Civezza (Im)
"Che volete di più? Paese in mezzo agli ulivi e alto sul mare; per arrivarci si passa in una sinfonia di tronchi, di rami: l'orizzonte si apre, oltre che sul mare, su altri paesi dai nomi bellissimi, Pietrabruna, Boscomare, su crinali che se ne vanno lontano, come melodie su flutti d'argento; le case e le piazzette sono antiche, di un'intimità raggrumata nel vento. C'è un che di sospeso, di dolce, di lieve, una vertigine che viene dalla luce in ascesa.
Più su del paese, più su degli ulivi si stende la macchia mediterranea con strade polverose e chiese e sentieri e ovili rosi dai cespugli. La grazia, che sotto era fragile, si fa rude, si accorda fuori del tempo alla forza del mare. Poiché le prime alture, bisogna pur dirlo, sono le più indifese, di un equilibrio che se si tocca si rompe.
Collocata su un costone, arenatavi come una barca, Civezza è fragile e leggera, una nuvola che vi si accosti sembra trascinarla. Basta un palazzo sghembo per offenderla, e una macchina che passi in un vicolo disturba i morti. E' un paese cha ha bisogno di vivere intatto come un ricordo.
Di che sia frutto questa bellezza rimane un mistero: vicoli e cascate di ulivi non bastano a spiegarlo. Che venga dal fatto che ha, sotto, la luce instabile del mare e, sopra, quella più ferma di un paesaggio montano?"
Francesco Biamonti, Scritti e parlati, G. Einaudi editore, Torino, 2008, pag. 156
1 commento:
Bello. Sì, Francesco Biamonti era un grande scrittore. E questo 'ritratto' di Civezza l' aveva scritto su richiesta di un suo caro amico, per uno stampato pieghevole di quel Comune.
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