mercoledì 20 gennaio 2016

Nel Medioevo le origini di "rümenta"


Ai giorni nostri, generalmente le parole emigrano con sempre maggiore frequenza dalle lingue ai dialetti, basti pensare ai numerosi italianismi e anglicismi che siamo costretti ad usare quando ci esprimiamo nella nostra parlata ligure. Ma, qualche rara volta, si verifica il fenomeno contrario, cioè quello di parole dialettali che la lingua fa proprie, E' il caso del termine rümenta che ormai vediamo usato sui giornali sempre più spesso, anche perché il problema dei rifiuti è uno dei più gravi del nostro tempo e la sua minaccia aumenta di giorno in giorno. Fino a qualche anno fa, la rümenta, negli articoli e nei titoli giornalistici, appariva virgolettata e portava ancora tanto di dieresi. ma ora questi segni tipografici particolari tendono a sparire e questa è la prova che parola si sta sprovincializzando ed è sul punto di acquisire la cittadinanza linguistica italiana fino a che qualche vocabolario (se già non l'ha fatto) la riporterà come voce dialettale passata all'uso corrente.
Ciò per quanto riguarda il presente e il futuro. Se però volgiamo lo sguardo al passato, cioè alla storia della parola, noi la troviamo già attestata, sia pure raramente, nel latino, dove, come derivato del verbo radere, voleva dire "scheggia, piallatura di lavorazione, truciolo". E' nel Medioevo che diventa rümenta acquistando il significato specifico di immondizia, lo stesso che Mistral attribuisce alle voci provenzali ramento e remento. Negli antichi Statuti di Albenga si legge pure arumen nel senso di sterco di cane, un certo tipo di immondizia che oggi è spesso all'onor delle cronache per via delle ordinanze che obbligano i possessori dell'amico dell'uomo a munirsi di palette e sacchetti.
Da ricordare anche rümentéira, voce originaria del gergo marinaresco con la quale, a bordo delle navi, si indicava la cassetta mobile per raccogliervi la spazzatura, passata poi a significare la pattumiera domestica ed oggi pressoché scomparsa dal dialetto.
Altro derivato degno di nota, il rümentà, luogo ove tutti gettano irresponsabilmente i rifiuti e che oggi siamo abituati a chiamare discarica, quasi sempre abusiva.



Renzo Villa, Dialetto ieri e oggi, Alzani Editore, Pinerolo (To), 1996, pag. 17


1 commento:

Andreo ha detto...

Grazie per condividere questa interessante informazione. Un abbraccio!