"La noce moscata è il seme della “Myristica fragrans”, albero
sempreverde originario dell’Indonesia, oggi diffuso nelle varie zone
intertropicali.
Mandorla essiccata di forma ovale arrotondata, avvolta di un
rivestimento carnoso (macis) e contenuta all’interno del frutto, ha sapore e
odore particolari, dovuti alla presenza di un olio aromatico.
Già conosciuta dai mercanti Arabi medievali, questa spezia si
affermò in Europa solo all’inizio del XVI secolo. L’uso, sia in cucina che in
profumeria, divenne così diffuso negli ambienti aristocratici, che commerciarla
rappresentò per oltre duecento anni occasione d’ostilità e intrighi tra gli
Stati europei.
Ci fu un periodo, tra la fine del XVII e l'inizio del XVIII
sec., in cui il mondo cosiddetto "civilizzato" venne colto da una
passione per la noce moscata.
In alcuni libri si sosteneva che la spezia fosse un
meraviglioso eccitante che cosparso sul collo o in tasca sprigionava il meglio
del suo aroma.
La noce moscata ebbe a lungo anche grande reputazione
terapeutica come antisettico, e all’inizio del ‘700 rappresentava il rimedio di
oltre cento malattie.
Nell’Ottocento, quando gli alimenti di sapore forte e odore
intenso furono identificati come stimolanti erotici, la noce moscata divenne
uno degli afrodisiaci più ricercati, elemento indispensabile assieme ad altre
spezie nella preparazione della “pillola dell’amore”.
Poiché la sua ingestione massiccia causava allucinazioni e
convulsioni, la noce moscata venne soprannominata nel Novecento: “Stupefacente
dei poveri”
Ancora oggi questa è una spezia molto usata in cucina,
ingrediente di dolci, budini e creme, ma anche di purè e verdure lesse. In
Italia viene spesso aggiunta nei ripieni per tortellini, ravioli e cannelloni
fatti a base di carne, formaggio o spinaci".
E mi piace ricordare la mamma, quando la usava con la piccola grattugia concava ai lati. Quel profumo e quel nocciolo che rimpiccioliva ogni volta (destinato a durare ancora chissà quanto!), rimane uno dei rituali più particolari che le vedevo fare in cucina: preludio di cose buone, come la cima, i ravioli e i cannelloni.
Buon Natale 2016!
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