-mente, infatti, sarebbe qualcosa di esistente e funzionante anche a prescindere dal cervello e, quindi, dal corpo. Certo, questo non può essere considerato l'atto di fondazione scientifica dell'esistenza dell'anima, ma se ben inteso e ben considerato nelle sue conseguenze, dovrebbe portarci a guardare con molto più scetticismo le ferme convinzioni di tutti quegli uomini di scienza che ci riducono a corpo-macchina, a mere funzioni cerebrali.
(...) Dire che la coscienza non coincide con il cervello significa, in definitiva, dare ragione a Cartesio, il quale, con il suo celeberrimo cogito ergo sum, sosteneva che identificarsi con il pensiero vuol dire non sentirsi più semplicemente un corpo che pensa, bensì entrare nella prospettiva di essere un soggetto, una "sostanza pensante" (res cogitans), che, in quanto tale, esiste in maniera del tutto indipendente dall'essere corpo. Anzi, non potremmo neppure, senza far ricorso a garanzie di carattere trascendentale (dio), avere alcuna certezza in merito all'esistenza del nostro corpo, nonchè di tutta la realtà corporea.


Roberto Fantini, La morte spiegata ai miei figli, Quando la scienza si affaccia sulla morte, Ed. Sensibili alle foglie, Dogliani 2010, pag. 65



1 commento:

Alberto ha detto...

No, Pia, no. Non siamo angeli. Almeno fino ad ora. Almeno io.